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Questa pagina riproduce una parte dell'
Indice-Guida dei Monumenti . . . dell'Umbria

di
Mariano Guardabassi

pubblicato da G. Boncompagni e C.,
Perugia, 1872

Il testo è nel pubblico dominio.
Le eventuali foto a colori sono © William P. Thayer.

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Baschi

 p12  Asisi

Opera umbra-etrusca. (?) Al difuori della città e presso il secondo torrione della cittadella, poco lungi da porta S. Giacomo — Muro di cinta, che si estende per circa metri 6 e s'innalza sulla roccia per centimetri 85; il materiale impiegatovi è l'istesso che compone il colle, cioè pietra calcare colorata in rosso dall'ossido di ferro; i massi di maggior dimensione misurano in lunghezza metri 1.22, ed in altezza centimetri 25; avvertasi che su questo punto del colle non trovansi strati di maggiore spessezza. Le linee dei filari sieguono l'andamento ondulato della roccia, e le facce laterali delle pietre per la più parte scendono oblique.

Opere di maniera greca. — Tempio di Minerva. Sembra costruito nel periodo di passaggio tra la repubblica ed il romano impero.

Parte sotterranea. Il Tempio si eleva per circa metri 6 dal livello secolo antico Fòro su d'un altipiano sorretto da un muro sul quale lateralmente sono aperte due porte che per doppia scala immettevano alla sovrastante gradinata. Dal livello del Fòro innanzi al muro s'innalza un piano rettangolare per circa centimetri 60 al quale si può ascendere per due gradini; di fronte a poca distanza v'è un grandioso marmoreo basamento sul quale, per una lapide ivi scolpita sappiamo che vi posarono le statue di Castore e Polluce. Parete esterna. Di questo classico edificio ci resta ancora gran parte del Pronao esastilo, d'ordine corintio. Non possiamo passar sotto silenzio due specialità architettoniche rimarchevolissime, la prima che le colonne basano su piedistalli fra i quali s'interna la gradinata, e l'altra che mentre i modiglioni decorano la cornice della trabeazione, questi nullameno furono soppressi nella cornice del frontespizio. Un si prezioso resto crediamo possa annoverarsi tra i primi in Italia per venustà. La Cella fu rinnuovata in varie epoche.

Opere romane. Via S. Paolo, in casa Brizi — Grande arco in travertino che esternamente basa sulle mura visibili nella via proseguendo vedesi Nord-Ovest; queste mura sono costruite in pietra calcare rossa. Via di S. Maria delle Rose — Resto di muro simile a quello sulla via di S. Paolo, al quale può arguirsi fosse congiunto. Piazza Maggiore. Presso il Tempio di Minerva, in corrispondenza dei lati Nord et Nord-Est della Cella — Resti di mura in travertino. Via Porticoa, in una corte di casa Carloforti e nelle attigue case, Sensi, e Brizi — Muro in travertino  p13 simile al precedente; le fronti delle pietre delle quali è formato presentano una riquadratura che costituisce una fascia rettangolare eseguita a gradina, mentre il resto è lasciato a scalpello; alcune di queste pietre misurano in lunghezza metri 1.93 ed in altezza metri 0.65. Via di S. Antonio — Muro in pietra rossa. Piazza S. Rufino sotto la torre campanaria cui serve di fondamento — Grandiosa cella costruita in trovate con rara accuratezza ed imperfetta conservazione; sulla fronte esterna corrispondente alla nave S: della Chiesa, v'è una interessante iscrizione che bisognerebbe assicurarsi se trovasi al posto — Alla Gorga presso il fonte Perlici — Resti dell'Anfiteatro. Via di piazza nuova — Avanzi del Teatro e ruderi di un monumento sepolcrale. Piazza nuova — Vasto e ben costruito acquedotto. Fuori di porta Moiano — Avanzi di esterno acquedotto. Presso fonte Galletta — Resti di bagni. In piazza maggiore, nella casa della Minerva, nella Residenza municipale, nella piazza e sacrestia di S. Rufino ed in casa Sbaraglini — Sculture. Sotto il portico del Tempio di Minerva, nella Residenza municipale, nella casa della Minerva, in via del Seminario in casa Italiani ed in casa Bovi sulla piazza nuova — Iscrizioni.

