[ALT dell'immagine: Una gran parte del mio sito è inutile se tenete escluse le immagini!]
mail: William Thayer [Link to an English help page]
English

[ALT dell'immagine: Link ad un'altra pagina di questo sito]
Aiuto
[Collegamento al livello immediatamente superiore]
A monte

[ALT dell'immagine: Link alla pagina principale del sito]
Home
precedente:

[ALT dell'immagine: (link alla precedente sezione)]
indietro

Questa pagina Web riproduce una parte di
Descrizione delle Pitture, Sculture
e Architetture esposte in Roma

di Filippo Titi
stampato da Marco Pagliarini
a Roma
MDCCLXIII

Il testo è nel pubblico dominio.
Le eventuali foto a colori sono © William P. Thayer.

seguente:

[ALT dell'immagine: (link alla seguente sezione)]
avanti
 p225 

TITLE


  Di S. Lorenzo fuori delle Mura

Questa chiesa parocchiale è una delle cinque patriarchali di Roma, e vi stanno i canonici regolari di s. Salvatore, ed ebbe principio del 1318; ed è posta nella strada, che conduce a Tivoli, fuori della città quasi un miglio. Fu edificata da Costantino, e ristorata poi da diversi Pontefici; e il card. Oliviero Caraffa vi fece il soffitto tutto dipinto, e messo a oro.

Allato della porta principale è un sepolcro antico, con figure di bassorilievo assai buone, e ben fatte. Un altro è dietro all'altare tutto intagliato di bassissimo rilievo di fogliami, uve, e fiori con ucelli. Si  p226 trova la stampa in rame di questo sepolcro nel to. III a c. 19 della Roma sotterranea di Monsig. Bottari. Vi si può vedere anche la stampa del sepolcro del card. Guglielmo Fieschi nipote d'Innocenzio IV che è allato alla porta della chiesa sulla destra dell'ingresso. La chiesa ha tre navate, e le due picciole laterali furono nell'anno 1619 ristorate alla moderna con suoi altari di stucchi dorati, e altri ornamenti.

Nel primo altare a mano destra è dipinto, quando si sotterrano li ss. Ippolito, e Giuliano martiri, finto di notte con due puttini, per mano del Sottino Bolognese; nell'altro è effigiata s. Ciriaca, che fa seppellire i martiri, opera d'Emilio Savonanzio; e nel terzo, s. Lorenzo con molte persone, e prospettiva, colorito dal medesimo Emilio Bolognese, e tutti sono lavori in tela tenuti in buon conto.

Le pitture a fresco, che tramezzano questi altari con istorie de' santi martiri, son di Domenico Rainaldi, nipote del cavaliere.

A mano sinistra nel primo altare è dipinto s. Lorenzo, che fa elemosine, da Gio. Serodine d'Ancona, assai buon quadro; nell'altro la Madonna col Puttino in braccio, s. Giovanni, s. Elisabetta, e s. Gioacchino, dal Sottino; e nel terzo la Decollazione di s. Gio. Batista, colorita con molte figure dal Serodine suddetto.

Le opere a fresco fra un altare, e l'altro sono di mano di Gio. Antonio, e Gio. Francesco, allievi del cav. Vanni. Delli due depositi, che sono a i lati della porta, che va alle catacombe, ne fu architetto Pietro da Cortona; e il ritratto del lettore Bernardo  p227 Gulielmi, scolpito in marmo, è opera di Francesco Fiammingo. Si osservi un capitello delle colonne della navata di mezzo d'ordine Jonico, che nelle volute ha scolpita da una parte una rana, e dell'altra una lucertola. Pare, che questo capitello sia scavato da' portici d'Ottavia, fabbricati da Sauro, e Batraco, che non vi avendo potuto mettere il suo nome, scolpirono nelle colonne questi due animali, significati in Greco da' loro nomi. V. Plin. libr. 36 cap. 6. Osservazione dell'eruditissimo signor abate Vinchelmanº Scrittore Vaticano.

  Di S. Eusebio

Dalla congregazione de' monaci Celestini si uffizia questa chiesa, che è vicina a s. Giuliano alli trofei di Mario, ed è Titolo cardinalizio.

Questa chiesa è stata ultimamente rifatta da capo a piedi, e ornata di stucchi, e in questa occasione sono rimase atterrate le pitture riguardevoli di Giuseppe Passeri, che tra le finestre della navata di mezzo avea dipinte a fresco le virtù principali. La pittura della volta è di Monsù Mengs, chiesa ora si trova al servizio del re di Spagna. La spesa di questa restaurazione fu fatta dal card. Enriquez titolare, moposto pochi anni addietro con grave perdita della Chiesa cattolica.

Il quadro nell'altare a man destra con un santo della loro religione fu colorito da Andrea Ruthart Fiammingo, monaco Celestino, che anche dipinse l'altro Santo con un lupo, che è sopra al quadro, che risponde nel coro.

Nel quadro dell'altar maggiore sono dipinti Gesù, e Maria con altri Santi, opera di Baldassar Croce; e il Crocifisso nel medesimo altare dalla parte del coro fu condotto con altre figure da' pennelli di Cesare Rossetti.

dall'altra parte della chiesa è l'altare col quadro, dove era figurato un santo Abate,  p228 e molte monaci intorno, che era lavoro del medesimo Rossetti. Adesso a questi due altari sono due piccole tavole, che provengono da Francesco Solimena Napoletano.

  Di S. Bibiana

Si trova più oltre la chiesa di s. Bibiana, che essendo per la sua antichità rovinata, fu nobilmente ristorata da Papa Urbano VIII con una bella facciata, architettata dal cav. Bernini.

La facciata a mano destra dentro la chiesa con diverse istorie di s. Bibiana, e con altri ornamenti, fu colorita a fresco da Agostino Ciampelli, allievo di Santi di Tito.

Il quadro nella cappelletta da questa banda, con una Santa martire, fu tutto toccato da Pietro da Cortona, essendovene un altro originale, fatto dal medesimo, presso al principe Barberini; e la statua della Santa nell'altar maggiore è una delle opere più celebri, che abbia fatto il Bernino.

Nella cappella, che segue, dipinse una Santa vergine, e martire Agostino suddetto. L'altra facciata, con diversi fatti della Santa medesima, è di Pietro da Cortona, opere assai belle, che vanno in stampa: e una Santa monaca dipinta nel quadro di un altare, è lavoro di Giacomo Verona Fiammingo.

Sotto l'altare è un'urna grandissima d'alabastro orientale di prezzo inestimabile.

 p229  Di S. Vito, e S. Matteo in Merulano

Nel ritornar di nuovo verso S. Giovanni in Laterano, si lascia a mano destra l'arco di s. Vito, dove è la chiesa antichissima, dedicata a detto Santo, e che oggi uffiziano i monaci Cisterciensi.

In detta chiesa è una pietra, sotto la quale passano quelli, che sono offesi da' cani arrabbiati, e que' monaci con pietà fanno la benedizione del pane, e delle persone.

Nell'altar maggiore è Maria Vergine col Bambino, e da basso s. Bernardo inginocchioni, opera creduta di Cesare Rossetti; altri la crede di Pasqualino Marini. Nel quadro della Madonna, e s. Bernardo si legge il nome del pittore, che dice: Andrea Pasqual. da Recanati. I due Angioli di stucco, che posano sul frontespizio di questo altare, sono del Rusconi. Da' lati vi sono due altari con pitture antiche.

Si trova poi la chiesa di s. Matteo, conceduta da Sisto IV a' frati di s. Agostino Ibernesi per mezzo d'un cardinale della loro religione, che fu ristorata ultimamente. Nell'altare a mano destra è dipinta Maria Vergine, Gesù, s. Anna, e s. Gioacchino, creduta di Gio. Antonio Lelli; come anche il quadro nell'altare incontro con s. Matteo, e un altro Santo.

Nell'altar maggiore, terminato per la generosità del card. Nerli titolare, è una piccola immagine di Maria Vergine.

 p230  De' Santi Quattro Coronati, e altre Chiese

Avanti di arrivare a s. Giovanni, dal lato destro è la chiesa de' ss. Pietro, e Marcellino, posseduta per concessione di Clemente XI da' PP. Maroniti del monte Libano. Ma minacciando rovina fu rifatta da' fondamenti con un disegno affatto nuovo del marchese Girolamo Teodoli, con un convento molto comodo, a spese di Benedetto XI e vi furono trasferite le monache di s. Lucia de' Ginnasi; e i Maroniti si situarono dirimpetto alla chiesa di s. Pietro in vinculis. Giunti alla piazza del Laterano, che ha in mezzo la guglia di smisurata grandezza, fatta drizzare da Sisto V, si volta per la strada che va al Colosseo.

La prima chiesa, che in questa si vede, è s. Maria Imperatrice, picciolina, ma assai divota, ristorata dentro, e fu con la porta da Giacomo del Duca scultore, e architetto; dalla quale partendo per la porticella, si trova s. Silvestro in portico, dove dipinse per di fuori, e dentro molte cose a fresco il Gessi Bolognese.

Poi la chiesa de' Santi Quattro, che al tempo d'Urbano VIII fu grandemente ornata dal cardinal Mellini, allora Vicario del Papa, col palazzo contiguo, dove abitano le zitelle organe, governate da un Protettore cardinale, e un prelato.

Avanti d'entrare in chiesa a mano destra  p231 si vedono due istorie a fresco, che rappresentano la Natività di Maria Vergine, e la Presentazione al Tempio, opere assai buone. Nel primo altare dentro la chiesa è figurata la Nascita di Cristo, creduta di Gio. Batista Naldini: poco più avanti è l'altare del Crocifisso con altre figure a fresco, opera di buon gusto.

Il medesimo card. Mellini fece colorire tutta la tribuna da Giovanni da s. Giovanni, che di sopra vi figurò una gloria, e dalla cornice in giù dipinse diversi tormenti di Martiri, il tutto con buona maniera condotto a fresco.

In un altare dall'altra parte il cav. Baglioni colorì il s. Sebastiano con altre figure per il card. Vidoni; e l'Annunziata poco più avanti è del medesimo Giovanni. Il detto Baglioni nella Vita di Raffaellino da Reggio dice, che quì dipinse a fresco in una cappella il martirio di questi Santi, ma queste pitture non vi son più.

