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Una voce del Dizionario di Erudizione Storico-Ecclesiastica di Gaetano Moroni.

Il testo italiano è ora di pubblico dominio. La mia traduzione inglese e le mie note ed eventuali foto a colori sono © William P. Thayer.

An article from Gaetano Moroni's Dizionario di Erudizione Storico-Ecclesiastica.

The Italian text is now in the public domain. My English translation and notes and any color photos are © William P. Thayer.

Vol. XXXVII
 p25 
Lithuania​a

Lituania, Lithavia o Litavia. Antico paese d'Europa, fra la Polonia al sud, la Prussia all'ovest, la Curlandia al nord e la Russia all'est. Ha circa 150 leghe di lunghezza, 100 di larghezza, e 6100 quadrate. La sua superficie, unita, piatta, e su molti punti paludosa, è intersecata da laghi numerosi e da gran fiumi abbondanti di pesce, alcuni de' quali vanno a discendere nel mar Nero, ed altri nel Baltico. I laghi sono formati dallo scioglimento delle nevi. I suoi fiumi principali sono il Dnieper, il Boristene​b e la Vilia, che hanno origine nella Lituania. La Dwina lo attraversa, ed il Niemen, formato da diverse riviere, va a perdersi nel golfo di Curlandia. Vi si trovano pascoli eccellenti, ed il suolo è fertile. La religione dominante è la cattolica romana, ma vi si trovano molti protestanti e greci. Conta un milione e quattrocentomila abitanti, che parlano una lingua particolare. La Lituania, ch'ebbe rimotamente i suoi principi particolari, fu nel secolo XI conquistata dai ruteni e resa loro tributaria; ma scosse un tal giogo mercè l'attività dell'abile suo capo Erdivil, che prese le armi a difesa della patria, si rese anche padrone di una parte della Russia nell'anno 1217, ed esigette da essa quello stesso tributo, che fino allora avevano pagato i lituani. Ringold, uno de' suoi successori, avendo spinte le sue conquiste nella Prussia, nella Masovia, e nella Polonia, prese il titolo di granduca di Lituania, ed il paese quello di granducato. Ecco la serie dei granduchigran principi suoi successori.​c 1238 Mendog o Mindowe. 1263 Troinat. 1265 Volstinik. 1268 Swentorog. 1270 Germond. 1275 Gilligin. 1278 Romond. 1280 Trab. 1280 Narimund. 1282 Troiden. 1282 Viten. 1315 Gedimino. 1328 Iavnut, deposto nel 1330, morto nel 1365. 1330 Olgierd. 1381 Kicistut. 1386 Jagellone re di Polonia. 1387 Skirgell o Casimiro, deposto nel 1382, morto nel 1394. 1392 Vitoldo Alessandro. 1430 Suidrigel o Bolislao, deposto nel 1432, morto nel 1452. 1432 Sigismondo che morì nel 1440, diventando gran principe di Lituania Casimiro IV re di Polonia, ed i re suoi successori.