Recenti scavi della Società Archeologica Asisiate, diretti dall'ingegnere Alfonso Brizi. Via del Coccomo, in casa Rocchi — Resti di una abitazione privata. Le pareti delle camere sono decorate di frammenti di pitture all'encausto e due pavimenti presentano resti di mosaici policromi.

Sotto la Chiesa dell'episcopio — Vari ambienti pur essi spettanti ad [ALT dell'immagine: missing ALT][ALT dell'immagine: missing ALT][ALT dell'immagine: missing ALT], nel maggiore; resti di pareti dipinte e di pavimento a mosaico; in quel di centro, pareti un tempo intarsiate a marmo e nelle quali rimangono ancora dei frammenti; il pavimento a disegno variopinto è costruito dell'istessa materia — La raccolta dei frammenti più interessanti di sculture e pitture, come pure di utensili in figulina ed in vetro è esposta nella Residenza del Municipio.

Chiesa di S. Andrea

Esterno. Sopra la porta del monastero: Affresco — Maria con Gesù ed a S: S. Andrea: scuola del Doni. Presso all'ingresso della chiesa, Affresco entro una nicchia — Maria con Gesù ed a D: S. Girolamo — opera di Tiberio d'Asisi.


[ALT dell'immagine: Una piccola croce di Malta]
	Chiesa e Convento di S. Antonio

Interno. Altare maggiore Tela ad olio — Maria in gloria con Gesù ed in basso sei figure di Santi: sulla estremità inferiore S: leggesi Durante da Borgo. 1596. In una camera presso la chiesa altra Tela ad olio — La Vergine in trono col Divin figlio ed ai lati tre figure di Santi; opera dell'istesso pittore e di maggior merito della precedente. Refettorio, parete principale, Affresco — ne occupa tutto lo spazio — A S: S. Benedetto e S. Placido, in centro; La concessione della indulgenza del perdono alla Porziuncola, a D: La cena di S. Chiara. In una finta porta a S: leggesi P. R. F. 1604. (Pietro Roncalli fece).

 p14  
[ALT dell'immagine: Una piccola croce di Malta]
	Chiesa e Convento di S. Apollinare

Interno. Parete S: Nell'Altare Tela ad olio — S. Stefano: creduta del Sermei. Altare maggiore Tela ad olio — Maria in gloria con Gesù ed in basso sei santi: dello Zampa. Convento; in una camera presso il parlatorio Affresco — Maria in trono con Gesù ed ai lati S. Ansano e S. Agata: opera di Tiberio d'Asisi. In basso altro Affresco — La nascita di Maria; del Marinelli. Refettorio: Tela ad olio — L'ultima cena del Redentore: opera del XVII secolo. Conservasi in questo convento una croce sagomata in Tavola a tempra rappresentante — Il Crocifisso con ai lati la Vergine e S. Giovanni ed in basso S. Apollinare: opera di scuola giottesca.


[ALT dell'immagine: Una piccola croce di Malta]
	Chiesa e Convento di S. Chiara

Esterno. Fu architettata da fra Filippo da Campello nel 1257; bella e solida costruzione distribuita a zone bianche e rosse. La porta d'ingresso è decorata con semplicità; mentre il sovrastante finestrone circolare richiama l'attenzione del visitatore per eleganza e ricchezza di ornamenti. La bella torre delle campane è pure opera del XIII secolo.

