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Filippo Coarelli, nella sua presentazione della ripubblicazione del libro di Hülsen nel 1982: "Naturalmente, le interpretazioni di Hülsen sono talvolta superate: è questo il caso, ad esempio, del Tempio di Augusto, identificato a torto nel grande edificio in laterizio, adiacente a S. Maria Antiqua. Ma anche in questo caso, le proposte fatte successivamente (ingresso del palazzo imperiale) sono almeno altrettanto infondate, e il problema può considerarsi ancora aperto." |
Il tempio di Augusto (la cui storia si trova accennata a p. 141), consisteva in una cella quasi quadrata (m. 28 × 32) e in un portico che si apriva sul Vicus Tuscus. Nelle pareti della p156 cella stanno nicchie per le statue colossali degli imperatori qui venerati: nella nicchia centrale, come mostra il rovescio della moneta di Pio, stavano due statue, probabilmente di Augusto e di Livia, nelle altre nicchie gli imperatori che furono consecrati nei tempi seguenti (al tempo del restauro di Antonino, cioè verso la metà del secondo secolo, questi erano: Claudio, Vespasiano, Tito, Nerva, Traiano, Adriano e parecchie imperatrici). Le mura laterizie (molti mattoni portano bolli del tempo di Domiziano) erano incrostate di marmo. Che la cella fosse coperta, mostrano le finestre esistenti nella parte più alta delle pareti laterali. Probabilmente la cella aveva un soffitto di legno con ricchi lacunari, poichè una volta così ampia non avrebbe potuto cadere in rovina senza lasciare notevoli avanzi.
Fig. 81. Avanzi del tempio di Augusto.
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p157 Il portico in origine era un andito oblungo (m. 32 × 6) con nicchie semicircolari sulle due estremità. Più tardi, per rendere più stabile l'edifizio, vennero costruite sei mura trasversali di mattoni. Delle camere formate da queste pareti intermedie, quella a mezzogiorno contiene avanzi di una scala conducente sul tetto del portico, che era assai più basso della cella. La facciate verso il Vico Tusco, secondo i rovesci delle monete, aveva otto colonne.
Vedi: Sueton. Tib. 47. Calig. 21. 22; Plinius n. h. XII, 94. XXXV, 131; Tacitus ann. VI, 45; Cassius Dio LVI, 46. LVII, 10. LIX, 7; Acta Arvalium ad ann. 39 cet. (Henzen p. 55).
Lanciani 122‑125; Huelsen, R. M. 1902, 74‑82; Vaglieri 230 sg. — Monete di Caligola: Cohen2 n. 9‑11; di Pio: Cohen2 Antonin n. 1‑12, 797‑810, CIL i2. VI, 4222 (= Orelli 2446). 8704.
Sul lato meridionale del tempio di Augusto ora si continuano gli scavi. Si trovano colà avanzi di grandi edifizi, non destinati al culto nè ad alloggi; essi consistono in camere a volta con pareti di blocchi tufacei aggruppate intorno a cortili trapezoidali. Forse appartenevano a grandi magazzini, ossia, agli horrea Germaniciana et Agrippiana, i quali, secondo i Regionarî costantiniani, erano situati in questa parte della regione ottava: la pianta ne è rappresentata in due frammenti della Forma Urbis unitamente al Clivus Victoriae (v. fig. 82).
Vedi: Notit. reg. VIII; FUR. fr. 37+86.
Fig. 82. Frammenti della Forma Urbis. |
Dal portico del tempio di Augusto volgiamoci a destra, passando dietro il tempio dei Castori ove degni di osservazione sono i frammenti di capitelli ed epistilî bellissimi rinvenuti nel 1902. A destra, parallelo al muro laterale del tempio di Augusto, rinforzato da grandiosi speroni, fiancheggia la strada un portico con pilastri e mezze colonne laterizie. Nell'età cristiana quivi era il p158 cimitero della chiesa di S. Maria Antiqua. Nelle mura si vedono incavati parecchi avelli, alcuni dei quali contengono ancora scheletri e resti di pitture ed iscrizioni. Passando poi fra il tempio dei Castori e il Lacus Iuturnae, arriviamo al confine orientale del Foro dove (al di là dell'arco di Augusto) comincia la Sacra Via: qui abbiamo a sinistra la Regia, a destra, il tempio di Vesta e la casa delle Vestali.
Immagini con bordi conducono ad informazioni: più spesso il bordo più ampie le informazioni. (Dettagli qui.) | ||||||
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Pagina aggiornata: 4 feb 09