In detta chiesa si vede il maestoso deposito di monsignor d'Aquino auditore della Camera, essendo stato prelato generoso in soccorrere con molte elemosine queste orfane.

  Di S. Clemente

Quì stavano anticamente i frati di s. Ambrogio ad nemus, Ordine, che principiò in un bosco non lungi da Milano, il quale dopo lungo tempo estinto, fu data la chiesa da Urbano VIII a' Padri Domenicani,  p232 che l'uffiziano con molta divozione. Quivi sono sepolcri antichissimi, e notabili di cardinali diversi de' signori Capizzucchi, e altri.

Nella prima cappella a mano destra, entrando per la porta da piedi, è s. Domenico di Soriano; in quella dalla parte dell'epistola dell'altar maggiore è una statua antica di marmo del Salvatore, e altre pitture a fresco: e nell'altra dalla parte dell'Evangelio, fatta in buona forma, è il quadro con la Natività di Maria Vergine, e diverse figure a fresco, opere, che vengono dalla scuola de' Caracci.

Passato la porta di fianco è l'altare del santissimo Rosario; e nella cappella ultima a piedi della chiesa e a fresco dipinta la passione di Cristo con i ladroni in croce, e diverse istorie di s. Caterina martire, e altre figure, colorito il tutto da Masaccio a san Giovanni, celebratissimo pittore.

La s. m. di Papa Clemente XI, che fu eletto pontefice nel giorno di s. Clemente, fece rinnovare la facciata maggiore della strada, e i porticj, e la piazza dell'altra porta.

Nel soffitto con tutta magnificenza perfezionato d'intagli, e pitture, si rappresenta il s. Pontefice in gloria, opera del Chiari; l'altro quadro di s. Maria, e s. Servolo è opera del Rasini. Nella muraglia della navata maggiore ha dipinto Pietro de' Petris. S. Flavia, e Domitilla furono dipinte da Sebastiano Conca. Il miracolo del s. Pontefice,  p233 che fece scaturire acqua da uno scoglio, è del signor Antonio Grecolini: il martirio del Santo con l'ancora legata al collo è di Giovanni Odazzi; e la traslazione del corpo del Santo, e la morte di s. Servolo è di Tommaso Chiari. S. Ignazio martire, che riceve il martirio, è opera di Pier Leone Ghezzi; ed il Santo nell'anfiteatro è del medesimo Ghezzi.

  Di S. Urbano, e altre Chiese

Dopo la chiesa di s. Pantaleo, dove è un quadro con s. Biagio, creduto del Padovano, è s. Maria degli Angioli; si trova il monastero di s. Urbano, fondato con la chiesa dalla signora Giacoma Bianchi del 1264 al tempo d'Urbano IV. Ultimamente il cardinal Baronio con Fulvia Sforza impetrò da Clemente VIII questo luogo, e vi fece un monastero sotto la regola di s. Chiara delle capuccine, dove anche sono ricevute le zittelle di s. Eufemia.

Marco Arconio fece il disegno della facciata di s. Eufemia. La facciata della chiesa fu fatta con l'architettura di Mario Arconio pittore, e architetto: e il quadro della Nunziata nell'altare a mano destra si crede del Muziani.

Nell'altar maggiore è un quadro con Maria Vergine, Gesù, e Angioli, e da basso s. Urbano, e s. Chiara, opera d'un allievo del cav. d'Arpino: e i ss. Carlo, Francesco, e Niccolò vescovo, che sono dipinti sopra l'altro altare, sono di mano del cav. Ottavio Padovano; dove poco lontano è il sepolcro  p234 del cardinal Francesco Maria della nobilissima famiglia de' marchesi del Monte.

In faccia alle monache di s. Eufemia è il casino di Flaminio Ponzio fatto per sua abitazione: e passato la chiesa di s. Urbano per andar verso il tempio della Pace è un altro casino con una piccola, ma bella porta, che ha sopra una ringhiera sostenuta da due colonnette di granito, disegno, e abitazione del detto Arconio, che anche dipinse la Madonna, ch'è sopra la porta della vicina chiesa di santa Maria in Campo Carleo.

Dello Spirito santo, Monache

Il monastero dello Spirito santo, poco lontano da s. Urbano, con la sua chiesa ebbe principio l'anno 1432 da una nobile Romana di casa Capranica, e le monache stanno sotto la regola de' canonici regolari di s. Agostino. Fu ristorata poi in questa nuova forma nel 1582 e di pitture ornata. Le pitturine a fresco intorno all'altare a man destra, dove è un'immagine antica di Maria Vergine, sono del Croce da Bologna; e nell'altar maggiore vien rappresentata la venuta dello Spirito santo, opera (come dicono) colorita da una monaca con disegno del Cortona; e da' lati vi sono figurati s. Agostino, e s. Monaca, e altre pitture a fresco nella volta.

Nell'altare del Crocifisso, che è dall'altra parte, sono diverse istoriette a fresco di Giovanni de' Vecchi; e nella volta della chiesa li quattro dottori Latini con altre pitture a fresco sono lavori dell'Arconio, secondo che molti vogliono.

  Di S. Maria Annunz. in s. Basilio, ed altre

Nel ritornare indietro verso la Madonna de' Monti, lasciando s. Lorenzo parocchia, e chiesa antichissima, che solo ha ben colorita la cappella maggiore, dove nell' p235 altare è s. Lorenzo, s. Carlo, e s. Francesco, e per di sopra una Pietà a fresco, due Santi da' lati, ed altre pitture nella volta, stimate di Gio. Alberti; è poi la chiesa vicina di s. Eufemia, la cui porta fu architettata da Mario Arconio; e quella di s. Maria in Campo Carleo, che per di fuori ha la pittura di Maria Vergine col Bambino, fatta del detto Arconio Romano. Di quì passata la torre del marchese del Grillo, si giunge alla chiesa di s. Maria Annunziata.

Questo è monastero di monache dell'Ordine di s. Domenico, e la fabbrica antica, che è quì sopra, molti dicono esser un pezzo del palazzo di Nerva, altri l'Erario antico de' Romani. Il quadro con un santo vescovo, ed ai lati Gio. Batista, e s. Gio. Evangelista, che è nell'altare a mano destra, viene da Cristofano Consolano: le altre opere a fresco, in alto d'ogni intorno, sono di Marco Tullio; ed il quadro con l'Annunziata nell'altar maggiore è copia da Guido Reni.

 

Di s. Quirico, s. Salvatore, e s. Maria de' Monti, ed altre

Nella chiesa de' ss. Quirico, e Giulitta, della quale fu titolare già il sig. card. Michel'Angelo Conti poi Innocenzo XIII, sono li suddetti Santi dipinti da buona mano nel quadro dell'altar maggiore; dove in un altro è s. Maria Jacobi con s. Giovanni, formati a olio dallo Speranza.

Indi s. Salvatore, che ha un quadro rappresentante  p236 il portar della croce di Cristo, ed altre pitture attorno a fresco: e dopo poco cammino si trova quella di s. Maria de' Monti.

Fu fatta questa chiesa del 1579 sotto Gregorio XIII con l'architettura di Giacomo della Porta, come anche la facciata, la sagrestia, ed altre stanze per le grandi elemosine di persone pie, che ivi mantengono molti sacerdoti, ed altri ministri, essendo unita alla compagnia de' Catecumeni, col bel palazzo fatto fare dal card. s. Onofrio per il collegio de' Neofiti, con l'assistenza di Monsig. Diomede Varese, architettato daGasparo de' Vecchi.

Tutta la cappella di s. Carlo, che è la prima a man destra nell'entrare per la porta principale, colorita con diverse istorie, è pittura di Giovanni da s. Giovanni; come anche sopra la cappella di fuori il Redentore, che chiama s. Pietro, e s. Andrea; e le nozze di Cana Galilea sopra la porta di fianco sono del cav. Guidotti.

Nella seconda cappella è sull'altare una Pietà, copiata da quella di Lorenzino da Bologna, che sta nella sagrestia di s. Pietro, da Antonio Viviano; e da uno de' lati la flagellazione di Cristo è di Lattanzio Bolognese; il portar della Croce, del Nogari; e la resurrezione del Salvatore con altre pitture per di fuori a fresco è di Gio. Batista Lombardelli della Marca.

Le tre istorie di Maria Vergine nella tribuna, con li quattro Evangelisti ne' triangoli  p237 della cupola, e da uno de' fianchi l'Annunziata, dall'altro la Concezione di Maria, son tutte di Cristofano Consolano; e le pitture nella cupola sono de' medesimi maestri. Fra le altre l'incoronazione di Maria Vergine, e la visitazione di s. Elisabetta sono opere di Baldassarino Croce da Bologna: e l'Assunzione fu condotta dal cavalier Guidotti; li due angioli di stucco sopra l'arco della cappella de' signori Bianchetti, sono del Buonvicino Milanese; e gli altri, di diversi.

La cappella, che segue, passato l'organo, altro nell'altare il quadro con la natività di nostro Signore, colorito dal Muziani. Il Baglioni nella Vita del Muziano pone questo quadro nella cappella Bianchetti. Le storiette nella volta, e le due da' lati a olio son del Nogara. Ne' pilastri li profeti, e sopra l'arco l'incoronazione di Maria Vergine fatte a fresco son opere di Cesare Nebbia.

L'ultima cappella ha l'Annunziata, e dalle bande alcuni Apostoli, e nella volta alcune operette a fresco con quella sopra alla cappella, dove è nostro Signore, che porta la croce, tutte opere assai ben formate da Durante Alberti dal Borgo. Il portar della Croce è dallo stesso Baglioni a cart. 88 èº attribuito al Nogari, ed è posto nella cappella dirimpetto a quella della Natività suddetta. E a cart. 118 attribuisce quello di questa cappella all'Alberti.

L'Ascensione di Cristo con Maria Vergine,  p238 gli Apostoli, ed Angioli dipinti nella volta della chiesa, e nelli fianchi di essa, li quattro Dottori della chiesa Latina, e nelle lunette alcuni Angioli, come anche sopra la porta principale, e per di dentro li due profeti grandi, sono opere tutte a fresco condotte con buona pratica dal Consolano, dove si vede, che ha imitato assai la maniera del suo maestro Pomarancio. Il lavatojo di sagrestia per li sacerdoti fu fatto col disegno d'Onorio Lunghi.