Interno. Ricorda la basilica superiore di S. Francesco d'Asisi per l'architettato scompartimento; ma è condotta con maggior semplicità. Parete S: Cappella di S. Agnese. A S: Tavola a tempra a simiglianza di un Trittico — In centro la sola figura della Santa in grandi proporzioni; lateralmente otto istorie della sua vita. Ia La domenica delle palme il vescovo Guido presenta a Chiara la palma. IIa S. Francesco accoglie la Santa nella Porziuncola. IIIa Il Santo la consacra a Cristo. IVa Lo Zio di lei tenta strapparla dal monastero. Va S. Chiara ridona alla sorella la pace domestica. VIa La moltiplicazione dei pani. VIIa Il transito della Santa cui appunto Maria seguita da vergini. VIIIa Innocenzo IV o ne celebra i funerali. Questa pittura reca la data del 1283 e ritiensi del Cimabue. A D: Tavola a tempra — Maria in seggio con Gesù ed in alto due Angioli: attribuita al Cimabue. Braccio S: della crocera: Tavola a tempra, in fondo d'oro a simiglianza di un trittico — In centro il Crocifisso ed in basso Maria, S. Giovanni e la figura del committente. A D: le Sante Chiara ed Agnese (sorella di lei); a S: S. Rufino e S. Agnese V. M. Opera ritenuta di Tommaso Stefani. Affresco — Maria con Gesù al seno, da un lato il bue. Frammento di pittura del XIV secolo. Tavola a tempra a foggia di Trittico — In centro Maria con Gesù in grembo; lateralmente otto istorie. Ia L'Annunciazione. IIa Il Presepe. IIIa L'Epifania. IVa Il tradimento di Giuda. Va La flagellazione. VIa La crocifissione. VIIa La deposizione. VIIIa Le Marie al sepolcro. Opera tra a Giunta da Pisa. Vòlta a crocera sovra l'Altare maggiore. Ciascheduna vela reca in affresco due tabernacoli con entro due figure di Santi attorniate da Angioli; questi dipinti si fingono sostenuti da un piano retto da quattro leoni. — Ia vela S. Chiara e Maria con Gesù. IIa vela S. Caterina e S. Margherita. IIIa Le due Sante col nome di Agnese. IVa S. Cecilia e S. Lucia. I costoloni e gli archi sono riccamente decorati e recano molti semibusti di Santi. Opere di Tommaso Stefani. Abside: in centro  p15 Tavola a tempra figurante una croce sagomata — Gesù in croce ed in alto Dio Padre; lateralmente — Maria e Giovanni — in basso due piccole figure di monache presso S. Francesco — opera attribuita a Margheritone.

Convento. Coro inferiore; lato S: Affreschi. Sul Io pilone — Papa Urbano Vo: della scuola di Giotto. Sulla parete — S. Chiara con le suore sotto il manto — Maria con Gesù e S. Anna — S. Girolamo — S. Rocco — S. Francesco che riceve le stigmate — S. Onofrio: opera del Tartaglia di Asisi con data del 1527. IIo pilone Affresco — Entro un tabernacolo, figura S. Chiara: attribuita allo Stefani. Cappella del Crocifisso (fece parte del coro!) Affresco. Sulla parete S: nell'ordine superiore — L'Annunciazione. Nell'inferiore, a S: S. Giorgio ed una Santa in centro — Il Presepe: a D: — L'adorazione de' Magi. Parete di centro, nell'ordine superiore a S: — La risurrezione: in centro — la deposizione: a D: — La tumulazione di Cristo. Nell'ordine inferiore — Cinque figure di Santi. Parete D: ordine superiore — Compartimenti dipinti a figure geometriche; nell'inferiore — Frammenti di cinque figure di Santi. Opere della scuola di Giotto. Nell'Altare Tavola a tempra a forma di croce — Crocifisso. Opera di maniera greca del XII secolo. Nell'orto entro la cappellina di S. Francesco: Scultura in avorio — Maria con Gesù in grembo: del XIV secolo. In un muro del recinto mirasi una lapide romana.


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	Chiesa e Santuario di S. Francesco

Basilica superiore

Fu edificata nel XIII secolo a cura di fra Elia con architettura di Lapo. Gregorio IX nel 1228 poneva la prima pietra ed Innocenzo IV la consacrava nel 1253.

Esterno. La fronte è decorata di un'elegante porta binata, di un cornicione cui servono di mensole una sequela di animali bizzarramente intagliati, e sopra quello posano lateralmente due aquile: nel centro superiore apresi un bel finestrone circolare recante ai quattro lati in basso rilievo gli emblemi degli Evangelisti.

