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Questa pagina Web riproduce una parte di
Descrizione delle Pitture, Sculture
e Architetture esposte in Roma

di Filippo Titi
stampato da Marco Pagliarini
a Roma
MDCCLXIII

Il testo è nel pubblico dominio.
Le eventuali foto a colori sono © William P. Thayer.

seguente:

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A SUA ECCELLENZA
IL SIGNOR
D. LIVIO
ODESCALCHI
PRINCIPE DEL SIRMIO
E
DUCA DI BRACCIANO, E DI CERI


Volendo io pubblicare per mezzo delle mie stampe la presente opera del Titi contenente la descrizione de' lavori più insigni di Pittura, Scultura, e Architettura, che esistono in questa maravigliosa Città, e ne fanno il più bello ornamento; pensai di dedicarla a qualche illustre Personaggio, amante, e fautore delle belle Arti, e subito rivolsi il pensiero all'Eccellenza Vostra, che gusta ottimamente questi studj, e del pari gli ama, e gli favorisce. Mi proposi pertanto di supplicarla, che si degnasse di accettarne la dedica, e sapendo per prova quanto potesse in Lei quell'

. . . anima gentil, che non fa scusa,

Ma fa sua voglia della voglia altrui,º

mi lusingai, che ella non fosse per rigettare la mia istanza, nè per isgradire questo atto della mia devozione, ed ossequio, anche in riguardo della materia, che si tratta in questo libro, che è molto conforme al suo genio, ed alla sua intelligenza. Ma confesso, che ho dovuto rendermi più importuno di quello che avrei voluto per vincere la troppo delicata modestia dell'E. V., e per impetrare da Lei questa grazia, la quale mi ha poi benignamente conceduta, di che me le professo, e me le professerò sempre tenutissimo. E riflettendo alle cagioni della sua renitenza, mi sono accorto, che null'altro potea ritenerla dal farmi adesso godere gli effetti di quella somma benignità, che ho in Lei sperimentata in tante altre occorrenze, se non se il dubbio, che io fossi per esporre al pubblico con questa dedica i molti e singolari suoi pregi; quasi che il suo ritegno possa far sì, che restino ascosi a chiunque ha l'onore di conoscerla. Quindi è, che per non abusare in questa parte della benigna condiscendenza, che Ella ha avuta per me, mi asterrò di parlare, come dovrei, delle sue lodi, lasciando che ne parlino per me le sue lodevolissime azioni, le quali, senza che Ella se ne accorga, formano giornalmente il suo maggiore elogio, facendo a tutti conoscere le rare ed amabili qualità del suo spirito, e del suo cuore. Dirò solamente, che sapendo l'E. V. quanto giovi ai viaggiatori, amanti delle belle arti, l'aver raccolte in piccolo volume le notizie della rarità di ciascun paese, le quali son degne di osservazione; son certo, che Ella non disapproverà il pensiero, che ho avuto di ristampare a comodo de' forestieri questa opera del Titi molto stimata finora, ed assai più stimabile adesso per le correzioni, ed aggiunte fattevi con sommo studio, diligenza e fatica per accomodarla all'odierno stato di Roma notabilmente mutato da quel che era ai tempi dell'Autore: e spero altresì, che ella sia per gradire, che rinnovata, come ella è, comparisca alla luce sotto i suoi felicissimi auspicj, al quale effetto mi son fatto lecito di dedicargliela. E pregandola a continuarmi la grazia del suo validissimo patrocinio, le bacio umilissimamente le mani.


REIMPRIMATUR
Si videbitur Reverendissimo P.M.S.P.A.

D. Archiep. Nicomed. Vicesg.


REIMPRIMATUR
Fr. Th. Aug. Ricchinius M.S.P.A.Or.Pr.

