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Bambini della Famiglia Imperiale Romana (13 a.C.)


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Ho la sensazione che questi siano Gaio e Lucio, figli di Agrippa e Giulia, quindi i nipoti di Augusto; ma sto ancora cercando per tutta la casa conferma . . .

Per qualche ragione è molto difficile ritrarre bambini senza essere stucchevoli o sentimentali; per di più quando si somma la tendenza dell'arte di propaganda ad essere semplicemente kitsch, il soggetto davanti a voi — due bambini della famiglia al potere, la cui effettiva presenza di entrambi nella processione di quel giorno di Luglio del 13 a.C. e nella sua rappresentazione qui sopra, viene enfatizzata allo scopo di consolidare una nascente dinastia — è una dei compiti più difficili che un artista debba affrontare.

Il mio giudizio ? 9- per il più giovane (che guarda appena un po' troppo amorevolmente al suo fratello più grande), 5+ per l'altro; sentimentale!

In breve: "Caspita!, è già un vero ometto!"

La gravitas degli antichi Romani, alla quale essi attribuivano gran valore, non è da nessuna altra parte più tangibile che nel loro atteggiamento verso i bambini. Non faceva per loro la melliflua nozione del ventesimo secolo del bambino quale speciale tipo di persona in corso di sviluppo, che maschera la nostra non detta consapevolezza basata su psicologie profonde, che la mente di un bambino è una giungla sconosciuta e pericolosa: per i Romani, un bambino era solo un piccolo adulto. Quest'atteggiamento è stato qui abilmente trasfuso nell'obiettivo propagandistico di mostrare la continuità della pace e ordine sotto la nuova dinastia: guardate, il futuro erede di Augusto si prende già cura di quanti stanno intorno a lui. . . .

(Il pendente al collo del bambino più giovane è chiamato bulla. Per dettagli, vedere questa pagina).


Ora, io ho una reputazione da difendere — Non vorrei si pensasse che io sia eccessivamente appassionato dei bambini — allora perché questa pagina particolare piuttosto che un complessivo esame della processione?

La risposta sta nelle condizioni piuttosto inusuali per la ripresa fotografica unite con la mia inesperienza all'epoca in cui scattai le foto. L'Ara Pacis è totalmente inclusa in una grande costruzione che, per quanto possa essere priva di carattere, è attentamente disegnata per metterla in rilievo. È perciò illuminata da ogni lato dalla luce naturale per mezzo di pareti vetrate, ma si trova a relativa distanza da esse poiché è stata impostata per consentire un elevato flusso di visitatori.

Le vetrate sembrano essere scurite, tendenti al verde, forse allo scopo di ridurre l'abbagliamento per gli occhi umani, o è forse solo un effetto dovuto al loro spessore: ma questo è un disastro per le fotografie. Penso che filtri gialli potrebbero essere d'aiuto.

Per di più il fabbricato che la racchiude è un rettangolo con i lati maggiori orientati ad est e ad ovest; e il tetto non è in vetro: come risultato, solo i lati corti (l'entrata, a sud, e il pannello di Tellus a nord: ruotati tra l'altro di 90° rispetto all'orientamento dell'altare in epoca romana) ricevono sempre una buona illuminazione laterale; i lati maggiori sono ampiamente illuminati al mattino o al pomeriggio (essendo gli altri in luce diffusa), e nelle ore centrali del giorno, specialmente in estate, il tetto provoca ombre sulle sezioni superiori della processione.

Fotografare bene l'Ara Pacis è perciò un compito non facile e richiede sia esperienza nella fotografia sia abilità e destrezza per sfruttare le mutevoli condizioni di illuminazione secondo l'orario di apertura.

Io non sapevo nulla di tutto ciò quando scattai le mie povere foto nel 1994. L'occhio umano è una tale meraviglia che tutto allora mi sembrava perfetto. La macchina la sapeva più lunga, comunque, ed ecco che cosa esce quando lo sguardo si ritira dei fanciulli faraonici:


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— che nessuna manovra con PhotoShop può aggiustare nè prosa spiegare. Le mie fotografie non sono buone. Per amor di completezza, comunque, quelle più approssimativamente adeguate sono ancora proposte qui sotto, almeno fintanto chè non tornerò a Roma a fare una serie migliore. Cliccate per aprirle in piccole pagine.


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Secondo la guida del TCI di Roma, gli orari di apertura sono:

(vuoto) 
[ALT dell'immagine: (vuoto)]
dal 1 Ott al 31 Mar

[ALT dell'immagine: (vuoto)]
dal 1 Apr al 30 Sett
Domenica
0900‑1300
0900‑1300
Lunedì
chiuso
chiuso
Martedì
0900‑1330
0900‑1330 poi di nuovo dopo pranzo: 1600‑1900
Mercoledì
0900‑1330
0900‑1330
Giovedì
0900‑1330
0900‑1330
Venerdì
0900‑1330
0900‑1330
Sabato
0900‑1330
0900‑1330 poi di nuovo dopo pranzo: 1600‑1900

Per concludere, un mio suggerimento sarebbe di andare a fotografare l'Ara Pacis in un giorno nuvoloso; o meglio il lato ovest al mattino e il lato est alla sera. Spero che questo sarà utile per quelli di voi che vogliano fare meglio di quanto ho fatto io, e apprezzerei ricevere notizie da chiunque di voi ci provi.


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