Interno. Forma di croce latina, ad una sola nave, di maestosa e leggiadra architettura. Dalle pareti laterali a simetriche distanze s'innalzano dei fasci di sottili colonne a sostegno delle vele delle volte archiacute, munite di costoloni: sotto il nascimento le vele gira non interrotto un ballatoio che nelle pareti laterali delle crocere figurava con quattro logge. L'abside ha forma semidecagona — quattordici finestroni colorati con istorie ed ornamenti danno luce alla chiesa; furono questi in parte eseguiti da fra Antonio dell'Alvergna, da fra Bartolomeo di Pian Castagnaio, da Francesco di Terranova, da Valentino da Udine, da fra Gualberto Ciotti ed in ultimo dal Bertini di Milano. Altare maggiore — Fregiato di ornati a mosaico. Pergamo d'elegante forma e ricco di sculture attribuite a Duccio fiorentino. trono papale posto nel centro ed a contatto dell'abside — Fu commesso da Gregorio IX e vuolsi eseguito da Fuccio: opera severa e maestosa — Seggi e leggio del Coro — Il Coro gira intorno all'abside ed ai due lati attigui delle crocere;  p16 la parte di centro è a doppio ordine di seggi. Questa grandiosa opera è condotta ad intagli e tarsie e v'è posto distinto per centoquattro persone: Sono rimarchevoli le 38 mezze figure in tarsia grafita ed ombrata che ornano gli stalli dei seggi superiori. Nel leggio condotto con ugual sistema di lavoro veggonsi in intiere figure i Santi Francesco ed Antonio daº Padova. Ai lati estremi dell'ordine superiore del Coro è ricordato il committente generale dell'ordine, Sanson cui siegue — Dominicus de S. Severino me fecit MCCCCI.

Pitture in affresco; opere del Cimabue. Parete d'ingresso sopra il ballatoio. In alto entro due tondi (laterali al finestrone) S. Pietro e S. Paolo; più in basso a S: — Il Cenacolo, a D: — L'Ascenzione di Cristo. Arcone; diviso in due sezioni, la maggiore presenta sedici figure al vero; la minore reca tredici mezze figure di Santi entro un fregio a costruzione geometrica. (Simile decorazione si vede anco negli otto archi che attraversano la nave). Vòlta lungo la nave. Ia crocera — I Dottori della Chiesa. IIa crocera — Ornamenti su fondi azzurri. IIIa crocera — Cristo, Maria, S. Giovanni e S. Francesco. La IVa simile alla IIa. Va crocera — Gli Evangelisti. Parete S: della navata sopra il ballatoio divisa in due ordini di pitture, recante istorie dell'antico testamento. Ordine superiore venendo dall'altare lungo la nave — Ia La creazione del mondo — IIa La creazione dell'Uomo — 3raa La creazione di Eva — IVa Il primo peccato — Va La cacciata dell'Eden — VIa, VIIa ed VIIIa, deperite. Ordine inferiore — Ia la Costruzione dell'arca — IIa La fine del diluvio — IIIa Il sacrificio d'Isacco — IVa L'apparizione dell'Angiolo ad Abramo — Va La benedizione d'Isacco a Giacobbe — VIa Il ritorno di Esaù dalla caccia — VIIa Giuseppe venduto — VIIIa Giuseppe riconosciuto dai fratelli. Parete D: sopra il ballatoio con i fatti del nuovo testamento; (distribuzione simile alla precedente). Ordine superiore — Ia L'Annunciazione — IIa (deperito) — IIIa Il natale di Cristo — IVa L'Adorazione dei Magi — Va La presentazione al tempio — VIa La fuga in Egitto — VIIa (deperito) VIIIa Il battesimo di Cristo. Ordine inferiore — Ia Le nozze di Cana.º IIa (deperito) — IIIa La cattura di Cristo — IVa Cristo innanzi a Pilato (?) Va Cristo sale il Calvario — VIa La crocifissione — VIIa L'apparecchio alla tumulazione del Redentore — VIIIa Le Marie al sepolcro.