A' CORTESI LETTORI

L'Abate Filippo Titi gentiluomo, e canonico di Città di Castello, e proto­notario Apostolico, benchè avesse atteso alli studj della Legge, pure da giovane s'era dilettato del disegno, e appresine i principj da Virgilio Ducci scolare dell'Albano, e suo concittadino. Perlochè gli rimase sempre un forte genio a questa bell'arte, e qualche intelligenza della medesima. Onde stando in Roma, pensò di far cosa grata e ai Romani, e ai forestieri, col fare quasi un Indice, o Inventario di tutte le produzioni delle tre belle arti, che in Roma si trovano sparse, con indicarne i nomi degli artefici, che le avevan fatte. Stampò pertanto un libro nel 1686 con questo titolo: Ammaestramento utile, e curioso di Pittura, Scultura, e Architettura nelle chiese di Roma, palazzi Vaticano, di Monte Cavallo, ed altri, che s'incontrano nel cammino facile, che si fa per ritrovarle, dell'abate Filippo Titi &c. Ovvero, Nuovo studio de' Professori delle virtù suddette, che si vedono nelle medesime chiese, o palazzi, le loro fondazioni, e ristoramenti, e chi ne ha la cura, o tiene il possesso con l'Indice delle chiese, e de' virtuosi, che si nominano. Ed in fine un'aggiunta, dove è descritto il duomo di Città di Castello. In Roma per Giuseppe Vannacci 1686 in 12.

Dedicò questa sua Opera al cardinal Gaspero di Carpegna Vicario del Papa. Ebbe questo libro gran corso per la comodità della sua piccola mole, e tutti i forestieri se ne provvedevano, sicchè in breve ne sparirono gli esemplari. Perlochè nel 1708 Pietro Leone librajo, intraprese a farlo ristampare a sue spese con l'aggiunte d'un Francesco Posterla, abbreviandone il titolo in questa guisa: Nuovo studio di Pittura, Scultura, ed Architettura nelle chiese di Roma, palazzi Vaticano, di Monte Cavallo, ed altri. In Roma 1708 per il Zenobi pure in 12; e dedicando questa ristampa a Clemente XI allora regnante. Ma nel corso di 13 anni disparvero nuovamente gli esemplari di quest'Opera per l'affluenza de' forestieri, e lo stesso librajo la fece ristampare con nuove aggiunte col titolo medesimo, poco variato, dedicandolo alla S. M. d'Innocenzio XIII in Roma per i Tinassi 1721. Ma questa edizione oltre l'essere divenuta al pari rara dell'altre, è anche più bisognevole d'aggiunte, perchè in 42 anni troppe più sono state le mutazioni seguite, spettanti alle tre belle arti, e troppe più le fabbriche, e le sculture, e le pitture aggiunte di nuovo. Perciò volendo sodisfare alle richieste, e al premuroso desiderio sì de' forestieri, che de' cittadini di questa metropoli del Mondo, e per onore della medesima, ci siamo mossi a farne la ristampa, la quale ci è riuscita di molto maggior fatica, e spesa di quel, che ci saremmo potuti mai immaginare, e che si possa immaginare chi la legge, se non confrontandola con le prime edizioni. Conciossiachè oltre le importanti mancanze, che s'incontrano ad ogni passo nelle anteriori, è stato di mestieri il correggere infiniti sbagli, che vi erano scorsi. E benchè siamo stati assistiti da persona intendente, e pratica di queste cose, quanto altri mai, tuttavia per la quantità, e varietà delle cosa da o aggiungersi, o correggersi, e per la difficoltà di rinvenirne le sincere notizie nelle tante contradizioni, che si ritrovano ne' libri, che trattano di queste materie, e per l'interruzione di più anni occorse più volte in questa ristampa, non è potuta venire esente da qualche errore. A questo si è procurato di rimediare il più, che si è potuto, con un aggiunta, e correzione posta in fine di quest'Opera.

Si era il Titi steso molto nelle lodi de' Professori, il che si è stimato superfluo, perchè il solo loro nome a molti di essi serve di un gran elogio, e agli altri potranno servire d'encomio l'opere loro, quando lo meritino, essendo esposte al pubblico, e poste sotto gli occhi del Lettore. Molt'altre notizie, che dava il Titi, o quelli, che gli hanno fatte dell'aggiunte, come non importanti, nè desiderate da chi si provvede di questo libro, perchè non appartenenti a queste arti, e che si trovano in libri a parte, si son tolte via. Gradisci, cortese Lettore, il buon animo di chi, per farti cosa grata, e servire al tuo desiderio,

Quanto più può col buon voler s'aita.º


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Pagina aggiornata: 19 ago 03