Mendog o Mindowe o Mindano granduca di Lituania che nel 1238 successe a Ringold, camminò pure sulle sue traccie, ma alla fine i saccheggi che faceva di continuo sui popoli vicini gli attirarono il loro odio, ed i cavalieri teutonici di Prussia lo attaccarono vivamente. Mendog per salvare i suoi stati si dichiarò cristiano, e mise il suo granducato sotto la protezione della santa Sede e del Papa Innocenzo IV, il quale trovandosi nel 1251 in Milano, accettò tal sommissione, creò re Mendog, ed ordinò al  p29 vescovo di Culm che nel pontificio suo nome lo coronasse colle insegne reali: la coronazione ebbe luogo nel 1252 in Nowogrodek. I lituani adoravano come Dei il fuoco ed i serpenti, e solevano ardere col morto signore il servo ch'era stato a lui più caro. Mendog dipoi abbandonò il cristianesimo, e riprese la Curlandia sugli indeboliti cavalieri teutonici. In prova del ritorno dei lituani al paganesimo, il Rinaldi all'anno 1279, num. 42, racconta le crudeltà da loro commesse contro due cavalieri tedeschi cristiani; indi dice che nel 1282 avendo i polacchi sconfitti i jadzwingi o sudavi, questi collegatisi coi lituani se ne vendicarono aspramente; ma che Leszko Negro Duca di Cracovia e di Sandomiria, col patrocinio dell'arcangelo s. Michele mise a morte quasi tutti i jadzwingi, e gran parte de' lituani vi perirono, senza che alcun polacco vi restasse ucciso. Nell'anno seguente i lituani entrarono furiosamente in Polonia manomettendola senza pietà, quando il duca Leszko, mentre partivano carichi di bottino, avendo fatto ricevere la santa Eucaristia a' suoi soldati, e quantunque inferiori di forze ai nemici, li sconfisse, e molti fece prigioni. Mantenendo i lituani le conquiste fatte da Mendog, l'estesero ancora, e condotti dal loro Duca Witenes, nel 1311 entrarono in Prussia. La depredarono barbaramente, e con orribile disprezzo calpestrarono la santa Eucaristia, e fecero più di mille e quattrocento schiavi. Dio però punì tanta iniquità, a mezzo di Enrico di Plosko maestro de' cavalieri teutonici di Prussia, il quale investendo co' suoi i lituani, ne fece tale strage, che appena si salvò il loro duca Witenes ferito nella testa, e due suoi conti. In memoria di questo trionfo i cavalieri teutonici edificarono in Turon un monastero di monache e lo dotarono. Gedimino o Godymin re o duca dei lituani, fece con successo la guerra ai polacchi ed ai russi. Esso intitolandosi re de' lituani e de' ruteni, nel 1323 scrisse al Papa Giovanni XXII, che tocco da divina ispirazione di convertirsi co' suoi al cristianesimo, voleva sottoporsi all'obbedienza della santa romana Chiesa, domandando legati apostolici perchè l'ammettessero alla fede cattolica e in essa l'ammaestrassero. Il Pontefice si rallegrò con Gedimino, raccomandandogli i suoi nunzi, Bartolomeo vescovo Elettese, e Bernardo abbate del monastero di s. Teofredo della diocesi Aniciese,​d i quali accompagnati da pii e dotti religiosi, si dovevano affaticare di convertire alla fede i pagani lituani e ruteni. Ed essendosi Gedimino lagnato col Papa de' cavalieri teutonici, che avendo oppresso già il re Mendog o Mindowe erano stati causa ch'egli e la sua gente dopo ricevuto il battesimo tornassero al paganesimo, perchè aspiravano al dominio di Lituania, Giovanni XXII gli promise che si sarebbe autorevolmente interposto per una costante concordia, ed in fatti gli riuscì pacificarli, onde ne approvò le condizioni.

