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CO′NGIUS, una misura romana per liquidi, che conteneva sei sextarii (Rhem. Fann. V.72), o l'ottava parte dell'amphora, cioè, presso a poco due litri e mezzo. Era pari al più grande chous dei Greci. [Chous].
Esiste un congius, chiamato il congio di Vespasiano, o congio Farnese, che porta un'iscrizione la quale specifica che venne realizzato nel 75 d.C., in conformità alle misure standard in Campidoglio, e che contiene un peso pari a dieci libbre (Imp. Caes. vi. T. Caes. Aug. F. iiii. Cos. Mensurae exactae in Capitolio, P. x.; vedi anche Festo, s.v. Publica Pondera). Questo congio è una delle misure attraverso le quali si è tentato di stabilire il peso della libbra romana. [Libra.]
Catone ci narra che era solito dare ai suoi schiavi un congio di vino in occasione dei Saturnalia e dei Compitalia (De R. R. c57). Plinio menziona, tra gli altri esempi di bevitori incalliti (Plin. H. N. XIV.22 s28), il milanese Novellius Torquatus che ottenne un cognomen (tricongius, "l'uomo delle nove bottiglie") perché beveva tre congi di vino in una sola volta.
Un congio è raffigurato in Fabretti (Inscript. p536).
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Pagina aggiornata: 19 giu 10