Incontro a questa chiesa è quella del monastero della Concezione, fatta col disegno del Castelli, dove è un quadro del Romanelli. Nella piazza è una comoda fontana; e non molto lontano è la chiesa di s. Salvatore alle tre immagini.

Di S. Francesco di Paola

Questa chiesa è parocchia, e fabbrica col convento per li Padri calabresi del suo Ordine dalla principessa Panfilj di Rossano, che si servì dell'architetto Gio. Pietro Morandi. Il bizzarro disegno però dell'altar maggiore con molti Angioli, che sostengono un padiglione, è di Gio. Antonio de' Rossi.

Nel primo altare a man destra è figurata s. Caterina della Ruota; nel secondo s. Francesco di Paola, ch'ha da' fianchi due Angioli, e per di sopra puttini; e nel terzo s. Francesco di Sales, opera di Stefano Peragini Romano.

 p239  Li stucchi dell'altar maggiore sono lavori del Rossi. Il s. Michele Arcangelo nell'altare, che segue, è del detto Peragini; nell'altro è la Concezione; e nell'ultimo s. Giuseppe col bambino Gesù.

Nella volta della sagrestia è dipinta Maria Vergine, e s. Francesco di Paola da un tal Giuseppe. Vi sono anche molti quadri da testa, tinti assai bene. Un Cristo crocifisso, con s. Francesco di Paola ai piedi, dipinto a fresco in capo della prima scala, che conduce per la porta della sagrestia nel convento de' Padri, è lavoro di Franc. Cozza.

Nota di Thayer: nel testo seguente proveniente dalle Aggiunte a pp476‑477, la chiesa viene completamente ridiscritta:

 (p476)  Questa chiesa, e il convento sono, si può dire, fabbriche nuove fatte per opera del Galleria Zavaroni, morto poco tempo fa, col disegno di Luigi Berrettoni allievo del Sassi; onde la descrizione del Titi non confronta più. Il primo altare dunque a destra dell'ingresso ha ora la tavola di s. Anna dipinta da D. Filippo uzi. La volta a fresco è d'Onofrio Avellino Napoletano. Nella  (p477) seconda cappella la tavola con s. Francesco di Paola è copia d'una, ch'è nel coro, di maniera Francese, e i laterali e la volta sono di Giuseppe Chiari. Nella terza il san Francesco di Sales è d'Antonio Crecolini, come anche i laterali. Sopra la porticella è il deposito di monsig. Lazzaro Pallavicino erettogli da Benedetto XIV per non l'aver potuto far cardinale, stante l'essersi a questo degno Prelato accresciuta assai una sua abituale malattia. Il disegno fu del cav. Fuga, e il ritratto in marmo è d'Agostino Corsini.

L'altar maggiore è disegno di Gio. Antonio de' Rossi. La cappella di s. Michele, che seguita dall'altra parte della chiesa, ha la tavola col s. Arcangelo di Stefano Perugini, e i laterali di Giacomo Triga. La Concezione della ss. Vergine, e tutte l'antiche pitture nella seguente cappella son del sig. Stefano Pozzi. Nell'ultima cappella la tavola di san Giuseppe è del detto Onofrio, e i laterali e la volta sono prime opere del mentovato Pozzi.

La bella sagrestia ha lo sfondo della volta fatto da Sassoferrato. Vi sono sette lunette, in cui è espressa a olio la Vita del Santo fondatore. Le 4 verso levante sono d'Agostino Masucci ultimo scolare di Carlo Maratta, l'antiche tre sono del detto Luzzi. Il Cristo morto dipinto a fresco nella cappelletta contigua è del cav. Cozza Calabrese: i laterali, e la volta sono del detto Pozzi. Il disegno di questa sagrestia, come anche del capitolo è di Filippo Breccioli.

  Di S. Pietro in Vincoli

Papa Giulio II avanti d'essere assunto al pontificato fu protettore de' Canonicii regolari di s. Salvatore, e li fece venire a questa chiesa, dando loro per monastero il palazzo del Titolare, architettato da Giuliano da Sangallo.

Dopo, che fu creato Papa del 1503 ristaurò la chiesa col modello, ed architettura di Baccio Pintelli, e vi fece fare il suo sepolcro dall'eccellente Michelangelo Bonarroti.

Nel primo altare a mano destra della chiesa è dipinto s'Agostino con altre figure dal Guercino da Cento, opera molto lodata. Il sepolcro del card. Margotti col ritratto del medesimo è una delle belle opere del Domenichino, e il suo ritratto, ch'è dall'altra parte.

 p240  Nell'altro altare si rappresenta s. Pietro in carcere, avvisato dall'Angelo, opera ben copiata dall'originale del Domenichino, ch'è nel monastero. La tavola del Domenichino si trova intagliata in rame.

Il disegno del sepolcro del suddetto Pontefice con la statua di Mosè scolpita in marmo con gran maestrìa, e maniera ammirabile, è un tesoro lasciato da Michelangelo Bonarroti; le due figure però pur di marmo, alte cinque braccia, furono fatte con ordine del medesimo da Raffaello da Montelupo. Le statue del Montelupo rappresentano Rachele, e Lia per denotare la Vita attiva, e contemplativa. La cassa sepolcrale con sopra la statua del Papa fu scolpita da Maso del Bosco, e la Madonna col Bambino è di Scherano da Settignano, e le due statue ad essa laterali d'un profeta, e d'una sibilla sono del medesimo Montelupo, che non vi potè assistere, essendo indisposto. Nel claustro è un bel pozzo, e ben lavorato da Simon Mosca Fiorentino. Doveva questo sepolcro esser molto più ricco di statue, e posto in isola in mezzo di chiesa, come mostra il disegno pubblicato nelle note al Vasari dell'edizione del 1759. Ma non avendolo il Bonarroti potuto finire secondo la sua vasta idea, lo ristrinse alla forma presente. La statua di Mosè andava in alto, e isolata con sette altre simili, due per cantone.

La cappella contigua de' signori Conti Silvestri, ristaurata ultimamente con buona architettura, ha nell'altare una mezza figura di s. Margherita, colorita dal Guercino da Cento, e nella sua volta son buone pitture.

Le pitture nella tribuna con diversi scompartimenti d'istorie sono di Jacopo Coppi cittadino Fiorentino [e] furono ristorate da Giacomo Carboni nel 1706. Il quadro di mezzo, che rappresenta la liberazione d'un indemoniato per mezzo delle sante Catene, è di Gio. Batista Parodi. Da una parte della tribuna è la memoria, e il ritratto di D. Giulio Clovio canonico di quell'Ordine, e miniatore il più eccellente in tal arte. La tavola all'altare del Sacramento è di Giuseppe Santi Mantovano. Ed il Cristo morto, con  p241 Maria Vergine, ed altre figure nel quadro dell'altare della cappella dall'altra parte, con le pitture nella sua volta, sono di buona mano.

Seguitando il giro, vi è il sito, dove si conservano le catene di s. Pietro. Per di sopra è una istorietta, che rappresenta la prigionia del medesimo, ed è di Paris Nogari; come anche le pitture dalle bande. l sepolcro del card. Vecchiarelli è pensiero, e disegno galante del sig. Pietro Vecchiarelli, scolpito da due Napoletani.

Si trova poi un altare con la Vergine Maria, figura antica, con un s. Sebastiano di mosaico del VII secolo, adornato con stucchi moderni: e nell'ultimo altare è un quadro d'autore di qualche stima, con una Pietà, e le Marie.

Vicino alla porta principale si conserva ancora una pittura nel muro, pur antica, fatta da Antonio del Pollajolo Fiorentino, pittore insigne di quei tempi, con il suo deposito, e ritratto in marmo, come anche quello del fratello, che unitamente fecero i sepolcri de' papi Sisto IV ed Innocenzio VIII in san Pietro Vaticano.

La pietà dell'Ecc. sig. principe D. Gio. Batista Panfilj per fare a questa insigne chiesa un nobile soffitto assegnò sc. 3515 il quale fu subito fatto col disegno del cav. Francesco Fontana, in cui, facendolo in altro modo, si sarebbe richiesta duplicata spesa. Per tanto nel termine di soli mesi otto si vide perfezionata  p242 lodevolmente la soffitta, nel mezzo della quale si mira un maestoso, e spazioso quadro di palmi 75, il quale è stato dipinto con spirito da Gio. Batista Parodi Genovese, a spese del cardinal Durazzo, titolare di detta chiesa, rappresentante il miracolo della liberazione dell'indemoniato per mezzo delle catene di s. Pietro.

  Di S. Lucia in Selci

Lasciando la chiesa, e 'l monastero di s. Maria della Purificazione, che ha nell'altar maggiore un bel quadro, che non vi è memoria di chi sia, si scende alla strada dritta del rione de' Monti, che conduce a s. Prassede; e prima si trova a mano destra s. Lucia, unita al monastero di monache di s. Agostino, che fu consagrata, e ristorata da' fondamenti l'anno 1604 con l'architettura del Carlo Maderno.

Vi son molte pitture buone, e fra l'altre il quadro a olio nel primo altare, con s. Lucia, ed un manigoldo, è bell'opera del cavalier Lanfranco: il s. Agostino con Cristo, e Maria Vergine nell'altro altare, è lavoro dello Speranza.

L'Annunziata nell'altar maggiore è opera assai buona d'Anastasio Fontebuoni. S. Giovanni, che comunica Maria Vergine nell'altare, che segue, è pittura del medesimo Speranza: e nell'ultimo altare Maria Vergine, e Gesù in aria, e per di sotto s. Agostino, e s. Monica, è del cavalier d'Arpino.

 p243  Un Padre eterno, dipinto sopra la porta della chiesa per di dentro, è opera del medesimo cavaliere; ed alcune pitture colorite nella volta sono di Gio. Antonio Lelli.

