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Villaggio dell'Umbria centrale, frazione di Trevi: 42°51,9N, 12°42,7E. Altitudine: 218 m s.l.m. Abitanti nel 2001: 733. |
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Tipica della vecchia Cannaiola è la porta della casa Ciccaglia sulla via principale. |
Il tranquillo abitato di Cannaiola si trova nella pianura della grande Valle Umbra a circa 3½ km ad ovest di Trevi, di cui è una frazione, sebbene con i suoi settecento abitanti sia più grande di alcuni posti in Umbria che fanno comune.
Per l'Italia, l'abitato non è molto vecchio. Non potrebbe esserlo, poiché, a 218 m sul livello del mare, per gran parte della storia documentata sarebbe stato sott'acqua. Quando i Romani conquistarono l'Umbria centrale nel terzo secolo a.C., ingenti tratti del comprensorio formarono una palude o un lago tentacolare, il cosiddetto Lacus Umber, la cui superficie si stima fosse a circa 220 m sul livello del mare. Vi hanno portato avanti massicci progetti di ingegneria: deviando i fiumi, tagliando gli emissari per drenare alcune aree e quasi certamente costruendo argini per trattenere i fiumi rimasti. Argini e dighe richiedono però molta manutenzione, soprattutto in una zona sismica: quando crollò l'impero romano, crollarono anche loro; e per parecchi secoli, finché i monaci benedettini non iniziarono nuovamente a prosciugare l'Umbria, qui non ci fu terra su cui vivere.
Un indizio dell'importanza dell'acqua troviamo già nel nome stesso di Cannaiola. L'origine del nome è, in senso stretto, sconosciuta; ma le due possibilità più probabili hanno a fare con l'acqua: canne, ossia cannaviola, cioè canale.
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Questa foto, scattata a poche centinaia di metri ad ovest del centro di Cannaiola, evidenzia chiaramente quanto quest'ultima dipenda dagli argini. La chiesa (vedi pagina a parte per avere un'idea delle sue dimensioni) è costruita su una fondazione appositamente rialzata proprio per il pericolo di inondazioni: eppure se ne vede appena il tetto dietro questo massiccio terrapieno artificiale così bellamente ricoperto di ginestre fiorite. Inoltre, il torrente incanalato da queste sponde, il Fosso Ciccotti, è uno dei più piccoli tra 10 corsi d'acqua grosso modo paralleli che, se non controllati, minaccerebbero l'esistenza del paese: argini più forti contengono la Tatarena, a poche centinaia di metri più ad ovest (qui alle nostre spalle), e la Maroggia, circa 1,5 km ad est.
Questo nostro abitato, quindi, risale al tardo Medioevo; più precisamente al Duecento quando la Tatarena venne spostata verso ovest rispetto al suo corso attuale e le popolazioni che vivevano più ai piedi del colle di Trevi, ma in un luogo malsano, trovarono un luogo già predisposto per loro, qualche metro più in alto rispetto a le loro vecchie case: il vecchio letto della Tatarena è ora la via principale di Cannaiola: una situazione molto pericolosa, va detto, se qualcosa dovesse andare storto. (La gestione delle acque nella pianura umbra, del resto, resta un progetto in gran parte in corso, affidato al Consorzio della Bonificazione Umbra: che aveva pagine con foto interessanti, sia attuali che storiche — pagine, però, che con il continuo restringimento del Web sono stati ora rimossi; si veda anche la loro pubblicazione, La Valle Umbra: Disegni e piante dalla Visita ai Fiumi alla bonifica.)
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Da destra a sinistra si sviluppa la via principale di Cannaiola, con le case in parte rimodernate; a sinistra la linea perpendicolare delle nuove case segue la SP 447 in direzione Trevi. |
Il passato medievale di Cannaiola le aveva dato almeno due chiese, ma entrambe sono scomparse: una cappella di S. Niccolò di Bari, che pure avendo affreschi del Quattrocento fu demolita nel 1869; e una chiesa di S. Francesco di Paola, che si trovava a La Cuccia, vicino al fiume Maroggia, a circa 1 km di distanza, anche se la sua ubicazione precisa è ora sconosciuta.
Oggi, oltre alla chiesa parrocchiale di S. Michele, ne restano queste due:
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S. Antonio Abate, edificata nel 1660. Di un quadro ancora visibile all'interno, il B. Pietro Bonilli scrive (Cannaiola, memorie storiche, I.3) che "orridamente rappresenta la Vergine, S. Antonio e S. Filippo Neri". |
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Già S. Felice, ma restaurata come S. Fedele nel 1805
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Non ho trascorso più di un'ora a Cannaiola (vedi il mio diario, 24 aprile 2004); non ho visto l'intero paese — per esempio i resti del suo castello, ora adibito a cimitero; e ho visitato l'interno di una sola delle sue tre chiese: quindi non dovreste immaginare che nella paginetta che avete sotto gli occhi abbiamo esaurito questo luogo. Vi lascio con un dettaglio di un'edicola all'entrare nel paese, all'incrocio della via Cavanella con la via Nuova:
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La maggior parte delle informazioni in questa pagina sono tratte da
Trevi de Planu
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Pagina aggiornata: 12 Ago 24