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Plinio il Vecchio in una immagine del XVIII secolo:

incisione di P. Dustos, tratta da C.‑P. Marillier


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	Questa fascinosa rappresentazione Sturm-und‑Drang della morte del povero Plinio il Vecchio si è rivelata irresistibile.

Se il vulcano vi ricorda qualche opera meno bene eseguita di J. M. W. Turner — un suo acquarello del 1817, il Vesuvius in Eruption (Collezione di Mr and Mrs Paul Mellon, Upperville, Virginia), presenta molte similitudini — avete centrato il periodo giusto: questa incisione campeggia sul frontespizio di un'edizione francese del tardo Settecento della Storia Naturale di Plinio:

Caii Plinii Secundi

Historiae Naturalis Libri XXXVII.

Quos recensuit et Notis illustravit

Gabriel Brotier

MDCCLXXIX,

Parisiis

Typis J. Barbou, via Mathuriensium

(per i non-Latinisti, si tratta della rue des Mathurins. . . .)

Fin dalla prima occhiata avrete l'impressione che non sia una rappresentazione veritiera. Ed infatti non lo è. Se non conoscete la vivida e commovente lettera inviata da suo nipote allo storico Tacito, siete caldamente invitati a leggerla (Plinio il Giovane, Ep. 6.16); nel frattempo, confrontiamo la nostra incisione con poche citazioni (tratte dalla traduzione inglese Loeb di quella lettera, ritradotta qui in italiano).

È pur vero che il nostro incisore ha colto abbastanza bene il contesto generale:

"Mio zio decise di scendere fino alla riva per verificare da lì la possibilità di fuggire per mare, ma questo era ancora infuriato e pericoloso. Un lenzuolo venne disteso al suolo per farlo sdraiare, ed egli richiese più volte dell'acqua fresca da bere. Poi le fiamme e l'odore di zolfo che preannunciava l'arrivo del fuoco indussero gli altri a darsi alla fuga, e lo ridestarono. Egli si alzò appoggiandosi su due schiavi e poi ricadde repentinamente, poiché, suppongo, i densi fumi lo avevano soffocato ostruendogli la trachea, ch'egli aveva costituzionalmente debole, stretta e spesso infiammata."

D'altra parte, Plinio aveva 55 anni ed era robusto. Parlando di lui mentre schiacciava un pisolino qualche ora prima, suo nipote scrive: "essendo corpulento, il suo respiro era alquanto pesante e rumoroso, e poteva essere udito dalla gente che passava in vicinanza alla sua porta."

Qui vediamo invece un elegante giovane gentiluomo del Settecento travestito in abito militare Romano, sembrando più che altro partecipare ad un ballo in maschera. . . .

"Per proteggersi dalla caduta delle pomici essi si misero in testa dei cuscini legati con degli strofinacci." Questo non sarebbe apparso sufficientemente elegante. Volendo essere buoni, potrebbe essere proprio quello l'oggetto che si trova per terra vicino a Plinio: ma nessun altro dei presenti sta indossando un cuscino.

I calzoni al ginocchio aggiungono un certo tocco di non so che; ma vi è stato un formale tentativo di racchiudere Plinio in una tunica loricata. Altro ci vorrebbe, naturalmente, per spiegare perché il comandante di una base navale, nelle proprie acque ed in tempo di pace, dovrebbe indossare una veste da centurione.

Lo stesso dicasi per la graduale femminilizzazione di quel capo d'abbigliamento militare Romano attraverso i secoli: sto preparando una pagina web su questo argomento, ma per ora qui vi è un esempio del XV secolo. Come potete vedere, se la tunica in quell'affresco è già piuttosto femminile, ai tempi di questa incisione di 300 anni dopo essa si è senz'altro tramutata in vestito sciatto ed indefinibile.

Infine, Plinio era un ammiraglio ed un uomo semplice e pratico. "sul Vesuvio delle estese lingue di fuoco e delle alte fiammate si diffondevano in molteplici punti. . . . Mio zio provò ad alleviare i timori dei suoi compagni asserendo ripetutamente che quelli non erano altro che dei falò lasciati dai contadini spaventati, o altrimenti delle case vuote in fiamme nelle aree ch'essi avevano abbandonato."

Difficilmente potremmo scorgere qui lo stile melodrammatico, rifinito con rotoli di pergamena offerti collo svolazzo!

Una curiosa informazione casuale sulle usanze tranquillizzanti ed ingannevoli degli ammiragli nel golfo di Napoli. A mia madre, participante alle operazioni militari in Italia come ingegnere chimico nell'esercito Francese — credo nel 1944 — accadde un giorno di trovarsi ad osservare dall'alto proprio quella stessa baia, ove una estesa flottiglia si era concentrata per diversi giorni. La navi si stavano muovendo, e lei lo fece notare ad un alto ufficiale presente. "Oh, si tratta solo del vento," fu il commento dell'ammiraglio; il mattino seguente la baia era vuota, appunto. . . .


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Pagina aggiornata: 27 nov 17