Tuttavolta non perseverò il re Gedimino nel buon proponimento. Arrivati a lui i nunzi apostolici, il barbaro principe disse loro non conoscere il Papa, e voler rimanere nella religione de' suoi padri, che avrebbe difeso sino alla morte. I legati dopo sì lungo cammino, e dopo  p30 tanti pericoli di terra e di mare sofferti, mortificati se ne partirono.​e Nel 1325 Gedimino diè in moglie una sua figlia a Casimiro, figlio di Uladislao IV re di Polonia, e invece di dote liberò tutti i polacchi che teneva in ischiavitù. La sposa venne battezzata solennemente nella chiesa di Cracovia, venendogli imposto il nome di Anna. Così si fece tregua tra i polacchi ed i lituani, ma per giusto giudizio di Dio, Gedimino fu miseramente ucciso da un'archibugiata, in una battaglia contro i crociati, sotto le mura di Wiclonar in Prussia nel 1340, morendo da bravo cavaliere.​f Olgierd e Kicistut figli di Gedimino fecero gran conquiste nella Prussia; il secondo ebbe una parte della Lituania, ed usurpò il restante al fratello, che fece morire in prigione. Suo figlio Jagellone, essendosi reso formidabile alla Polonia, e temendo le vicissitudini della fortuna, offrì ai polacchi di unire a questo regno il ducato di Lituania, e di ricevere il battesimo, sposando la regina Hedwige secondogenita​g del defunto Luigi I re di Polonia ed Ungheria, i quali regni alla sua morte eransi divisi. Accettarono i polacchi le sue offerete, Jagellone fu battezzato a Cracovia il giorno 12 febbraio 1386, prese il nome di Ladislao o Uladislao V, sposò Hedwige, e fu proclamato re di Polonia. In tal modo abbracciarono la fede la Lituania, la Samogizia, e quei russi ch'erano sudditi di Jagellone, come pure ebbero fine le le frequenti guerre tra i lituani ed i polacchi. Nel 1387 grandemente si dilatò il cristianesimo in Lituania, i cui popoli in folla portavansi a ricevere il sacro lavacro, uccidendo i serpenti che adoravano; tagliarono nei boschi sacri gli alberi che pure veneravano, ed estinsero il fuoco cui prestavano culto, e che custodivano perpetuo, distruggendo pure gli altari profani. Il re Uladislao V fece un gran parlamento a Vilna capitale di Lituania, per annullare l'idolatria, sostituire alle antiche superstizioni i riti cattolici, e quanto riguardava la dilatazione del vangelo. In un sol giorno trentamila lituani ricevettero il battesimo. Allora Jagellone edificò in questa regione due chiese vescovili, che furono quelle di Vilna e di Samogizia (Vedi), e le dotò di rendite convenienti al mantenimento dei vescovi che si doveano creare, ed a quello de' sacerdoti per istruire i popoli nella fede. La Lituania e la Samogizia nelle antiche notizie ecclesiastiche sono registrate sotto la Lituania, ed il metropolitano di Gnesna. Gli storici fanno grandi elogi di Uladislao V, per lo zelo ch'ebbe in dilatar la cattolica religione, chiamandolo apostolo, perchè esponeva a' suoi popoli il simbolo e l'orazione domenicale in lingua lituana, e servendo d'interprete a' sacerdoti. Indi spedì al Pontefice Urbano VI suo ambasciatore, per prestargli obbedienza, il vescovo di Posnania. Della sua esemplare pietà molte cose si raccontano dall'annalista Rinaldi.

Nell'anno 1414 si compì la conversione della Samogizia, ove principalmente si adorava il sole, e siccome i sacerdoti cattolici ignoravano l'idioma samogitico, Uladislao V fece l'uffizio di apostolo, ammaestrando quelle genti ne' misteri della fede. Martino V lo dichiarò perciò vicario della Chiesa romana nei suoi regni e provincie, onde meglio diffondere la luce del vangelo  p31 tra i barbari, e ridurre i greci all'obbedienza della Sede apostolica. Somiglianti grazie concesse Martino V a Vitoldo Alessandro Duca di Lituania. Questi ed il re ricusarono di prendere le difese degli eretici boemi contro l'imperatore Sigismondo, tuttochè questo gli avesse fatte delle ingiurie. Tuttavia essi mandarono in Boemia Sigismondo Coributo, ma nel 1428 Martino V ammonì il re e il Duca a richiamarlo. Eugenio IV dichiarò Isidoro arcivescovo di Kiovia legato a latere nella Lituania, e poi lo creò cardinale: all'articolo Kiovia (Vedi) vi sono molte notizie che riguardano la Lituania, i cui principi protessero sempre i metropolitani di Kiovia. Sotto Casimiro IV figlio di Jagellone, gran principe di Lituania nel 1440 e re di Polonia nel 1445, i polacchi confermarono ch'essi non farebbero più che un solo popolo coi lituani, e si stabilì che il re sarebbe eletto in Polonia, che i lituani avrebbero seduta e suffragi nella dieta, che la moneta sarebbe l'istessa, e che ciascune nazione seguirebbe i suoi antichi costumi. Il Papa Gregorio XIII fondò un collegio in Vilna, e nel 1583 creò cardinale Giorgio Radzivil nobile lituano, de' duchi di Olika e Nieswiez, vescovo di Vilna, che morì in Roma nel 1600. Clemente XI nel 1709, colla costituzione Desiderantibus, presso il Bull Rom. t. X. par. I. p209 eresse in congregazione col titolo di s. Croce i monasteri dei benedettini di Lituania. Benedetto XIV con la costituzione Inter plures, de' 2 maggio 1744, Bull. Magn. t. XVI, p198, approvò l'unione della congregazione de' monaci basiliani della ss. Trinità di Lituania, con quelli del Patrocinio della Beata Vergine di Polonia. I basiliani essendosi impadroniti delle dignità primarie del clero secolare, i capitoli e le collegiate giunsero a comporsi di soli basiliani, ad onta delle frequenti ammonizioni della santa Sede.