Di S. Martino a' Monti

È la chiesa di s. Martino parrocchia antichissima, fabbricata (come molti dicono) dall'imperator Costantino, e dopo molti ristori avuti da Pontefici, e cardinali, fu conceduta del 1559 ad una Congregazione de' PP. Carmelitani, nel quale tempo ebbe altri miglioramenti. Il cardinale s. Carlo Borromeo fece il soffitto: il card. Gabrielle Paleotti, la porta maggiore. Fu il coro, e l'altar maggiore con marmi adornato da Paolo Santacroce nobile Romano.

La chiesa fu ristorata, ed abbellita dal P. Filippini, Generale Carmelitano, con architettura di Filippo Gagliardi, che nella nave di mezzo dipinse anche tutte le prospettive; e le statue di stucco, che vi si vedono, sono del prime opere di Paolo Naldini, fuori che quelle rappresentanti s. Antonio, e s. Gio. Batista fatte da un Fiammingo.

Il quadro di s. Stefano con molte figure, posto nell'altare contiguo alla porticella della chiesa per dove si entra, è di Gio. Angelo Canini; e l'istoria di s. Martino nell'altro che segue, è opera di Fabbrizio Chiari. Un quadro nell'altare dedicato a s. Teresa è del Greppi, e nell'ultimo da questo lato Bartolommeo  p244 Palombo colorì la s. Maria Maddalena de' Pazzi.

dall'altra banda della chiesa è rappresentato il Battesimo di Cristo dal medesimo Chiari. Poco più avanti Gio. Mielle Fiammingo ha colorito il quadro col battesimo di s. Cirillo, benchè vi sia, chi l'ha detto di Michel Fiammingo, non so con quale fondamento; nell'altro altare contiguo è dipinto s. Angelo Carmelitano con molte figure, di maniera gagliarda assai buona, da Pietro Testa: ed il santo Alberto nell'altro quadro è del Muziano.

Passata la porta della sagrestia, nell'altar maggiore è il quadro di s. Bartolommeo, colorito dal Canini: l'ultima cappella, seguendo il nostro giro, è della compagnia del Carmine, e il quadro è opera di Girolamo Massei da Lucca. Il s. Silvestro Papa, e s. Martino vescovo, posti dalle bande dell'altar maggiore, furono fatti dal cavalier Baglioni; e la tribuna tutta, come anche l'istoria del Concilio, vicino alla porta della sagrestia, sono opere d'un tal Galeazzo.

Li paesi bellissimi, tenuti da' professori in gran conto, che si vedono attorno alla chiesa, sono di Gaspero Pussino, fuori che due grandi, che pigliano in mezzo l'altare della s. Maria Maddalena de' Pazzi, dipinti perfettamente da Gio. Francesco Bolognese.

 p245  Villa Montalto

Questa è la più gran villa, che sia dentro Roma, e occupa parte del Quirinale, e del Viminale, e parte dell'Esquilino. Sisto V quando era il cardinale Montalto la cominciò, e da lui prese il nome, e fatto Papa l'accrebbe tanto, che gira più di due miglia. Ha due casini, uno sulla piazza di Termini, architettato da Domenico Fontana insieme col contiguo portone; e l'altro nella valle tra il Viminale, ed Esquilino, arricchito di statue, e bassirilievi antichi molto pregiabili. Il busto di Sisto V in bronzo è di Bastiano Torrigiani detto il Bologna. Nel mezzo d'una gran vasca d'acqua è una fontana, sopra cui è un Nettuno, scultura tenuta in molta stima, opera del cav. Bernino.

  Di S. Prassede

La chiesa parrocchiale di s. Prassede è antica, e di gran divozione, e vi abitano i monaci di Vallombrosa. Questa chiesa fu restaurata da Niccolò V col disegno di Bernardo Rossellini Fiorentino. Due cardinali di essa titolari la ristorarono, uno fu s. Carlo Borromeo, che vi fece avanti alla chiesa il portico con la facciata, rassettò d'ogn'intorno le navi di dentro, rinnovò tutto il coro, fece il tabernacolo per il Santissimo, e pose le due statue delle ss. Prassede, e Pudenziana dai lati della tribuna, e molt'altre cose con disegno di Martino Longhi. L'altro, Alessandro de' Medici, che fu poi Leon XI, che fece dipingere la nave  p246 di mezzo con diversi fatti della Passione di nostro Signore.

L'orazione nell'orto, ed incontro il nostro Signore, che porta la croce, con li suoi ornamenti intorno, sono pitture di Gio. Cosci Fiorentino; come anche gli Angioli con i misterj della Passione in mano, l'istoriette finte di bronzo a fresco, con gli otto Apostoli, e puttini ne' pilastri di detta nave sono dello stesso.

L'istoria di Gesù Cristo condotto a Caifas, con Angioli intorno, è opera di Girolamo Massei: l'incoronazione di spine, con varie figure è pittura del Croce. Gesù Cristo condotto a Pilato, la sua flagellazione, e l'Ecce Homo sono di mano del Ciampelli; e nell'altro vi operò Paris Nogari, ed altri. Alcuni delli chiari scuri però tinti gialli sono di Cesare Rossetti.

La facciata sopra la porta per di dentro con l'Annunziata, li Apostoli, e puttini, è fatica a fresco di Stefano Pieri, ma di poco gusto; e l'istorietta a fresco alla porta di fianco, con due Santi dai lati, e l'Angelo sopra all'acqua santa, ed eziandio Maria Vergine con Gesù in braccio, effigiata sopra alla porta della sagrestia, sono del Ciampelli.

Cominciando ora il giro dalla porta principale sotto le navate minori, si vede a man destra la cappella di s. Bernardo, la cui tavola è di D. Filippo Luzzi, la quale nell'altre edizioni di questo libro era detta dell'Alberti.  p247 Il quadro laterale dalla parte del Vangelo è di Angelo Soccorsi Romano, e quello incontro di Domenico Pestrini Pistojese, e le due lunette del detto Soccorsi

Nella cappella, che segue, il quadro dell'altare, dov'è dipinto un Cristo morto con altre figure, è di Gio. de' Vecchi dal Borgo; la volta con diversi spartimenti, ed un Dio Padre in mezzo, son di Guglielmo Borgognone: e le due lunette dai lati son di Ciro Ferri allora giovane, fatte con buon gusto sulla maniera di Pietro da Cortona suo maestro.

Si conserva nella cappelletta contiguo, ornata di mosaici antichi, la colonna, alla quale si dice, che fu flagellato nostro Signore, portata in Roma dal cardinal Gio. Colonna Legato; ed il quadro, in cui è un Cristo battuto alla stessa colonna, è opera insigne di Giulio Romano, ora trasferito in sagrestia.

Nel pilastro di contro a questa cappella il busto di Monsignor Santoni sopra la sua memoria è scolpita dal cav. Bernino.

Nel 1730 il card. Pico della Mirandola titolare rifece l'altar maggiore, e sopr'esso il ciborio, e la balaustrata di marmo. Fece fare il quadro di mezzo da Domenico Muratori, e dipignerº la volta da Antonio Bicchierai, e ne' pilastri del grande arco i ss. Pietro, e Paolo. I quattro Angioli su gli angoli del ciborio sono opera di Giuseppe Rusconi. Architetto ne fu Francesco Ferrari. Fece anche ristorare la cappella sotterranea, dov'è il corpo di s. Prassede con molte altre reliquie.

 p248  dall'altra parte della chiesa è la sagrestia, dov'è un quadro con due Santi inginocchioni avanti al Crocifisso, fatti con buon gusto dal Ciampelli. La Madonna, ch'è sopra la porta esteriore, è dello stesso Ciampelli. Il quadro dell'altare nella cappella vicina, ornata di molte prospettive fatte da Gio. Batista Rossi, fu colorito da Guglielmo Cortese Borgognone suddetto.

Il quadro dell'altra cappella, che è de' signori Olgiati, fu dipinto da Federico Zuccheri con un Cristo, che porta la croce; e la volta con l'Ascensione di nostro Signore, Maria Vergine, li Apostoli, i Profeti, e le Sibille, fu colorita dal cav. d'Arpino.

Nella cappella, che segue, dedicata a s. Carlo, la tavola è di Stefano Parocel, e i quadri laterali di Lodovico Stern.

L'ultima cappella ha tutti i quadri dipinti da Giuseppe Severoni.

Di S. Antonio Abate

La chiesa di s. Antonio, fondata per testamento dal card. Pietro Capocci, oggi è posseduta dai PP. Francesi dell'Istituto del medesimo Santo, ed è ornata, ed abbellita tutta di pitture.

Il Crocifisso, ch'è nel fondo del coro, e serve di questo all'altar maggiore, è di Gio. Odazzi. I due quadri laterali nel detto coro sono di Stefano Parocel. Le due tavole, che sono sopra due piccoli altari posti in fondo delle navate laterali, che mettono in mezzo  p249 l'altar maggiore, sono dello stesso Parocel. Dove è quello, che rappresenta s. Girolamo con s. Agostino era di Niccolò delle Pomarance: ora nel convento de' Padri. La cupola, e la cappella del Santo a man destra è dipinta da Niccolò suddetto; e la Vita di s. Antonio, dipinta intorno alla chiesa con diversi ornamenti, fu condotta a buon fresco da Gio. Batista Lombardelli da Montenovo nella Marca, che in detta sua patrie fece cose assai migliori.

In questa chiesa si fa festa solenne li 17 di Gennajo per s. Antonio abate, e si portano elemosine per la benedizione de' cavalli.

  Di S. Maria Maggiore

Giovanni Patrizj Romano, con sua moglie, per una visione avuta da Maria Vergine anticamente, come raccontano molte istorie, fabbricò questa Basilica, che poi da Sisto III del 432 fu da' fondamenti rifatta, ed ingrandita.

La statua di Maria col figlio in braccio, di metallo dorato, posta sopra la colonna, che è nella piazza, fu modellata da Guglielmo Bartolot Francese, e gettata da Domenico Ferreri, e Orazio Censore, e l'architetto, che fece condurre, e alzare la colonna cavata dal tempio della Pace, fu Carlo Maderno, che fece anche il disegno della fonte a piè di essa. I draghi di bronzo, che sono agli angoli della base della colonna, furon modellati da Jacopo Laurenziani.

I mosaici della facciata della chiesa sono di Gaddo Gaddi, ed il portico di sotto fu  p250 edificato da Eugenio III che fu poi ristaurato da Gregorio XIII col disegno di Martino Longhi il vecchio.

