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Il Foro Romano — Storia e Monumenti

da Christian Hülsen

pubblicato da Ermanno Loescher & Co
Editori di S. M. la Regina d'Italia
1905

Il testo, le piante e le immagini in bianco e nero sono nel pubblico dominio.
Le foto a colori sono © William P. Thayer.

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 p81  XV. Monumenti onorari a Diocleziano e ad Onorio

Non lontano dai 'rostri vandalici', verso il 'Niger lapis', trovasi un basamento quadrato di marmo bianco, ornato con rilievi da tutti i lati. Da una parte si vede, fra trofei e Vittorie, uno scudo ovale con l'iscrizione: Caesarum decennalia feliciter; da un'altra gli animali per il sacrifizio solenne dei suovetaurilia; sul terzo lato è scolpito un imperatore (la cui testa sembra essere stata distrutta apposta) che sacrifica a Marte e alla Dea Roma, e sul quarto, nove togati in processione. La base fu scoperta nel 1547 dinanzi la chiesa di S. Adriano, nel qual luogo verso il 1490 era stata pure rinvenuta un'altra vase perfettamente simile, con l'iscrizione: Augustorum vicennalia feliciter, che fu distrutta poco dopo il suo ritrovamento. Le due basi sembrano essere state erette nel 303 d. Cr., per celebrare le feste decennali e vicennali di Diocleziano e de' suoi colleghi nell'impero: il loro posto originario forse era dinanzi la Curia. Ponendo a raffronto il rilievo rappresentante i suovetaurilia e  p82 quello simile dei plutei di Traiano si nota subito la rapida decadenza della scultura romana nel corso di appena duecento anni.

Vedi: CIL. VI, 1204. 1205. 31262. — Huelsen, R. M. 1903, 28.

Alcuni massi di marmo a destra della base fin qui descritta appartengono ad un monumento del tempo di Onorio e di Arcadio, scoperto pure nel 1547, e che era la grande base per una quadriga; l'iscrizione celebrava con parole vanitose la vittoria riportata da Stilicone sopra il ribelle Gildone in Africa (386‑398). Il monumento al tempo dello scavo era quasi integro, ma venuto in possesso dei Farnesi, fu tagliato in pezzi 'per farne opere moderne'. Rimane solo il primo dei grandi massi, che contiene il principio della iscrizione e che ora si conserva nel museo di Napoli. Sul Foro giacciono pochi e piccoli frammenti (p. es. un pezzo con le lettere BELL . . . ESTI rimanenti della frase: vindicata re]bell[ione et Africae r]esti[tutione laetus). Vi appartengono pure due frammenti di un'iscrizione metrica rinvenuta nel sec. XIX:

a]rmipotens Libycum defendit Honorius [orbem (?)

verso forse del poeta Claudiano, il quale allude al monumento in uno de' suoi carmi.

Vedi: CIL. VI, 1187. 31256 (=Dessau 794); Claudian. de sexto cons. Honorii 373. — Huelsen, R. M. 1895, 52‑58; Lanciani 261.

Più a destra, sul margine dello scavo verso il Lapis niger, vedesi un altro blocco di marmo. L'iscrizione, rivolta verso la Curia, attesta che esso apparteneva ad un monumento eretto in onore dell'esercito 'prode e fedele' degli imperatori Arcadio ed Onorio, per ricordare una vittoria sui Goti riportata sotto il comando di un vir illustris. Il nome nella iscrizione è cancellato con  p83 cura, ma dev'essere certamente quello di Flavio Stilicone, il quale nel 403 d. Cr. presso Pollentia vinse le orde di Radagaiso, salvando così il trono ad Onorio. Quando, nel 408, Stilicone fu ucciso per ordine dell'Imperatore (v. p. 21), il suo nome venne cancellato in tutti i monumenti pubblici. In quella tarda età scarsi erano i mezzi di cui disponevasi per elevare monumenti pubblici anche importanti, e lo mostra il fatto che l'iscrizione citata è incisa sul lato di un grande zoccolo che aveva già servito per sorreggere una statua equestre: i buchi nei quali erano infisse le zampe del cavallo, ancora si vedono sul lato sinistro che una volta era il piano superiore.

Vedi: CIL. VI, 31987 (=Dessau 799). — Lanciani 261.


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