Al tempo della prima divisione della Polonia (Vedi), nel 1773, una porzione considerabile della Lituania passò alla Russia (Vedi), formando i governi di Mohilow, e di Polock e Witebsk. Così la Russia incorporò la gran parte della Lituania che gli toccò, alla Podolia ed alla Volinia. Ciò che restava ancora alla monarchia polacca componeva per anco le sei woiwodie di Vilna, Troki, Polock, Nowogrodek, Brzese e Minsk; le due prime erano la Lituania propriamente detta; le altre la Lituania rutena, che dividevasi in Russia bianca, Russia nera e Polesia; la Samogizia vi era annessa. Per le divisioni del 1793 e 1795 la Russia ebbe della Lituania ciò che forma i governi di Vilna, di Grodno e di Minsk, e la Prussia (Vedi) ebbe un territorio che fa attualmente parte della reggenza di Gumbinnen nella provincia della Prussia orientale. La quinta gran divisione russa è conosciuta oggi col nome di Lituania. La Lituania ebbe sino alla conquista russa tre vescovati latini, uno per la Samogizia, quello di Smolensko per la Russia bianca, il terzo di Vilna per la Lituania, il quale fu anche chiamato il vescovato di Lituania spesse volte. La città di Smolensko essendo ceduta per i trattati alla Russia, fino da due secoli, i cattolici, principalmente nobili, emigrarono nella Polonia: il vescovo  p32 non risiedeva in Smolensko e fu quasi in partibus. Questa sede vescovile essendo stata abolita dai russi come quella di Livonia, in loro vece Caterina II ottenne da Pio VI l'erezione del vescovato poi arcivescovato metropolitano per tutta la Russia in Mohilow. Il vescovato di Kiovia essendo distrutto per violenza della stessa Caterina II, l'imperatore Paolo I dando pace alla Chiesa cattolica, non ardì ristabilirlo, ma quasi in compenso, e col consenso di Pio VII, fondò il vescovato di Minsk nella Lituania rutena; e così l'antica Lituania venne ad avere l'arcivescovato di Mohilow, ed i vescovati di Minsk, di Vilna e di Samogizia. Per altre notizie, massime ecclesiastiche, della Lituania, oltre i citati articoli, si possono leggere i seguenti. Minsk, sede vescovile tanto di rito latino, che di rito greco unito. Pinsk e Turovia, sedi vescovili unite di rito greco-ruteno. Uladimiria e Brest, sedi vescovili di rito greco-ruteno. Vilna, sede vescovile con quattro suffraganei. Nel 1839, come si è detto all'articolo Kiovia, per opera principalmente dello scismatico Siemaszko vescovo di Lituania, la chiesa rutena venne separata dalla cattolica ed unita alla Russa scismatica.