Minacciando ultimamente rovina, Benedetto XIV nel 1743 pensò non solo di rifarlo, ma fare di pianta tutta la facciata con la loggia della benedizione sopra, e includervi gli antichi mosaici per maggiormente conservarli, come in effetto fece col disegno del cav. Fuga. Ornò altresì questa facciata di varie statue di travertino. La Madonna col bambino è di Giuseppe Lironi Milanese, e il gruppo sotto con lo Spirito santo è di Filippo Valle. Il primo santo Pontefice su la man dritta è del Lodovisi, e l'altro di Carlo Marchionne Il primo a man sinistra è di Carlo Monaldi, e il secondo di Agostin Corsini. Il s. Carlo è del cav. Queirolo, e il B. Niccolò Albergati del detto Valle. La statua della Verginità sopra l'arme Pontificia è del Maini, e quella dell'Umiltà è del Bracci. I puttini, che son sopra l'ingresso del portico a man dritta, sono di monsù Slodtz, e gli altri dalla sinistra son di Pietro Vanschefeld. La statua sotto il portico di Filippo IV trasportata dal vestibolo della sagrestia, è del cav. Lucenti. De' quattro bassirilievi, che sono quì sopra altrettante porte, quello, che è a man dritta sopra una porta finta, è del Lodovisi. Il contiguo sopra la porta della chiesa è del Bracci, e quello vicino alla porta Santa è del Maini, e quello sopra la porta, che conduce  p251 alla loggia della benedizione, è del Lironi.

Entrando in chiesa si trovano due sepolcri, che mettono in mezzo la porta, trasferiti quì dalla tribuna, dove furono da prima eretti. Quello a man destra è di Clemente IX fattogli fare da Clemente X perchè era sua creatura. Carlo Rinaldi nè fece il disegno, e il Guidi la statua del Papa, e quella della Fede Cosimo Fancelli, e quella della Carità è di Ercole Ferrata. Quì prima era un gran quadro del Muziano, in cui era espressa la resurrezione di Lazzaro. Ora è nel palazzo Quirinale Pontificio nell'appartamento detto de' Principi.

L'altro sepolcro alla sinistra è di Niccolò IV erettogli dal card. Peretti, che fu poi Sisto V. L'architettura è di Domenico Fontana, e le statue sono di Leonardo da Sarzana.

Cominciando il giro della chiesa secondo lo stato presente dopo il nuovo restauramento, che è stato ideato dal suddetto cav. Fuga per ridurla uniforme in tutte le sue parti, il primo altare a man destra ha il quadro di Giuseppe del Bastaro, che rappresenta la visione di Gio. Patrizj fondator della basilica.

Appresso si trova la sagrestia, nel cui vestibolo la volta è dipinta dal cav. Domenico Passignani, che dipinse anche la volta del coro, il quale resta in faccia al detto vestibolo, in cui oltre varie memorie sepolcrali  p252 è la statua di metallo rappresentante Paolo V di Paolo Sanquirico. Il mommento dell'ambasciator del Re di Congo è opera del Bernino. L'Assunta in bassorilievo di marmo sull'altare del coro è del padre di esso Bernino. Architetto della sagrestia fu Flaminio Ponzio, e le pitture son del medesimo Passignano, eccetto la Madonna assunta in Cielo nella volta, ch'è del Bastaro. L'Angiolo di marmo sopra la porta della sagrestia è scultura del Mariani.

Tornando in chiesa la prima cappella ha nella tavola la s. Famiglia opera di Agostin Masucci. Nella seguente Stefano Pozzi espresse il B. Niccolò Albergati, e nella cappella appresso è una Nunziata di Pompeo Battoni. Tra queste cappelle ultimamente nominate resta la cappella interna del Gonfalone ornata nobilmente dal detto cavalier Fuga. Sull'altare è stato posto quel Crocifisso, ch'era all'ingresso della chiesa, dove ora è il sepolcro di Clemente IX. E il resto della cappella è abbellito con 10 colonne, e pilastri di porfido, tra' quali sono armadi, in cui son riposte insigni reliquie.

Della cappella di Sisto V

Seguendo il cammino in chiesa per la medesima banda, si giunge alla nobile cappella di Sisto V d'ordine Corintio, fatta fabbricare nell'anno 1586 con bell'architettura del cav. Domenico Fontana, che anche vi aggiunse la sua sagrestia particolare.

Ha un architrave, che nella navata avanti  p253 la cappella regge la volta di stucchi toccati d'oro, dipinta anche a fresco con li quattro Evangelisti, due di mano d'Andrea d'Ancona, e gli altri di Ferdinando d'Orvieto, allievo del Nebbia; e nella facciata sotto l'architrave sono angioli, e puttini con 4 Sibille, il tutto colorito da Gio. Batista Pozzo, e sopra il grand'arco, che risponde nella navata di mezzo è un istoria della Madonna, opera del Melani Bolognese.

La cappelletta a mano destra nell'entrare ha sopra l'altare santa Lucia, comunicata dal sacerdote, con altre figure di Paris Nogari Romano: da una delle bande gl'Innocenti dipinti assai bene dal detto Pozzo, e la cupoletta da diversi altri. Nell'altra cappelletta incontro è dipinto a fresco s. Girolamo moribondo da Salvator Fontana Veneziano. Da banda il Santo, che lava li piedi a' suoi discepoli, è lavoro d'Andrea d'Ancona; e la cupoletta pure di diversi.

Sopra le dette cappellette è l'arcone abbellito con stucchi dorati, e da' lati ha l'istorie dell'Annunziata, e d'Erode, colorite dal Fontana. Sopra la cornice sono due fatti di Giacobbe, Giuda, e fratelli, opera di Giacomo Bresciano; e l'altra di Giuda, Eleazzaro, Natan, e Giacobbe, del detto Fontana: nel tondo di mezzo è una schiera d'Angioli dipinti dal Pozzo: da un lato della finestra sopra la facciata è s. Giuseppe, e la Vergine con Gesù, opera del Nogari; e  p254 dall'altro, Abramo con Isac, effigiati da Giacomo Stella Bresciano.

Nella facciata a mano destra si in mezzo la statua di Sisto V scolpita dal Valsoldo Lombardo; come anche l'istorie della Carità, di bassorilievo lavorato in marmo. Da una delle bande la Giustizia è di Niccolò Fiammingo: l'incoronazione del Papa, che sta sopra nel mezzo, è di Gio: Antonio Valsoldo; e l'altre due da i lati, di Egido Fiammingo. Le Re d'Isdraelle dipinti dalle bande delle finestre, che toccano l'arco della volta, son dipinti da Angiolo, allievo del Nebbia; e la musica d'Angioli nell'ovato dell'arco è del Pozzo. A man destra tra i pilastri è la statua di san Francesco, scolpita da Flamminio Vacca: l'istorietta sopra a fresco è pittura del Pozzo. dall'altra è sant'Antonio da Padova, scultura dell'Olivieri: l'operetta colorita di sopra è di Ercolino Bolognese; e le figure d'altri Re, sopra la cornice dalle bande, sono del suddetto Angiolo del Nebbia.

dall'altra parte della cappella è la statua di s. Pio V, posta nella nicchia di mezzo, opera di Leonardo da Sarzana, il quale scolpì anche il s. Pietro, e s. Paolo co' modelli di Prospero Bresciano. L'istoria a man destra, e l'altra a man sinistra son del Cordieri. L'incoronazione del Papa di sopra è di Silla Milanese; e le due da i lati, d'Egidio Fiammingo. Di sopra tra le finestre  p255 le figure a mano dritta sono d'Arrigo Fiammingo: e l'altre a mano manca, di Lattanzio Bolognese; e gli Angioli dell'arco nell'ovato sono del Pozzo. Tra i pilastri la statua a mano destra di s. Pietro Martire è scultura del Valsoldo, e l'istorietta dipinto di sopra è di Ercolino. La statua di s. Domenico è di Gio: Batista della Porta; e la pittura sopra è del Pozzo: le figure dalla cornice in su furono colorite da Arrigo Fiammingo, e da Paris Romano.

Da Innocenzio XII, fu trasferito sotto la sua statua il corpo di s. Pio, e collocato in un'urna di verde antico, ornata di metalli dorati, ed il padre Closce, Generale da' Domenicani, invigilò, che fosse il s. Corpo trasferito decorosamente dalla cappella del Presepio.

In facciata della cappella si vede nel mezzo una nicchia finta, e a ma dritta di essa è s. Giovanni Evangelista, che scrive con s. Paolo, colorito dal Pozzo, come anche la storia sopra. A mano manca sta dipinto s. Pietro, con la Croce di mano del medesimo, con l'istoria sopra, che è di mano d'Andrea d'Ancona. La Natività di nostro Signore sopra la nicchia, e dalle bande altri fatti di Maria santissima, sono pitture de' medesimi maestri. Sopra la cornice a mano destra dipinse Angiolo d'Orvieto, e a man sinistra lo Stella, e gli Angioli nell'ovato, il Pozzo: le altre figure  p256 dalle bande sono del Nogari, e d'Angiolo suddetto.

Nel primo triangolo a mano destra, che regge la cupola, è effigiato Jesse, e il re David da Paris Nogari: nell'altro a sinistra, il re Acaz, ed Ezzecchia, dal Nebbia; nel terzo Azor, Sadoc, e Achim, dal medesimo; nell'ultimo Tamar con Fares, e Zara de Tamar, lavoro di Lattanzio Bolognese: e la cupola è tutta col suo lanternino a fresco dipinta con cori d'Angioli da' medesimi maestri, e nobilmente abbellita con stucchi dorati.

Nel mezzo della cappella è un altare, al quale si scende per alcuni gradini, dedicato al Presepio. Le statue, che vi sono di Maria Vergine, Gesù, e s. Giuseppe, sono di mano di Cecchino da Pietra Santa. Sopra di quest'altare è l'altar maggiore, dove sta il Santissimo in un bellissimo ciborio, sostenuto da quattr'Angioli grandi al naturale, il tutto di metallo indorato, con modelli di Riccio stuccatore, e Sconzino compagni, gettato da Lodovico Scalzo, detto da altri Lodovico del Duca; ma li quattro Angioli, e la cancellata all'ingresso della cappella si credono di Sebastiano Torrisani.

