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Il Foro Romano — Storia e Monumenti

da Christian Hülsen

pubblicato da Ermanno Loescher & Co
Editori di S. M. la Regina d'Italia
1905

Il testo, le piante e le immagini in bianco e nero sono nel pubblico dominio.
Le foto a colori sono © William P. Thayer.

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 p196  XXXVIII. Templum Divi Romuli


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Fig. 104. Tempio di Romolo e basilica di Costantino circa il 1550.

Il tempio che Massenzio nel 307 d. Cr. eresse a suo figlio Romolo, morto in tenera età, è situato fra la Sacra Via ed il Foro della Pace o di Vespasiano. La Sacra Via qui si accosta tanto agli edifizi laterali del Forum Pacis, che per la nuova fabbrica di Massenzio rimaneva libera soltanto una piccola area triangolare; l'architetto perciò scelse per la pianta del tempio un cerchio fiancheggiato da rettangoli ed absidi semicircolari di varia profondità. L'edificio sembra fosse incompiuto quando morì Massenzio (313); poichè, in alcuni brani dell'iscrizione dedicatoria  p197 conservati ancora nel secolo decimosesto, si leggeva chiaramente il nome di Costantino. L'ingresso è decorato con due colonne di porfido e l'epistilio, tolto da un edifizio più antico, è riccamente ornato tanto nella parte anteriore, quanto nella posteriore. La porta di bronzo è ancora quella antica; sono perduti i suoi ornamenti (ovoli circondanti le intelaiature, rosoni e stelle sulle cornici); invece è conservata la serratura, il cui meccanismo funziona ancora dopo quasi mille seicento anni.

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Fig. 105. Serratura antica del tempio di Romolo.

Questo meccanismo (v. fig. 105) è notevole per la sua ingegnosa simplicità. La chiusura viene effettuata per mezzo di una sbarra orizzontale a ed una spranga verticale b, congiunte ambedue con una ruota dentata c girevole sul suo asse mediante la chiave immessa d. Per aprire la porta si fa girare il cilindro di 180°, e da questo movimento viene nel medesimo tempo alzata la spranga verticale e rimossa la sbarra orizzontale. La chiusura invece si effettua automaticamente: la spranga verticale (b), passando sul foro (e) nella soglia inferiore, si abbassa per il suo proprio peso, e così mette in moto la ruota (c), che quindi fa entrare la sbarra (a) nel buco della chiusura. La serratura veniva coperta da una piastra di bronzo girevole su di un cilindretto; questa piastra, decorata senza dubbio in modo simile alle altre fisse (ggg), serviva per nascondere l'orifizio della serratura, come oggi si usa nei lucchetti di sicurezza. L'altro battente della porta aveva il paletto per sè, il quale doveva essere alzato e calato a mano.

Il tempio fu trasformato da papa Felice IV (527‑530) nel vestibolo della chiesa dei Ss. Cosma e Damiano; forse già allora la decorazione dell'interno venne assai alterata. Ciò che ancora ne rimaneva, fu poi tolto dai restauri del secolo decimosettimo, allorquando papa Urbano VIII rinnovò la chiese cadente per l'umidità e l'incuria: il pavimento allora fu rialzato di un piano intero. Nel 1879, la parte inferiore della chiesa fu nuovamente scavata, e l'antico ingresso al livello della Sacra Via fu riaperto. L'interno ora serve da magazzino per piccoli oggetti di antichità trovati negli scavi; sulla parete di  p198 fondo si vede un altare medioevale di marmo, con pallide traccie di affreschi.

Vedi: CIL. VI, 1147.

Iwanoff, Annali dell'Istituto, 1859 tav. F.; De Rossi Bull. crist. 1867, 66‑69; Lanciani, Bull. comun. 1882, 29‑54, R. and E. 211‑213.


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Pagina aggiornata: 18 mar 00