Lithuania, Lithavia or Litavia. An ancient country of Europe, between Poland to the south, Prussia to the west, Courland to the north and Russia to the east. It is about 150 leagues long, 100 wide, and 6100 square leagues in area. Its surface, uniform, flat, and in many places marshy, is sown with many lakes and large rivers plentiful in fish, some of which flow down to the Black Sea, and others to the Baltic. The lakes are formed by the melting of snow. Its principal rivers are the Dnieper, the Borysthenes​b and the Vilija, which have their sources in Lithuania. The Dvina flows thru it, and the Nemunas, formed by several rivers, ends in the Gulf of Courland. The country has excellent pasturelands, and the soil is fertile. The dominant religion is Roman Catholicism, but there are many Protestants and Greek Orthodox. It has a population of one million four hundred thousand, who speak their own distinct language. Lithuania, which in very early times had its own princes, was conquered by the Ruthenians in the eleventh century, and made tributary to them; but it threw off that yoke thanks to the work of its able leader Erdivil, who took up arms to defend his country, even becoming master of a part of Russia in the year 1217, and exacting from it the same tribute which the Lithuanians had hitherto paid. Ringaudas, one of his successors, having carried his conquests into Prussia, Masovia, and Poland, assumed the title of grand duke of Lithuania, and the country that of grand duchy. Here follows the series of the grand dukes or grand princes his successors.​c 1238 Mendog or Mindowe [Mindaugas]. 1263 Treniota. 1265 Volstinik. 1268 Swentorog. 1270 Germond. 1275 Gilligin. 1278 Romond. 1280 Trab. 1280 Narimund. 1282 Traidenis. 1282 Vytenis. 1315 Gediminas. 1328 Jaunutis, deposed in 1330, died in 1365. 1330 Algirdas. 1381 Kęstutis. 1386 Jogaila [Jagiełło] king of Poland. 1387 Skirgaila or Casimir, deposed in 1382, died in 1394. 1392 Vytautas Alexander. 1430 Švitrigaila or Bolislaus, deposed in 1432, died in 1452. 1432 Sigismund who died in 1440, at which point Casimir IV king of Poland became grand prince of Lithuania, as did the kings that followed him.

Mendog or Mindowe or Mindano [Mindaugas], the Grand Duke of Lithuania, who succeeded Ringaudas in 1238, followed in his footsteps, but in the end his constant plundering of the neighboring peoples drew their hatred upon him, and the Teutonic Knights of Prussia attacked him fiercely. Mindaugas, in order to save his states, declared himself a Christian, and placed his grand duchy under the protection of the Holy See and of Pope Innocent IV, who, when he was in Milan in 1251, accepted this submission, created Mindaugas king, and ordered the  p29 bishop of Chełmno to crown him with the royal insignia acting in his name as pope: the coronation took place in 1252 in Navahrudak. The Lithuanians worshipped fire and snakes as gods, and with a dead lord used to burn the servant who had been dearest to him. Mindaugas then abandoned Christianity, and retook Courland from the weakened Teutonic Knights. As proof that the Lithuanians had returned to paganism, Rinaldi (s. a. 1279, no. 42), recounts the cruelties they committed against two Christian German knights; he goes on to say that the Yatvegians or Sudavians, defeated by the Poles in 1282, allied themselves with the Lithuanians and exacted a bitter revenge; but that Leszek the Black Duke of Cracow and Sandomierz, under the invocation of the archangel St. Michael put to death almost all the Yatvegians, and a great part of the Lithuanians perished there, while not a single Pole was killed. The following year the Lithuanians burst into Poland, ravaging it without mercy, yet as they were leaving laden with booty, Duke Leszek had his soldiers receive the Holy Eucharist, and though inferior in strength to the enemy, he defeated them, taking many prisoners. The Lithuanians kept the conquests made by Mindaugas, however, and extended them: led by their Duke Vytenis they entered Prussia in 1311. They plundered it savagely, trampled on the Holy Eucharist with horrible contempt, and made more than fourteen hundred slaves. But God punished such iniquity by the hand of Heinrich von Plauen, Master of the Teutonic Knights of Prussia, who attacked the Lithuanians with his men and made such a massacre of them that only their duke Vytenis, who received a head wound, and two of his counts barely escaped. In memory of this triumph the Teutonic Knights built and endowed a nuns' monastery in Toruń. Gediminas or Godymin, king or duke of the Lithuanians, waged war success­fully on the Poles and the Russians. In 1323, calling himself king of the Lithuanians and Ruthenians, he wrote to Pope John XXII, declaring that he had been struck by divine inspiration with a desire to convert to Christianity with his men, and wished to submit to the obedience of the Holy Roman Church, requesting apostolic legates that they might admit him to the Catholic faith and instruct him in it. The Pontiff rejoiced with Gediminas, recommending to him his nuncios, Barthélémy bishop of Alet and Bernard abbot of the monastery of St. Theofred of the diocese of Le Puy,​d who, accompanied by pious and learned religious, had to work hard to convert the pagan Lithuanians and Ruthenians to the faith. And when Gediminas complained to the Pope about the Teutonic Knights, who had formerly oppressed King Mindaugas or Mindowe because they aspired to rule Lithuania and who had thus been the cause of Gediminas' return to paganism with his people after receiving baptism, John XXII promised him that he would authoritatively intervene to insure ongoing harmony; and in fact he succeeded in pacifying them, so he approved the conditions.