La sagrestia, che serve per li cappellani, che ufiziano detta cappella, è tutt'adorna di stucchi, e pitture del Testamento Vecchio, e Nuovo, fatte da' medesimi pittori, e maestri; e i paesi sono di Paolo Brilli.

 p257  Dal medesimo lato della chiesa segue una cappelletta dell'Annunziata, che ha incontro il sepolcro del card. Consalvo con la sua statua nella nicchia. In essa cappella sono Maria Vergine, Gesù, ed altri Santi, condotti a mosaico dal Turrita diligentemente per quei tempi.

Quindi si va nel piano della tribuna, che avevano due tabernacoli antichi col suo altare sotto. In ognuno erano due quadri, di cui uno guardava verso la chiesa, l'altro verso la tribuna: e in quello verso la tribuna eran dipinti s. Gio. Evangelista, e s. Giuseppe; nell'altro voltato verso la nave della chiesa, la Concezione di Maria Vergine, s. Anna, e s. Gioacchino, di mano di Gio. Giacomo Semenza Bolognese.

All'altro altare, o tabernacolo, dall'altra parte, nel quadro, che guardava la navata era dipinta la Madonna col Figliuolo, che dorme, colorito dal famoso Guido Reni, e poi vi fu posta una copia, e l'originale oggi si conserva nella camera del Quirinale, dove il Papa dà udienza nell'inverno[;] Questa Madonna di Guido Reni è stata intagliata in rame da molti, e specialmente da Pietro Masini, Gio. Gerardini, e meglio da Francesco Poilly. [N]ell'altro quadro verso la tribuna era dipinto Papa Liberio, quando segna il sito da fabbricare la Basilica con Gio. Patrizio in abito senatorio, e molti ritratti al naturale perfettamente condotti dal Zucca Fiorentino. Questi due tabernacoli furono tolti via nell'ornare la chiesa sotto Benedetto XIV.

Sopra la scalinata nel mezzo era un ciborio di marmo bianco, tocco d'oro, e istoriato  p258 di figure antiche assai buone; e sotto la cupoletta si vedevano coloriti a olio diversi Angioli dal Cati da Jesi. La volta fra la tribuna, e l'arcone fu ornata di pitture dal cardinal Pinello, dove sono li quattro Evangelisti, e i quattro Dottori della chiesa in mezze figure, parte colorita da Paris Nogari, e parte da' due Ricci da Novara.

Tra le quattro finestre sotto la cornice, sono cinque istorie della beata Vergine, fatte di mosaico antico assai diligente da Jacopo Turrita: e la tribuna è stata lavorata di mosaico, con nostro Signore, che incorona Maria Vergine, ed altre figure, opera condotta dal medesimo Turrita, con ordine di Papa Niccolò IV, l'anno 1289.

Ora la tavola dell'altare posto in fondo del coro è di Francesco Mancini Urbinate, e l'altare Papale isolato, e rifatto tutto di nuovo, è messo in mezzo da quattro gran colonne di porfido ornate di bronzi dorati. Sopra vi posano quattro grandi angioli di marmo scolpiti di Pietro Bracci, che scolpì anche gli altri due piccoli, che reggono una corona. Per mensa di questo altare è posta una grande e bella urna di porfido antica, ch'era murata all'ingresso della chiesa, compagna di quella, ch'è al sepolcro di Clemente XII in s. Gio. Laterano. Ella ha il coperchio di marmo bianco, e nero, che serve di mensa, retta da quattro putti di bronzo dorato gettati da Filippo Tofani su'modelli del detto Bracci.

 p259  L'arcone grande fatto da Sisto III nell'anno 434 tutto di mosaici con diverse istorie del Testamento vecchio, siccome anche l'altre, che girano nella nave di mezzo sopra le colonne, tramezzata da alcuni fatti di Maria Vergine, sono opere antiche, fatte d'ordine del medesimo Sisto, e poi assai diligentemente raccomodate sotto il card. Domenico Pinelli Genovese, che fece anche tra le finestre di sopra molti ornamenti di stucchi, e varie pitture.

Queste pure rappresentano istorie di Maria Vergine, e sono di diversi: la Concezione della Madonna è di Ferraù da Faenza; e la Natività dell'istessa, d'Andrea d'Ancona; la Presentazione al tempio, di Baldassar Croce, come anche lo Sposalizio; l'Annunziata è del cav. Salimbeni; la Visitazione è del Novara; l'apparizione dell'Angelo a s. Giuseppe è di Ferraù; la Natività di nostro Signore, di Andrea d'Ancona; l'Adorazione de' Magi, del Croce; e la circoncisione, del Gentileschi Pisano. Tutti questi ornati, e pitture sono state ora restaurate, come anche quelle, che seguono. La Madonna, che va in Egitto, e quando torna, sono lavori di Ferraù: Maria Vergine con Gesù, e s. Giuseppe è di mano del Salimbeni; le Nozze di Cana Galilea, del Novara; e l'istoria di nostro Signore, che porta la croce, di Ferraù: la Crocifissione, e la Pietà sono del Croce; la Risurrezione di Cristo, d'Andrea d'Ancona; la salita al  p260 Cielo, del Novara; la morte della B. Vergine, di Baldassar Croce; e l'Assunzione di Maria Vergine è di Gio. Batista Novara.

Dalla tribuna si riesce nell'altra nave minore della chiesa; e cominciando dalla porta piccola, si vede la cappella, ch'era anticamente de' signori Capizzucchi, de' quali ve ne sono rimase le armi inquartate con quelle de' signori Cenci, a' quali, come erede, è restata. Il quadro del suo altare con s. Francesco sostenuto dagli Angioli è opera del cav. Vanni.

Quivi è il sepolcro di Paolo Capizzucchi, insigne legista, che fu decano della Ruota, vescovo di Nicastro, e vicario del Papa; ed incontro ve n'è un altro di Lodovico Pasqualino canonico, fatto di marmo bianco con perfetto intaglio, e buona architettura di Lodovico Scalzo, scultore, intagliatore, ed architetto.

Della Cappella di Paolo V

Segue poi questa famosa cappella d'ordine Corintio, che sopra all'arcone, che risponde alla nave grande della chiesa, ornato di stucchi dorati, ha la pittura a fresco del Croce, che rappresenta il Transito di Maria, dirimpetto a quella del Melani; e gli Angioli sopra l'arco, che tengono una cartella, sono di Ambrogio Bonvicino.

Sotto l'arco della volta, che ha il suo lanternino, tutta adorna di stucchi, e figure  p261 messe a oro, sono dipinti quattro Dottori della chiesa, due Latini, e due Greci, e nelle cantonate, quattro ovati in modo di medaglie con altri Angioli, e puttini, il tutto opera a fresco del cav. Baglioni.

Nella cappella da' lati del primo arco sono due cappelle, una dedicata a san Carlo, dipinto a olio su lo stucco nel suo altare di marmo ben'adorno. Anche dalla banda destra è un'istoria a olio pur di s. Carlo, e nella sua volta, e triangoli diversi Angioli, colorito il tutto dal Croce. L'altra cappelletta ha nel quadro dell'altare dipinta s. Francesca con l'Angiolo su lo stucco a olio; e a mano manco un'istoria della medesima, nella volta diversi Angioli, e puttini a fresco, opera tutta del cav. Baglioni, come anche sono tutte le pitture del primo arcone sopra a queste cappelle, con lie di Giuliano Apostata saettato, dell'Imperator Leone Armeno ucciso alla presenza della madre, da una delle bande; e dall'altra l'Imperator Copronimo, che si abbruccia, senza fuoco, con altre figure.

Dalla banda destra della cappella è il deposito di Clemente VIII con la sua statua, scolpita da Silla Milanese, e da' lati ha diversi bassirilievi, lavorati in marmo. Quelli man destra son del Buonvicino, gli altri a sinistra di Cammillo Mariani, finiti poi dal Mochi suo allievo. L'incoronazione del Papa di sopra in mezzo fu scolpita da Pietro Bernini, quella a man destra dal Buzio Milanese, l'altra a sinistra  p262 da Gio. Antonio Valsoldo, ed i termini furono scolpiti da Pietro suddetto.

Dalle bande alla sinistra l'Angiolo, che restituisce la mano tagliata a s. Gio. Grisostomo, e dall'altra la Madonna, che porge la pianeta a s. Idelfonso, sono pitture a fresco di Guido Reni Bolognese pittore insigne, fuori che la Madonna, che vi colorì il Lanfranco, avendovi cancellato l'Angiolo di Guido, che v'era prima, e sopra l'arcone nell'ovato di mezzo lo Spirito santo con puttini, da una banda i santi Greci, ed all'incontro le ss. Imperadricie, sono pure di Guido Reni; le statue però da basso, al pari del deposito, una d'Aronne con l'incensiere, l'altra di san Bernardo, sono del Cordieri Lorenese.

La statua di marmo di Paolo V Borghese, posta nel suo bel deposito dall'altra banda della cappella, è lavoro di Silla; l'istoria a man dritta di bassorilievo, di Stefano Maderno Romano; quella a mano manca, del Buonvicino; per di sopra in mezzo, l'incoronazione è d'Ippolito Buzio; quella a mano destra, del Valsoldo; l'altra a mano sinistra, di Francesco Stati da Bracciano; ed i termini, del Buzio.

Le pitture dalle bande della finestra, con quelle dell'arcone furono condotteº a fresco con gran maniera da Guido Reni; e da basso, nelle nicchie dalle bande al pari del deposito, sono le statue di s. Basilio Greco con l'Angiolo, e di Davidde  p263 con la testa di Golia, tutte due scolpite da Niccolò Cordieri. Mentre il Cordieri lavorava queste due statue, Paolo V andò più volte al suo studio, ch'era a strada Pontefici, per vederle.