Affreschi di Giotto. Parete S: della navata sotto il ballatoio, con i fatti della vita di S. Francesco — Io S. Francesco onorato da un passo — IIo Il Santo dona il mantello ad un mendico — IIIo Una visione del Santo — IVo S. Francesco prega in S. Damiano. Vo Il Santo rinuncia alla paterna eredità — VIo Visione di Papa Innocenzo IIIoVIIo Approvazione della regola — VIIIo Visione dei compagni del Santo — IXo Visione di fra Leone — Xo Il Santo caccia i demoni dalla città di Arezzo — XIo S. Francesco innanzi a Malek Kamel Soldano di Egitto (1219) — XIIo Estasi del Santo — XIIIo Istituzione in Greccio della cerimonia del Presepe. Parete d'ingresso, prosecuzione delle istorie ai lati della porta — XIVo Un miracolo operato dal Santo — XVo S. Francesco ragiona agl'Uccelli. Avanzando nell'attigua parete — XVIo Morte del Duca di Celano predetta dal Santo che fu ospitato da lui — XVIIo S. Francesco predica innanzi a Papa Onorio IIIoXVIIIo Apparizione del S. nel Capitolo di Arles (1224) — XIXo Impressione delle  p17 stigmate — XXo Il transito ed il funerale del Santo — XXIo Due apparizioni del Santo nel momento della sua morte — XXIIo Un gentiluomo incredulo esamina le stigmate del Santo — XXIIIo S. Chiara e le sue monache venerano il sacro corpo nella chiesa di S. Damiano — XXIVo Primo miracolo accaduto alla tomba del Santo — XXVo Apparizione del Santo a Gregorio IXo che viene da lui assicurato della realtà delle stigmate — XXVIo S. Francesco sana un ferito — XXVIIo Per grazia sul Santo una donna torna in vita per confessarsi — XXVIIIo Un vescovo accusato d'eresia vien liberato dal carcere per prodigio del Santo.

Braccio S: della crocera. Fu dipinto dal Buffalmacco, ma ora non rimangono che leggere tracce delle sue opere; si discerne tuttavia nella parete sopra l'organo — La cacciata degli Angioli ribelli; ed al disotto di quello miransi cinque visioni dell'Apocalisse.

Abside. Vi dipinsero Giunta da Pisa e Cimabue; del primo restano due tondi con i ritratti di Gregorio IXo ed Innocenzo IV o (sopra il trono papale) e del secondo quattro istorie della Vergine sulle pareti laterali. Braccio D: della crocera completamente dipinto da Giunta pisano rimangono ora, sulla parete superiore S: — Un Evangelista. Nella parete superiore D: — La flagellazione di Cristo. Ai lati del finestrone: — Due figure colossali di Santi. Nelle pareti di fianco ove gira il ballatoio: — Gli Apostoli. Sulle fronti esterne dei loggiati del ballatoio — Figure di Angioli. Sotto il ballatoio a S: ed in centro — cinque istorie della vita di S. Pietro e la caduta di Simon Mago. Nel lato D: dietro l'altare — Il Calvario.

Basilica inferiore

La costruzione di questo edificio parimenti architettato da Lapo seguiva in pianta la forma della chiesa superiore. Colla venuta di Giotto fu ampliata dietro suo disegno, e decorata pur anco d'una torre campanaria.

Esterno. Nel 1487 il Generale Sanson commetteva al Pintelli un vestibolo all'ingresso della chiesa e lo eseguiva Francesco da Pietra Santa; in tal molto il Sanson provvide alla conservazione del bell'ingresso binato del quale Giotto fu l'architetto. La maggior specialità di questo ingresso è il maraviglioso finestrone circolare eseguito con impareggiabile maestria di scalpello. Le imposte recano ornati ed istorie intagliate a basso rilievo da maestro Niccolò d'Ugulino da Gubbio nel 1550. Due lapidi sepolcrali miransi a S: ed in alto sotto il vestibolo, Affresco — Maria con altri cinque Santi — opera del Doni.

Interno. Lapo volle dare a questa seconda chiesa il carattere di un sotterraneo e d'un luogo destinato al raccoglimento ed alla meditazione; Giotto seguì nell'ampliarla il pensiero del suo predecessore.