King Gediminas, however, did not persevere in his good intentions. When the apostolic nuncios arrived, the barbarian prince told them that he did not know the Pope, and that he wanted to remain in the religion of his fathers, which he would defend to the death. The legates, having traveled so far and  p30 faced so many perils on land and sea, left mortified.​e In 1325 Gediminas gave one of his daughters in marriage to Casimir, son of Władysław IV king of Poland, and in lieu of a dowry he freed all the Poles he held in slavery. The bride was solemnly baptized in the church of Kraków, and was given the name of Anna. Thus a truce was arranged between the Poles and the Lithuanians, but by the just judgment of God, Gediminas was wretchedly killed by a shot from an arquebus in a battle against the crusaders, under the walls of Veliuona in Prussia in 1340, dying as a brave knight.​f Gediminas' sons Algirdas and Kęstutis made great conquests in Prussia; the latter had a part of Lithuania, and usurped the remainder from his brother, whom he put to death in prison. His son Jogaila, having made himself a power in Poland, and fearing the vicissitudes of fortune, proposed to the Poles that the Duchy of Lithuania be united to the Polish kingdom, and that he himself receive baptism and wed Queen Jadwiga, second​g daughter of the late Louis I, king of Poland and Hungary, which kingdoms had been divided upon his death. The Poles accepted his proposals, Jogaila was baptized at Kraków on February 12, 1386, took the name of Ladislas or Uladislaus [Władysław] V, married Jadwiga, and was proclaimed king of Poland. Thus Lithuania, Samogitia, and those Russians who were subjects of Jogaila embraced the faith, and the frequent wars between the Lithuanians and the Poles came to an end. In 1387 Christianity spread extensively thruout Lithuania, whose people flocked in crowds to receive the sacred bath, killing the snakes they had erstwhile worshipped; they cut down the trees that they had venerated in the sacred groves, and extinguished the eternal flame to which they had devoted a cult; they also destroyed the profane altars. King Władysław V held a great parliament in Vilnius, the capital of Lithuania, to abolish idolatry, to replace the ancient superstitions with Catholic rites, and to do everything for the spread of the Gospel. In a single day thirty thousand Lithuanians received baptism. Jogaila then built two episcopal churches in this region, those of Vilnius and of Samogitia (q.v.), and endowed them with revenues sufficient to maintain the bishops that were to be created, and the priests to instruct the people in the faith. In the old ecclesiastical notices Lithuania and Samogitia are recorded as Lithuania and placed under the metropolitan of Gniezno. Historians highly praise Władysław V for his zeal in spreading the Catholic religion, calling him an apostle because he explained to his people the creed and the Lord's Prayer in the Lithuanian language, and served as an interpreter for the priests. He then sent the bishop of Poznań as his ambassador to Pope Urban VI, to tender him obedience. Much is said about his exemplary piety by the annalist Rinaldi.

