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Il Foro Romano — Storia e Monumenti

da Christian Hülsen

pubblicato da Ermanno Loescher & Co
Editori di S. M. la Regina d'Italia
1905

Il testo, le piante e le immagini in bianco e nero sono nel pubblico dominio.
Le foto a colori sono © William P. Thayer.

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 p158  XXXI. Regia

Della Regia rimangono presso a poco le sole fondamenta, appartenenti in parte all'edifizio  p159 repubblicano e in parte a quello restaurato nell'età di Augusto.

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Fig. 83. Pianta della Regia.
Secondo la tradizione romana, la dimora regale di Numa Pompilio era al principio della Sacra Via, ed egli l'avrebbe lasciata poi al Pontefice Massimo. Nell'età repubblicana la Regia non servì più per residenza del Pontefice, ma soltanto come suo ufficio amministrativo. Ivi, fra altre cose, si trovava l'archivio, nel quale si conservavano oltre i commentari le tavole, compilate annualmente dai Pontefici, e contenenti la lista dei magistrati, i fatti più notevoli avvenuti in pace ed in guerra, i prodigi, il caro dei viveri, l'eclissi, le pubbliche calamità, ecc. Da queste tavole, o anche dai commentari, ebbe origine il più antico libro di storia romana, che gli autori antichi chiamarono Annales Maximi. Nella Regia esistevano altresì parecchie piccole cappelle (sacraria): in quella di Marte si conservavano le lancie sacre a questo dio, e gli scudi (ancilia) dei Salii. Un altro sacrario dedicato ad Ops, la dea della fertilità, era così inviolabile che il solo Pontefice e le vergini Vestali avevano diritto d'entrarvi. La Regia, distrutta da incendi  p160 nel 148 e 36 a. C., fu in quest'ultimo anno restaurata sontuosamente da Domizio Calvino, vincitore della Spagna; allora sulle sue pareti esterne fu scolpita la lista dei magistrati eponimi e dei trionfi da Romolo fino a Cesare. Queste iscrizioni, oltre ad ornare l'edifizio, avevano pure lo scopo di indicarne la destinazione come archivio. I frammenti di queste iscrizioni, ora si trovano nel Palazzo dei Conservatori sul Campidoglio, e perciò portano il nome di Fasti Capitolini. Sotto Commodo la Regia venne un'altra volta danneggiata dalle fiamme, ma fu subito ricostruita da Settimio Severo. L'edifizio rimase in piedi, a quanto sembra, anche dopo la caduta dell'Impero occidentale, ma nel secolo ottavo era già in parte rovinato (v. p. 112). Gli avanzi vennero scoperti nel 1546 (e fu rinvenuta la maggior parte dei frammenti dei Fasti), ma non si seppe stabilire allora a quale costruzione essi appartennessero; soltanto le esplorazioni moderne (1886, 1889, 1901) hanno accertato l'edifizio, il luogo ove sorgeva e la sua architettura.

A sinistra della strada si vede prima (presso i, fig. 83) una piccola stanza con pavimento di marmo bianco e nero ove, incastrata in un muro medioevale, si rinvenne la metà di un architrave con l'iscrizione:

... ORES·PONTIFICVM·ET·FLAMINVM

La prima metà del medesimo architrave era già tornata alla luce nel 1546; con essa si supplisce l'iscrizione in questa maniera: in] honorem domus Augustae kalatores pontificium et flaminum. Si è proposta quindi la congettura, che quei subalterni dei sacerdoti avessero il loro uffizio accanto a questo angolo della Regia. I bei frammenti architettonici, i pezzi di trabeazioni, i capitelli di colonne e di pilastri, ora accatastati qui, provengono dall'edifizio restaurato da Calvino (36 a. C.).

Continuando la via, che è lievemente in salita, si trovano a destra le fondamenta della Regia repubblicana. Un locale che ha conservato il pavimento di lastroni di tufo, con in mezzo una sostruzione rotonda di tufo grigio (lo strato superiore è di moderno restauro), si è voluto, senza ragioni convincenti, riconoscere per il sacrario di  p161 Marte. Nè più probabile è un'altra congettura, che una cisterna sotterranea (presso f) segni il posto del sacrarium Opis. Più oltre si vedono avanzi dell'edifizio imperiale.


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Fig. 84. Parete della Regia con i Fasti.

Della parete meridionale, che, nell'edifizio di Calvino, portava scolpite le liste dei consoli e dei trionfi, poco rimane sul luogo; numerosi invece sono i frammenti dell'epistilio che già coronava la parete, provenienti dal restauro di Settimio Severo. Gli avanzi di una parete che ancora stavano in piedi dimostrano — come i blocchi dei Fasti — che l'edifizio di Calvino era piccolo ma sontuoso,  p162 e formato da solidi massi marmorei. Rimangono anche pezzi di un pavimento di marmo bianco, la soglia di una porta (presso c, fig. 83) ed altri avanzi dello stesso materiale. Tutta la parte settentrionale della Regia, dirimpetto al tempio di Faustina, venne trasformata al principio del medio evo (sec. VII‑VIII) in una nobile case privata, simile a quella situata nella basilica Emilia (v. p. 112); ne rimangono le colonne di cipollino con rozze basi di granito rosso, e le mura costruite in mattoni e frantumi di marmo. La Regia dell'età repubblicana si estendeva, come è probabile, assai più verso oriente; ad essa si attribuiscono alcuni avanzi di tufo e di travertino ritrovati tra la case delle Vestali e la Sacra Via (presso z, fig. 93).

Vedi: Ovid. trist. III, 1, 28; Festus 278. 279; Appian. bell. civ. II, 148; Plinius ep. IV, 11; Obsequens 19; FUR. fr. 21 Jordan; Cassius Dio fr. 6, 2. XLVIII, 42. LIV, 27; Servius Aen. VIII, 363; Solin. I, 21.

Jordan I, 2, 302‑303. 423‑428; Huelsen, Jahrbuch des Instituts 1889, 228‑253, CIL i2 p. 5 sg., R. M. 1902, 62‑66; Cantarelli, Riv. di filologia 1898, p. 209 sg.; Lanciani 221‑223; Vaglieri 40‑55; Boni, Atti del Congresso storico 518‑525.


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Pagina aggiornata: 30 Mar 02