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Il Foro Romano — Storia e Monumenti

da Christian Hülsen

pubblicato da Ermanno Loescher & Co
Editori di S. M. la Regina d'Italia
1905

Il testo, le piante e le immagini in bianco e nero sono nel pubblico dominio.
Le foto a colori sono © William P. Thayer.

seguente:

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Prefazione

Il presente libretto, il cui originale tedesco fu pubblicato nel giugno del 1904, si rivolge agli studiosi e visitatori di Roma, i quali, senza essere filologi o archeologi, desiderano di raffigurarsi le principali vicende e l'aspetto antico di quel luogo eminentemente storico ch'è il Foro Romano. E sebbene non manchino pubblicazioni pregevoli, specialmente sugli scavi più recenti, il volumetto ha incontrato così largo favore nel pubblico, che la prima edizione tedesca nello spazio di nove mesi è quasi esaurita. Essendosi poi da persone autorevoli espresso il desiderio di vederlo tradotto in italiano, volentieri vi ho acconsentito, tenendo conto delle scoperte — non molto numerose — avvenute dopo la pubblicazione dell'originale tedesco, e introducendo nel testo non poche correzioni. Se il libretto si presenta in una veste italiana convenevole, si deve al mio caro e dotto amico prof. Luigi Cantarelli, il quale ha voluto non soltanto rivedere il mio manoscritto e le bozze di stampa, ma mi fu largo altresì di utili indicazioni. Inoltre mi è gradito dovere di ringraziare il ch. senatore Luigi Bodio, S. E. l'on. senatore Gaspare Finali, il ch. monsignore G. Wilpert, e sopratutto l'illustre contessa Ersilia Caetani-Lovatelli, i quali tutti hanno dimostrato, con pregevoli contributi, il loro gentile interessamento per il mio lavoro.

La casa editrice, che non risparmiò spese per corredare l'edizione tedesca di un ricco e vario materiale illustrativo, lo ha aumentato ancora in questa edizione italiana. Il numero delle incisioni nel testo è accresciuto da 109 a 117. Invece si è creduto bene di sostituire alle tre piante dell'edizione tedesca una pianta unica; fu così possibile diminuire, per l'edizione italiana, il prezzo del volume.

Il libretto non pretende di essere un'opera di erudizione, quindi in esso sono lasciati da parte i problemi ancora insoluti. Le note aggiunte in fine di ogni paragrafo, oltre i passi più importanti degli autori antichi, contengono l'indicazione delle opere ove i desiderosi di studiare più a fondo i vari monumenti del Foro troveranno maggiori ragguagli. In queste note si fa menzione speciale delle pubblicazioni recentissime; per i lavori più antichi era sufficiente rimandare ai relativi capitoli della topografia dello Jordan (vol. Io, parte 2a, p. 195‑429) e del libro del Lanciani (Ruins and excavations of Ancient Rome, London, 1897), i quali perciò furono citati ad ogni singolo monumento. Ho citato inoltre, per le scoperte nuove, il mio primo Rendiconto sugli scavi del Foro Romano, pubblicato nelle R(ömische) M(itteilungen) 1902, p. 3‑97 (riveduto e corretto fu pubblicato separatamente nel 1903); la monografia di Dante Vaglieri: Gli scavi recenti del Foro Romano (Bull. comunale 1903, 3‑239; anche in edizione separata); la conferenza di G. Boni fatta in occasione del Congresso Internazionale di Scienze Storiche (Atti, vol. V, Sezione IV, Archeologia, p. 493‑584). Invece mi limito a richiamare qui, per una sola volta, l'attenzione su alcuni recenti e pregevoli lavori che trattano sistematicamente della storia e dei monumenti del Foro: cioè oltre i capitoli relativi della topografia romana di O. Richter (seconda ediz., 1901, p. 76‑107, 355‑370), il libro di O. Marucchi, Le Forum et le Palatin d'après les dernières découvertes (Paris et Rome, 1902); e le due pubblicazioni dell'abate H. Thédenat: Le Forum Romain et les Forums Impériaux (terza edizione, Paris, 1904), e quella recentissima edita in collaborazione coll'architetto Foro. Hoffbauer: Le Forum Romain et la voie sacrée, Paris 1905.

Coloro che vogliono servirsi del volumetto come guida per visitare i monumenti del Foro, faranno bene a distribuire la visita in due giornate di modo che una sia dedicata al Foro propriamente detto (I-X, XIV-XIX, XXI-XXVI), un'altra al santuario di Giuturna, alla chiesa di S. Maria Antiqua e alla Sacra Via dal tempio di Vesta fino all'arco di Tito (n. XXVII-XLIII). I templi situati sul Clivo Capitolino (n. XI-XIII) e il Carcer (n. XX) o possono essere visitati alla fine di una delle due giornate, oppure formare oggetto di una terza visita speciale. In quest'ultimo caso gioverà molto ai visitatori di ricapitolare le cose vedute cercando di figurarsi nella mente la forma del Foro quale era nell'età fiorente dell'Impero lasciando in disparte i monumenti arcaici e quelli appartenenti al periodo della decadenza.

Roma, aprile 1905.

Ch. Huelsen.


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Pagina aggiornata: 20 ago 20