In the year 1414 the conversion of Samogitia was accomplished, where the principal worship had been that of the sun, and since the Catholic priests did not know the Samogitian language, Władysław V performed the office of apostle, instructing those people in the mysteries of the faith. Martin V therefore declared him vicar of the Roman Church in his realms and provinces, in order better to spread the light of the Gospel  p31 among the barbarians, and to reduce the Greeks to the obedience of the Apostolic See. Similar favors were granted by Martin V to Vytautas Alexander, Duke of Lithuania. He and the king refused to take up the defense of the Bohemian heretics against the emperor Sigismund, even though the latter had done them harm. They did, however, send Sigismund Korybut to Bohemia: but in 1428 Martin V admonished the king and the duke to recall him. Eugene IV appointed Isidore, the archbishop of Kyiv, as legate a latere in Lithuania, and then created him cardinal: the article Kiovia (q.v.) contains much information regarding Lithuania, whose princes always had the metropolitans of Kyiv under their protection. Under Casimir IV son of Jogaila, Grand Prince of Lithuania in 1440 and King of Poland in 1445, the Poles confirmed that they would thenceforth be but one people with the Lithuanians, and it was decided that the king would be elected in Poland, that the Lithuanians would have seats and votes in the Diet, that the currency would be the same, and that each nation would follow its ancient customs. Pope Gregory XIII founded a college in Vilnius, and in 1583 created Jurgis Radvila [Jerzy Radziwiłł] cardinal: a Lithuanian nobleman, of the dukes of Ołyka and Nieśwież, bishop of Vilnius, who died in Rome in 1600. In 1709 Clement XI, by the constitution Desiderantibus (Bull. Rom. vol. X. par. I p209) erected the monasteries of the Benedictines of Lithuania as a congregation with the title of Holy Cross. Benedict XIV, by the constitution Inter plures, of May 2, 1744 (Bull. Magn. vol. XVI p198), approved the union of the congregation of the Basilian monks of the Holy Trinity of Lithuania, with those under the Patronage of the Blessed Virgin of Poland. The Basilians having taken over the chief dignities of the secular clergy, the chapters and the collegiate church came to be constituted of Basilians only, despite frequent admonitions by the Holy See.

At the time of the first partition of Poland (q.v.), in 1773, a considerable portion of Lithuania passed to Russia (q.v.), constituting the gubernias of Mahilioŭ, Polotsk and Vitebsk. Thus Russia incorporated the great part of Lithuania that fell to her into Podolia and Volhynia. What still remained to the Polish monarchy comprised the six voivode­ships of Vilnius, Troki, Polotsk, Navahrudak, Brześć [Brest-Litovsk] and Minsk; the first two were in Lithuania proper; the others were in Ruthenian Lithuania, which was divided into White Russia, Black Russia and Polesia; Samogitia was annexed to Lithuania. By the partitions of 1793 and 1795 Russia received from Lithuania the territory now constituting the gubernias of Vilnius, Grodno and Minsk, and Prussia (q.v.) received a territory which is now part of the regency of Gumbinnen in the province of East Prussia. The fifth Russian section is known today by the name of Lithuania. Until the Russian conquest Lithuania had three Latin bishoprics, one for Samogitia, that of Smolensk for White Russia, and the third of Vilnius for Lithuania, which was also often called the bishopric of Lithuania. The city of Smolensk having been ceded by treaties to Russia, for two centuries Catholics, mainly nobles, emigrated to Poland: the bishop  p32 did not reside in Smolensk and was pretty much in partibus. This episcopal see and that of Livonia having been abolished by the Russians, in their stead Catherine II obtained from Pius VI the erection of a bishopric for all Russia, later a metropolitan archbishopric, in Mahilioŭ. The bishopric of Kyiv having been destroyed thru the ruthlessness of Catherine II herself, the Emperor Paul I, while yet wishing to placate the Catholic Church, did not dare to re-establish it, but as a sort of compensation, and with the consent of Pius VII, founded the bishopric of Minsk in Ruthenian Lithuania; and thus ancient Lithuania came to have the archbishopric of Mahilioŭ, and the bishoprics of Minsk, Vilnius and Samogitia. For further information on Lithuania, especially ecclesiastical, in addition to the articles cited one may read the following. Minsk, episcopal see of both the Latin Rite and the Uniate Greek Rite. Pinsk and Turovia, Uniate episcopal sees of the Greek-Ruthenian rite. Uladimiria and Brest, episcopal sees of the Greek-Ruthenian rite. Vilnius, episcopal see with four suffragans. In 1839, as mentioned in the article Kiovia, mainly due to the efforts of the schismatic Siemaszko, bishop of Lithuania, the Ruthenian church was separated from the Catholic Church and joined to the schismatic Russian church.

