Il mio nome richiama una guerra lontana
e per mio padre era il ricordo di una città straniera
conosciuta nella stagione delle illusioni . . .
Venni a Umbertide da Manfredonia.
Qui mi sono sposata
con Lello Simonucci e ho avuto una figlia.
Vivevo una vita ritirata
all'ombra di un marito sempre impegnato.
(Lo so! Per molti ero solo la moglie del "professore"
ma questo non mi ha mai turbato, anzi . . .)
Curavo la casa, crescevo la bambina, aiutata dalla
Elvira, quasi una bimba anche lei . . .
Avevo una tranquilla passione:
realizzavo arazzi e dipingevo,
e una debolezza tutta femminile:
mi piaceva vestire bene, essere sempre ben curata.
Quel giorno, nonostante la Marinetta mi invitasse a scappare,
preferii restare sotto l'arco convinta di essere al sicuro.
Mio marito e mia figlia erano a scuola, in salvo.
Mi sono stretta all'Elvira come fosse l'ultimo abbraccio
alla Gioia.