Nella facciata principale è situato un bellissimo altare, architettato da Girolamo Rainaldi, e Pompeo Targoni fu il conduttore dell'opera. Consiste in quattro colonne d'ordine composto scannellate di diaspro orientale, ed ornamenti di metallo dorato con suoi piedistalli di diaspro, e d'agate, con finimenti pur di metallo; come anche sono agate di gran valore le pietre del fregio. Tutto l'ornamento col frontespizio è di metallo dorato, ed anche quello di mezzo ricchissimo per diversi abbellimenti di gioje. Lo reggono cinque angioli, e due puttini con lo Spirito santo di rilievo, compartito in campo di lapislazzulo, pietra preziosa, dove sta l'immagine di Maria Vergine, che si dice dipinta da s. Luca, e quì riposta dalle proprie mani di Paolo V. De' cinque Angioli due sono di Guglielmo Bertelot, e tre con lo Spirito Santo sono del Mariani.

Nel frontespizio è di metallo, opera di Stefano Maderno, s. Liberio Papa, che disegna la chiesa, e dai lati due angioli grandi a giacere, che hanno nel mezzo tre puttini in piedi con una corona pur di metallo dorato. L'Angiolo, che sostiene la corona di metallo dorato, è d'Egidio Moretti. I modelli di tutto questo lavoro furono di Cammillo Mariani da Vicenza, ed il getto di Domenico Ferrari Romano. Al Ferreri d'unì in questo lavoro Orazio Censore.

Le pitture sopra l'altare con Maria Vergine, e s. Gio: Evangelista, che appariscono a san Gregorio Taumaturgo; come anche quelle nel tondo dell'arcone, e i santi vescovi dai lati, sono tutte opere a  p264 fresco del cavalier d'Arpino, che negli angoli, che sostengono la cupola, colorì quattro gran profeti.

Li quattro angioli di rilievo di stucco, in atto di reggere, sono opere del Bonvicino; e le pitture della cupola con la Madonna in piedi sopra una Luna, Angioli, e puttini con li dodici Apostoli, che abbelliscono tutto il lavoro, sono a fresco ben terminate da Lodovico Civoli Fiorentino.

Questa cappella ha la sua sagrestia; ed oltre gli ornamenti di stucco, si vede dipinto nella sua volta nostro Signore, che risorge, porgendo fiori alla Vergine Maria, che li dà al popolo. Ne' triangoli sono li ss. Fondatori delle Religioni, costruite Agostino, Benedetto, Bernardo, e Alberto Carmelitano, e diverse istorie del Testamento vecchio, tutte opere a fresco del cav. Passignano; come anche il quadro dell'altare con nostro Signore risuscitato, che apparisce alla Maddalena.

Architetto della cappella, e di quanto vi si vede, fu Flaminio Ponzio Milanese, fatto il tutto a proprie spese da Paolo V che per uffiziarla fondò le cappellanie con bonissima entrata, spettanti alla famiglia Borghese. Soprintese a' lavori di questa cappella il sig. Gio. Batista Crescenzi cav. Romano molto perito nelle tre belle arti.

Seguitando poi per il medesimo lato della chiesa verso la porta principale, è la cappella de' signori Sforsi, che aveva bellissima facciata di travertino, fatto il tutto con eccellentissimo disegno del Bonarroti, eseguito da Tiberio Calcagni suo scolare.  p265 Nel quadro dell'altare Girolamo da Sermoneta dipinse con buona maniera l'Assunta di Maria Vergine con gli Apostoli, e i due ritratti, che sono sopra i depositi. L'istorie a fresco della Natività di nostro Signore, e della Visitazione di s. Elisabetta, e s. Anna, come anche li due profeti, ed altre pitture sono del Nebbia d'Orvieto.

Congiunta a questa è la cappella d s. Francesco, dove è un quadro dipinto da Placido Costanzi. La cappella, che segue, ha un quadro, in cui si rappresenta la Madonna, e s. Leone genuflesso avanti ad essa, pittura di Sebastiano Ceccarini.

Appresso è la cappella de' signori Cesi, architettata da Martino Lunghi. Nel quadro dell'altare è la decollazione di s. Caterina con la santissima Trinità, ed altre figure dipinte a olio dal Sermoneta: dai lati i ss. Pietro, e Paolo pur a olio son del Novara. Il quadro dalla parte dell'epistola, con s. Caterina posta al martirio della rota, è opera di Luigi Gentile; l'altro incontro con Maria Vergine, e Gesù, che sposa s. Caterina, è di Carlo Cesi; e quello con la Santa, che disputa con i dottori, dicono, che sia del Canini. I sepolcri di marmo de' cardinali Paolo, e Federigo di Casa Cesi, ornati con urne di paragone, e statue di metallo, sono fatiche di fr. Guglielmo della Porta; e li depositi di monsignor Santarelli, e di Costanzo Patrizj sono opere celebri dall'Algardi Bolognese.

 p266  Poco più avanti, vicino alla Porta santa, è il sepolcro di monsignor Agostino Favoriti, assai nobile, e ben architettato da Lodovico Gimignano da Pistoja, dov'è il ritratto di detto monsignore, ed altre figure scolpite in marmo da Filippo Carcani, il tutto fatto a spese di monsignor Fustembergh Tedesco, suo grande amico.

Partendo da questa basilica per la sua porta principale, e girandola per di fuori verso Ponente, si vedono le muraglie della cappella di Paolo V adorne di pilastri, cornici, balaustri, ed altri ornamenti di travertino. Nelle nicchie sono statue pur di travertino. Il s. Girolamo, e il s. Luca sono sculture del Valsoldo; il s. Matteo, del Mochi; s. Mattia, del Sonzino; e s. Efrem, di Stefano Maderno; il tutto architettato dal medesimo Flaminio Ponzio.

Nella piazza, dove risponde la parte esterna della tribuna dell'altar maggiore, di cui si è parlato quì addietro, è una bellissima facciata di travertino con statue, ed altri abbellimenti, fatti col disegno, ed architettura del cav. Rainaldi.

Anche l'esterno della cappella di Sisto V è vestita con buona architettura. La guglia, che è in mezzo alla piazza, fu trasportata dal mausoleo d'Augusto, ch'era a Ripetta, con ordine del detto Pontefice, che quì la fece alzare per opera del cav. Fontana.

 p267  Di S. Pudenziana

È Titolo presbiterale cardinalizio la chiesa di s. Pudenziana, detta Titolo del Pastore, e fu conceduta col monastero da Sisto V ai monaci di s. Bernardo dell'Ordine Cisterciense. È antichissima, e dicono, che quì abitasse s. Pietro, quando venne in Roma, essendo per prima palazzo delle ss. Pudenziana, e Prassede, figlie di Pudente, e che poi vi fosse edificata la chiesa da s. Pio I. Dopo molti ristori avuti, il card. Errico Gaetano Titolare nel 1598 in circa la rifece da' fondamenti, ed abbellì al maggior segno la cappella di s. Pastore con marmi, e pitture di mosaico.

Niccolò dalle Pomarance dipinse la facciata della chiesa. E per la parte di dentro le cappella a mano destra sono dedicate, la prima all'Angelo custode, il cui quadro è una copia dall'originale d'Antiveduto Grammatica, ch'era dentro alla sagrestia di s. Agostino; la seconda a Maria Vergine, e vi son pitture di Lazzaro Baldi; la terza a s. Nonnoso, e la tavola è pittura d'un Piemontese, e i quadri laterali sono di Michele Cippitelli; e la quarta a s. Pudente, che si vede dipinto nell'altare, quando fu battezzato, dove sono altre pitture a fresco d'Avanzino Nucci.

L'altar maggiore ha la sua cupola dipinta dal suddetto Pomarancio, come i peducci. Le statue di stucco sono di Lionardi Reti, e gli angioli, che reggono l'organo, e il coretto son di Gio. Batista Maini; e nella cappelletta  p268 di s. Pietro il cav. Baglioni colorì la volta con diverse istorie del Santo, dove sopra l'altare è la statua di nostro Signore, che dà le chiavi a s. Pietro, scolpito in marmo dal cav. Gio. Batista della Porta.

Vicino al pozzo de' Martiri, che si vede, seguitando il giro, è l'altare, dove nel quadro sono figurate s. Pudenziana, e s. Prassede, che danno sepoltura a' ss. Martiri, opera creduta del Ciampelli. Gli stucchi son inventati, e lavorati dal detto Reti.

Nella nobile cappella de' signori Gaetani, architettata da Francesco Volterra, che anche raggiustò la chiesa, è scolpita in bassorilievo l'adorazione de' Magi da Pietro Paolo Olivieri, terminata poi dal Mariani Vicentino: le altre statue sono di diversi. La prima a mano destra è d'un allievo del Guidi; quella, che segue, d'Adamo Lorenese; l'altra, rivoltando, di Francesco Mari; l'ultima, di Carlo Malavista; gli Angioli son de' medesimi scultori; e li mosaici nella volta furono condotti da Paolo Rossetti co' cartoni di Federigo Zuccheri.

Conservatorio del Bambin Gesù

Fu fondato questo Conservatorio nell'anno 1661 ma senza chiesa. Il cardinal Lorenzo Corsini, lor Protettore, assunto al Papato col nome di Clemente XII la fece fabbricare col disegno del cav. Fuga in forma Greca con tre altari. Nel primo a destra il s. Agostino, ch'è nella tavola dell' p269 altare, è opera di Domenico Muratori. La Natività di Gesù Cristo all'altar maggiore è di Filippo Evangelista. Il s. Andrea Corsini a sinistra è lavoro di Giacomo Zoboli Modanese.

  Di S. Lorenzo in Fonte

San Lorenzo in Fonte è chiesa ristorata nel 1543 dal card. Alvarez Domenicano, e poi da Urbano VIII con l'architettura di Domenico Castelli, e condeuta alla Congregazione Urbana de' cortigiani, e questa dicono, che fosse la carcere di detto Santo.

La prima cappelletta a mano destra, con pitture a fresco, fu fatta, e dotata da Gio. Cipolla.

Nel quadro della seconda è Maria Vergine, un Santo vescovo, e s. Francesco, opera del cav. d'Arpino; e le pitture a fresco, come anche l'Angiolo per di fuori nella volta, sono dello Speranza.