(my translation)


Note di Thayer/Thayer's Notes:

a Ho lasciato il testo originale italiano così com'è stampato, senz'altro; ma la mia versione inglese traduce i nomi propri secondo gli usi odierni, adottando le grafie lituane, polacche, bielorusse, ucraine, russe, tedesche o francesi a seconda dei casi, e ogni tanto le forme inglesi comuni.

a I've left the original Italian text as it was printed, of course; but my English translation renders proper names according to current usage, adopting Lithuanian, Polish, Belarusian, Ukrainian, Russian, German, or French spellings as appropriate, and occasionally the common English forms.

b Così il Moroni; il Dnieper e il Boristene però sono uno e lo stesso fiume sotto il suo nome odierno (russo) e antico, rispettivamente. Un enigma.

Si noterà anche che il Dnieper non scorre attraverso la "Lituania propriamente detta" nè l'odierna Lituania: ha la sua sorgente in Russia, per scorrere poi attraverso la Bielorussia e l'Ucraina.

b So Moroni; the Dnieper and the Borysthenes, however, are one and the same river under its modern (Russian) and ancient names, respectively. A puzzle.

It will also be noted that the Dnieper does not flow thru "Lithuania proper" nor thru today's Lithuania: it takes its source in Russia, then flows thru Belarus and Ukraine.

c Un elenco da affrontare con notevole cautela.

c A list to be approached with considerable caution.

d Elettese: latino Electensis, cioè di Alet, non lontano da Perpignan nella Francia meridionale. Aniciese: latino Aniciensis, di Le Puy, nella Francia centrale.

d Italian Elettese, for Latin Electensis: of Alet, not far from Perpignan in southern France. Italian Aniciese, for Latin Aniciensis: of Le Puy, in central France.

e Per un'ottica notevolmente diversa sull'approccio di Gediminas al cristianesimo e sul suo trattamento dei legati, vedi l'autore lituano-americano don Thomas Chase, The Story of Lithuania, pp23‑25.

e A sharply different view of Gediminas' approach to Christianity and his treatment of the legates is given by the Lithuanian-American author Fr. Thomas Chase in The Story of Lithuania, pp23‑25.

f Gli studiosi moderni sono incerti quanto riguarda la data della morte di Gedimino, avvenuta in inverno, del 1340‑1341 o del 1341‑1342.

Il "Wiclonar" del Moroni sta per Wehlonen, nome tedesco di Veliuona, ora in Lituania. Per parecchi secoli si è creduto, probabilmente dovuto ad un fraintendimento di una cronaca scritta nel 1464, che Gedimino fosse morto durante l'assedio del castello di Bayerburg nei pressi di Veliuona, nel 1337. Vistoché Gedimino appose la sua firma a un accordo redatto nel 1338, questo non è il caso e la sua morte rimane un mistero. Online di solito leggiamo, vagamente, che è stato ucciso in un colpo di stato, forse avvelenato. Il suo luogo di sepoltura rimane sconosciuto. Un'eccellente introduzione al problema della morte di Gedimino può leggersi nella rivista Laiškai Lietuviams, Vol. 39 No. 8 (in lituano, ma si ricorda al lettore che Google può fornire una traduzione approssimativa). Nel caso quella pagina sparisse dal Web, ne ho conservata una copia, basta scrivermi due righe.

f Modern scholar­ship is uncertain about the date of Gediminas' death, which occurred in winter, either that of 1340‑1341 or that of 1341‑1342.

Moroni's "Wiclonar" stands for Wehlonen, the German name of Veliuona, now in Lithuania. For several centuries, it was believed, probably based on the misunderstanding of a chronicle written in 1464, that Gediminas died in the siege of the castle of Bayerburg near Veliuona — in 1337. Since Gediminas affixed his signature to an agreement drawn up in 1338, this is not the case, and his death remains a mystery. Online we usually read, vaguely, that he was killed in a coup, maybe poisoned. His burial place remains unknown. An excellent introduction to the problem of Gediminas' death can be read in the journal Laiškai Lietuviams, Vol. 39 No. 8 (in Lithuanian — with a reminder that Google can provide an approximate translation). In case that page vanishes from the Web, I've kept a copy, just drop me a line.

g Hedwige era la seconda figlia di Luigi sopravvissuta all'infanzia, ma era la sua terza figlia.

g Jadwiga was the second to survive childhood, but actually Louis' third daughter.


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Page updated: 3 Oct 24

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