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Il Foro Romano — Storia e Monumenti

da Christian Hülsen

pubblicato da Ermanno Loescher & Co
Editori di S. M. la Regina d'Italia
1905

Il testo, le piante e le immagini in bianco e nero sono nel pubblico dominio.
Le foto a colori sono © William P. Thayer.

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 p139  XXVIII. Oratorio dei Quaranta martiri

La parete di fondo dell'edicola di Giuturna s'appoggia ad una sala con abside di buona opera laterizia, situata esattamente nell'asse della Nova Via. A che servisse da principio è ignoto; nell'età cristiana fu trasformata in un oratorio dedicato ai Quaranta martiri.

Nella persecuzione di Diocleziano quaranta soldati cristiani in Sebaste nell'Armenia non poterono, secondo la tradizione, essere indotti ad abiurare la loro fede, nè con promesse, nè con torture. Allora il prefetto Agricola li condannò ad essere immersi (essendo rigido inverno) in uno stagno freddissimo, per farli morire lentamente dal gelo. Per acuire la tortura, Agricola stesso ordinò che accanto allo stagno fosse preparato un bagno caldo, nel quale chiunque rinnegasse la sua fede, potesse trovare sollievo. Ma uno soltanto dei quaranti soldati rinunziò la fede, tutti gli altri rimasero fermi ripetendo incessantemente la preghiera: "O Signore, noi eravamo quaranta quando siamo scesi nello stagno, fa che anche in quaranta riceviamo la corona celeste". Tocco da così grande perseveranza, uno dei guardiani entrò nello stagno e fu martirizzato con gli altri trentanove.

Il grande affresco dell'abside rappresenta i quaranta martiri entro lo stagno: a destra si vede l'apostata nel tepidario, accanto, il guardiano armato. Sulla parete sinistra e sulla parte attigua della parete di fondo erano rappresentati i quaranta martiri nella gloria. Queste figure sono assai danneggiate; ben conservata è invece la parte inferiore della parete contigua all'abside: vi sono due grandi croci latine con medaglioni nel centro (testa di Cristo e della Madonna), e con corone ed altri ornamenti pendenti dai bracci. Croci simili di metallo ornate di oro e di gioielli erano sospese in molte basiliche antiche sopra i sepolcri dei martiri, e spesso servivano da lampadari. Sotto le croci stanno due agnelli ed un pavone, composizione simile alle pitture che si vedono nelle catacombe. Gli affreschi della parete destra (forse rappresentanti la storia di S. Antonio Eremita) sono quasi svaniti. Il pavimento dell'oratorio è composto in maniera rozzissima con frammenti di marmi bianchi e colorati, di porfido e di serpentino.

Vedi: Huelsen, R. M. 1902, 83‑88; Rushforth, Papers of the British School at Rome, I (1902), S. 110 sg.; Vaglieri 199‑201.


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Pagina aggiornata: 18 mar 00