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[ da La Torre di Trevi, Anno I N. 2 del 16 Gennaio 1898 ]
". . . . la quale è di grandezza non mediocre ed in sito comodo e piano, non lungi dalla porta del Lago, adorna d'ogni intorno di buone abitazioni e vaga altresì per restare in parte coperta dalla loggia che la rende praticabile anche in tempo di pioggia".
Così la descrive lo stesso Natalucci.a
Il piano di essa, ora ridotto in cattivo stato, era, in antico, ricoperto di mattoni, messi perpendicolarmente ed a spina, e ripartito in varii quadri con righe di pietra. Di questo lavoro, eseguito nel 1476, rimane ancora qualche traccia, verso l'angolo nord‑est.
Interessanti e curiose sono le memorie che si trovano nel nostro Archivio intorno ad un antichissimo divertimento popolare, durato fino a non molti anni fa, e che si teneva appunto nella Piazza: il Maggio ossia la Cuccagna.
p6 Dal 1458 fu per qualche tempo smesso l'uso di piantare il Madio, come allora lo chiamavano; ed al posto dove questo s'innalzava, cioè in mezzo alla Piazza, fu deliberato si fabbricasse un "triangolo" cioè una specie di edicola, con l'immagine di S. Emiliano in mezzo a due leoni e l'insegna del Comune e della Chiesa. E, infatti, il 28 maggio 1458, il Consiglio del Comune dava commissione di questa scultura a Massimo Citrini (Petrini?) da Venezia. Il triangolo rimase al suo posto, in mezzo alla Piazza, fino al 1462, epoca in cui fu tolto di là, e collocato sopra la porta maggiore di Sant'Emiliano, dove tuttora si vede. Se avrete la pazienza di andarlo ad osservare, troverete che esso corrisponde infatti fedelmente alla descrizione che di questo lavoro troviamo nelle antiche carte.
Però rimase in mezzo alla Piazza un altare — certamente coperto — sul quale i preti novelli celebravano la prima Messa, e il Comune regalava al celebrante una coppa di grano e un castrato, come leggiamo in una deliberazione consiliare del 1489.
Come e quando l'altare sia stato demolito, non ho potuto sapere.
Un altro importante ornamento della nostra Piazza era una bella ed elegante fontana, la quale, dalle memorie che ho potuto trovare, p7 era collocata all'estremità sud‑ovest della Piazza cioè sotto la casa Mattei, ora Pattofatto.
Durastante Natalucci nella sua opera diceb che la fontana sulla Piazza principale era "di simmetria rotonda, fornita tutta di pietre lavorate, ripartite in molti quadri, mediante varie piccole colonne". Credo che la "simmetria rotonda" debba intendersi nel senso di poligono regolare, come, per esempio, la "Chiesa Tonda", nei pressi di Trevi, che è di forma ottagona.
E probabilmente la fontana aveva la forma di decagono: giacchè si trova scritto che "di tanto in tanto", fra le colonnine vi erano scolpiti cinque stemmi: dei Duchi Varano di Camerino, dei Signori Monaldeschi di Orvieto, dei Trinci di Foligno, della Comunità e della Chiesa.
La fontana propriamente detta era costituita da una conca "adorna con otto faccie" (mascheroni?) e sostenuta da una colonna. La conca raccoglieva l'acqua "trasmessa in aria" e la colonna, forata nel mezzo, la trasmetteva a sua volta ad una vasca sottostante alla fontana, "per comodo di abbeverarvi il bestiame". Intorno alla vasca eravi un comodo sedile, che troviamo spesso ricordato negli atti dei notari del '400 e del '500, che su quel sedile talvolta stipulavano i loro atti.
p8 Di questo monumento trevano non rimangono tracce sulla Piazza. Però è certo che la conca e la colonna ora esistenti nella fontana di Piazza del Mercato o Garibaldi, sono quelle stesse che facevano parte dell'antica fontana di Piazza. Infatti la detta conca ha nel mezzo un foro, che doveva servire per lo zampillo; e la colonna sottostante, con le quattro teste di leone, era quella che trasmetteva l'acqua all'abbeveratoio.
La fontana fu rimossa dalla Piazza ora Vittorio Emanuele per portarla su quella del Mercato, alla prima metà del '700. Poi a tempo nostro fu rimossa di nuovo e collocata dove ora si trova.
Non si hanno documenti qual valgano a stabilire con precisione l'epoca della costruzione di questa fontana. Però, la presenza in essa dello stemma dei Varano, fa supporre possa essere stata costruita nella prima metà o al principio della seconda del secolo XIV al tempo di Rodolfo I Varano, ucciso dal nipote Rodolfo II nel luglio 1350 e che, Signore di Camerino, esercitò la sua influenza anche su altre città.
a Durastante Natalucci, Historia universale. . ., pp45‑46 del manoscritto (nell'edizione stampata a cura di Carlo Zenobi, p46); piccole differenze ortografiche:
. . . . la quale è di grandezza non mediocre ed in sito commodo e piano, non lungi alla porta del Lago, adorna d'ogni intorno di bone abitazioni e vaga altresì per restare in parte coperta dalla loggia che la rende praticabile anche in tempi di pioggia; sendo tutta mattonata p46e ripartita in varij quadri con righe di pietra sin dal 1476 (Canc. com. in rif. d. an., f.65 et 71). . .
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b Ib., p61 (p56); piccole differenze ortografiche, ma c'è innanzittutto da notare che non vi vengono accennati gli stemmi dei Trinci nè della Chiesa, e la conca è "adorna con 8 faccie":
Nella piazza principale la fontana di semetria rotonda, fornita tutta di pietre lavorate, ripartite in molti quadri mediante varie piccole colonne, che anche di tanto in tanto tengono le qui espresse armi credute de duchi Varani, de signori Monaldeschi e della comunità: *** (Petronius: Pretensioni della Coll. cap. 15 in fine f.35), in mezzo alla quale l'acqua viene da una conca adorna con 8 faccie, sostenuta dalla colonna, che doppo aver raccolta l'acqua trasmessa in aria, per le boche delle medesime gli la trasmette, cadendo poi in altra fonte unitale per commodo di abeverarvi p62il bestiame. . .
Immagini con bordi conducono ad informazioni: più spesso il bordo più ampie le informazioni. (Dettagli qui.) | ||||||
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