Il battesimo di s. Lorenzo nell'altar maggiore è lavoro del medesimo Speranza: un altro quadro con la medesima istoria dalla parte dell'evangelio è notabile, ma d'autore incerto, e di maniera incognita; e nella cappella, che segue dall'altro lato, sono i ss. Giovanni, e Paolo, ed altre pitture a fresco con un altro Angelo per di fuori nella volta, opere tutte del medesimo Speranza.

 p270  Madonna del Pascolo

Andando verso la Madonna de' Monti, sulla piazza laterale di essa si trova la chiesa, che prima si diceva de' ss. Sergio, e Bacco. L'altar maggiore è disegno di Filippo Barigioni. La pittura della volta è del Ceccarini, e li due quadri laterali d'Ignazio Stern Tedesco.

  Di S. Lorenzo in Panisperna

Nel monte Viminale è la chiesa suddetta col monastero di monache, ed è titolo cardinalizio. Un grande sfondo nella volta è d'Antonio Bicchierai, ed è una delle sue migliori opere.

Nella prima cappella a mano destra è una s. Chiara pittura d'Antonio Nessi scolare del Masucci.

L'altra, che segue, dove si vedono nell'altare li ss. Crispino, e Crispiniano, e da' lati, e per di sopra, i martirj loro, e d'altri Santi, son opere di Gio: Francesco Romano, e di Pietro Paolo, figliuolo d'un suo fratello.

Segue la terza cappella, che ha nell'altare la Concezione di Maria Vergine pittura di Giuseppe Ranucci.

È poi l'altar maggiore, con l'istoria di san Lorenzo nella graticola, con gran fatica, e diligenza dipinta a fresco da Pasquale Cati da Jesi. Nel recinto di questo altare sono due porte. Sopra quella, per cui si entra in sagrestia, è dipinto di mano antica un s. Michele,  p271 e sopra la porta incontro l'Angiolo Raffaelle è opera del suddetto Bicchierai.

La cappella, che segue nel manco lato, è dedicata al santissimo Crocifisso, del quale è la pittura dell'altare; nell'altra è il quadro di santa Brigida, dipinto da Giuseppe Montanari. Nell'altare dell'ultima si rappresenta s. Francesco, opera di Niccola Lapiccola.

Di S. Bernardino a' Monti, e collegio Fuccioli

A' piedi del monte Magnanapoli, alla mano manca, è la chiesa suddetta col nuovo monastero di monache, che vivono sotto la regola del Serafico s. Francesco. La cupola della medesima è del cav. Bernardino Gagliardi da Città di Castello.

S. Francesco, s. Chiara, s. Antonio, s. Agata, che si vedono figurati sopra la porta di fianco in un quadro, sono del cav. Baglioni.

Le pitture de' lati, e quelle nella volta dell'altar maggiore furono colorite da Clemente Majoli.

Nell'altare, che segue, è rappresentata la Concezione; nel quadro in alto è s. Diego, e s. Elena, opera di Gio. de' Vecchi; e l'ultimo altare ha il Crocifisso con s. Brigida. In questa chiesa è il sepolcro del dottissimo card. Guglielmo Sirleto bibliotecario di s. Chiesa.
 p272  Non molto lontano dalla suddetta chiesa, nel vicolo, dove risponde la porta di fianco, è il collegio di monsig. Fuccioli da Città di Castello, fondato dal medesimo con entrate sufficienti a mantener diciotto giovani suoi concittadini per tirarsi avanti nelli studj di filosofia, teologia, o legge, colla direzione de' Padri Gesuiti. Quivi nella cappella è un quadro dipinto dal Lucattelli, dove è Maria Vergine col Bambino, i ss. Gio, e Carlo protettori, ed altri Santi, e pitture a fresco. Prima v'era il quadro di Gio. Ramigio Fiammingo con le medesime figure.

  Di Sant'Agata

Incontro a s. Bernardino è s. Agata in Suburra col monastero de' monaci di Monte Vergine. Questa chiesa fu ristorata, e splendidamente abbellita dagli Eminentissimi Barberini, i quali l'hanno fatta ornare di pitture.

Nel primo altare, che è dedicato a s. Agata, si vede la sua statua dorata. Le pitture nella tribuna dell'altar maggiore sono di Pietro Paolo Perugino, allievo del Cortona, del quale sono anche gli altri quadri in alto nella nave di mezzo. I due Santi con l'immagine della Madonna di Monte Vergine, portata dagli Angioli, sono fatiche di Alessandro Francesi Napolitano; ed è chiesa Diaconìa Cardinalizia.

Il disegno del deposito del card. Bichi è di Carlo de' Dominicis. I monaci hanno abbellita  p273 la chiesa con la facciata, e un portico col disegno di Francesco Ferrari.

De' Santi Domenico, e Sisto

Nel monte Magnanapoli è la chiesa di s. Domenico col monastero di monache della religione del medesimo Santo. Nell'an. 1611 essendosi riempito il monastero di molte nobili Romane, vi fecero esse una bella, e grande aggiunta; e nel Pontificato d'Urbano VIII è stata la chiesa rifatta in forma magnifica con vaghi altari, e facciata, col disegno di Vincenzio della Greca.

La prima cappella a mano destra, fatta con disegno del cav. Bernino, ha le statue di marmo di Cristo, e della Maddalena, scolpite da Antonio Raggi: nell'altra vicina è il martirio di s. Pietro Martire, fatto ad imitazione di quello di Tiziano, che è a Venezia, da un Senese con altre pitture; e nella terza cappella è l'immagine di s. Domenico portata in Soriano da tre sante, dipinta di mano del Mola.

Le pitture della tribuna della chiesa, co' fatti di s. Domenico, erano del Baglioni, ora però da uno de' lati è colorita una battaglia da Pietro Paolo Baldini; e nell'altro incontro l'istoria a fresco è di Luigi Gentile, del quale son anche le altre di Maria Vergine nella facciata principale, dove sopra l'altar maggiore si venera un'immagine di Maria.  p274 Le pitture nella sua volta, e tribuna con una Gloria delle Sante della religione, e san Domenico, son opere del Canuti.

la cappella che ne viene seguitando il giro, sta effigiato un Cristo in croce con tre Santi a' suoi piedi, che credesi del Lanfranco, ma tenuto da molti per copia: ed il quadro dell'altare contiguo molti voglione, che sia dell'Allegrini.

Nell'ultima cappella è dipinta la Madonna santissima del Rosario con s. Domenico, e santa Caterina inginocchioni, opera delle migliori, ch'abbia fatto il Romanelli: ed il voltone della chiesa è del suddetto Canuti Bolognese.

Casino Panfili

Questo bello, e vago casino, e giardino al tempo di Leone X era del cardinal d'Este, poi passò in Casa Vitelli, e appresso in quella degli Aldobrandini, e finalmente nella famiglia Panfili. Il casino fu restaurato da Carlo Lombardo, che vi aggiunse il bel portone con la loggietta sopra, che guarda, e fa prospetto alla salita di s. Caterina da Siena. Egli contiene varie statue, e teste di marmo antiche, e fra l'altre una Roma colossale, che fu trovata sulla piazza del palazzo pontificio del Quirinale, dove ora è la fonte con i due cavalli; e la comprò il detto card. d'Este. Singolare è una pittura antica  p275 sul muro, che rappresenta un pajo di nozze col talamo nuziale, che Niccolò Pussino ricopiò per la stima, che ne faceva meritamente, e questa copia si trova nel palazzo Panfili dirimpetto al collegio Romano. Fu anche intagliata in rame eccellentemente dal celebre Pietro Santi Bartoli, e da altri ancora. Nella facciata di questo casino sono alcuni rari bassirilievi antichi, e fra questi, due che tra loro fanno il giuoco de' cesti, descritto da Virgilio nell'Eneide.

Di S. Caterina da Siena a Monte Magnanapoli

Con l'ajuto della signora Porzia de' Massimi fu dato principio l'anno 1563 in circa a questa chiesa, che è nel medesimo monte, col monastero di monache dell'Ordine di s. Domenico, ed ultimamente rinovata tutta con un portico d'avanti, architettura di Gio. Battista Sorìa, dove sono due statue di stucco fatte da Francesco de' Rossi, che nella Roma antica, e moderna è detto per isbaglio Francesco Rosa.

Nel primo altare sulla destra è effigiata santa Maria Maddalena di mano di Benedetto Luti,​JJJ che dipinse anche la volta. Nel secondo, che segue, è il quadro con varj Santi del Garzi; nell'altro della terza il s. Domenico, che risuscita un fanciullo, è di Biagio Puccini, e le pitture a fresco sono del Vasconio.

 p276  L'altare maggiore è disegno di Melchiorre Casa Maltese; come anche è sua opera la santa Caterina scolpita in marmo d'alto rilievo. I due bassirilievi laterali sono del Bracci.

Dalle bande è dipinta s. Caterina, che presenta una rosa al Bambino, e la Madonna portata dagli Angioli, pitture di Francesco Rosa, come anche il Dio Padre, ed altre figure nel cupolino. I due tondi sopra le porte della sagrestia, e del confessionale sono di Luigi Garzi, e la Madonna del Rosario nella cappella seguente è del Passeri.

La volta della cappella, che è vicina alla sagrestia, è di Giovan Batista Speranza con varie istoriette di Maria Vergine; il sott'arco però della medesima è di Gio. Batista Ruggieri Bolognese, che nel mezzo figurò santa Maria Maddalena, e santa Caterina; e da un lato s. Domenico, e s. Gio. Batista; dall'altro s. Gio. Evangelista, e s. Filippo Neri.

Tre Angioli in piedi, dipinti nell'altare della cappella contigua, sono di mano di D. Fabio della Corgna: le pitturine a fresco nella volta sono lavoro di Gio. Paolo Tedesco: e nell'ultimo altare è effigiato s. Niccolò da Pietro Nelli.

La volta della chiesa, fatta di nuovo, è stata dipinta dal medesimo Luigi Garzi.

 

Colonna Traiana

Sopra questa colonna, e sopra l'Antoniniana, ch'è in piazza Colonna Sisto V fece porre due statue di bronzo, una delle quali rappresenta s. Pietro, e l'altra s. Paolo, modellate da Tommaso Porta, e gettate da Bastiano Torrigiani. Queste colonne sono tutte scolpite a bassirilievi, e quelli della Traiana sono eccellentissimi, e gli uni, e gli altri sono stati intagliati in rame da Santi Bartoli, e da altri.

Pagina aggiornata: 7 ago 01