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PRAEFEC′TUS PRAETO′RIO, il comandante delle truppe che si occupavano della sicurezza della persona dell'imperatore. [Praetoriani.] Questa carica, istituita da Augusto, fu inizialmente solo militare e aveva in sé relativamente poco potere (Dion. Cass., LII, 24, LV, 10; Svet., Aug., 49); ma sotto Tiberio, che designò Seiano comandante delle truppe pretoriane, essa ebbe molto maggiore importanza, finché infine il potere di questi prefetti divenne secondo soltanto a quello degli imperatori (Tac., Ann., IV, 1, 2; Aurel. Vict., de Caes., 9). Il rapporto tra il prefetto del pretorio e l'imperatore è paragonabile a quello tra il magister equitum e il dittatore in età repubblicana (Dig., 1 tit.11). Dal regno di Severo a quello di Diocleziano i prefetti, come i visir d'Oriente, avevano la sovrintendenza di tutti i dipartimenti dello stato, il palazzo, l'esercito, le finanze, e la legge: essi avevano anche un tribunale nel quale presiedevano ai processi (Dig., 12 tit.1 s.40). La carica del prefetto del pretorio non fu limitata ai funzionari militari; fu ricoperta anche da Ulpiano e Papiniano ed altri famosi giuristi.
Originariamente vi erano due prefetti, successivamente a volte uno e a volte due; dal tempo di Commodo a volte tre (Lamprid. Commod. 6), e anche quattro. Erano di norma scelti tra gli equites (Dion. Cass., LII, 24; Svet., Tit., 6; Lamprid., Commod., 4); ma dall'epoca di Alessandro Severo la dignità senatoriale fu sempre annessa al loro ufficio (Lamprid. Alex. Sev. 21).
Sotto Costantino i prefetti furono privati di tutto il potere militare, e diventarono governatori delle province. Egli nominò quattro prefetti di questo genere: il primo, che solitamente faceva parte della corte imperiale, ricevette il comando della Tracia, dell'intero Oriente e dell'Egitto; il secondo prese il comando dell'Illirico, della Macedonia e della Grecia e solitamente aveva la propria residenza prima a Sirmium, successivamente a Tessalonica; il terzo assunse il governo dell'Italia e dell'Africa; il quarto, che risiedette a Treviri, ebbe il comando della Gallia, Spagna e p953 Britannia (Zosim., II, 33). Questi prefetti erano i rappresentanti locali dell'imperatore, e i loro poteri erano estesi a tutti i rami dello stato: solo l'esercito non era soggetto alla loro giurisdizione. (Walter, Gesch. des Röm. Rechts, §§269, 341; Gibbon, Decline and Fall, c17).
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Pagina aggiornata: 17 mar 18