Nave traversa. Presenta tre crocere delle quali sol quella di centro fu architettata da Lapo. Sotto la Ia crocera sulla parete D: vedesi il monumento sepolcrale di Niccolò Specchi. Di fronte a questo monumento incontrasi la Ia cappella di questa nave dedicata a S. Sebastiano. Gli Affreschi sono del Martinelli ed il quadro dell'altare del Giorgetti. In prosecuzione della parete S: Affresco — La Madonna della salute cui son presso vari  p18 Santi — Opera attribuita ad Ottaviano Nelli. Sotto la IIa crocera a D: Scultura in marmo: grandioso monumento che ricorda Eucuba Lusignana regina di Cipro e Gerusalemme. Vasari appone quest'opera a Fuccio fiorentino. In prosecuzione di parete trovasi la IIa Cappella dedicata a S. Antonio abate. Nell'Altare Tavola a tempra — Crocifisso attorniato da quattro Angioli ed in basso quattro Santi; attribuita a Tiberio d'Asisi. Lateralmente all'altare miransi i resti di due monumenti sepolcrali del Duca Blasco Fernando e di Garcia suo figlio.

Cappella di S. Caterina (a capo di nave). Riceve luce da tre finestroni binati recanti nelle invetriate diciotto figure di Santi. Arcone d'Ingresso; Affresco lato D: — S. Lodovico, S. Eugenio e S. Biagio, nel lato S: — S. Francesco. S. Vescovo e S. Clemente Papa con ai piedi il Cardinale Albornoz (fondatore di questa cappella). Lato D: della parete; (presso il S. Biagio) — Lo sposalizio di S. Caterina. La Santa penitente. Superiormente — S. Caterina innanzi a Massimino. Nella parete sotto la vela S: — La S. innanzi all'imperatore che discute coi Sofisti. Lato S: della parete (presso il S. Francesco) — Il martirio dei Sofisti convertiti da S. Caterina. Nella gran fascia dell'arcone a D:Ia istoria S. Caterina in carcere conferma nella fede l'imperatrice Faustina — IIa Il primo martirio della imperatrice — IIIa La decollazione di Faustina. A S:IVa Il primo martirio di S. Caterina — Va La decollazione della Santa — VIa La tumulazione del corpo della Santa fatta dagli Angioli sul monte Sinai. Dal Vasari si attribuiscono questi dipinti al Buffalmacco; a molti artisti ed a noi sembra riconoscervi la maniera di Pace da Faenza.

Nave principale. Le pareti laterali furono da Lapo condotte senza interruzione di cappelle; ma nell'ampiamento fatto da Giotto le solide mura furono maestrevolmente tagliate per dar luogo a sei grandiosi ingressi che immettono nelle sei cappelle da esso architettate; in tal lavoro il gran maestro volle conservare, per quanto il permetteva il nuovo disegno, le pitture di frate Mino da Turrita e di Guido da Siena che ne decoravano le pareti. Frate Mino ritrasse sulla parete S: le istorie di S. Francesco delle quali accenniamo i temi — Ia S. Francesco si spoglia innanzi al vescovo Guidone — IIa Il sogno di Papa Innocenzo III oIIIa Gli augelli ascoltano la predica del Santo — IVa L'impressione delle stigmate — Va Il transito del Santo. Parete D: dipinta da Guido da Siena con i fatti della vita del Redentore — Ia Apparecchio della crocifissione — IIa Le marie e S. Giovanni — IIIa Deposizione della croce — IVa Apparecchio alla tumulazione — Maria in trono con Gesù ed a lato un Santo. In corrispondenza della terza crocera sul lato sinistro vedesi l'Ambone e nella parete di fondo — L'incoronazione di Maria: bella opera, che dal Vasari vie attribuita a Giottino. Nella grossezza dell'arco dipinte fra Martino due istorie — Ia Un miracolo di S. Stanislao — IIa Il martirio di quel Santo Vescovo — La IIIa attribuita a Giovanni di Taddeo Gaddi reca — Il Crocifisso con ai lati Maria e Giovanni. Sotto l'Ambone v'è — dipinta La beata Giacoma de' Settesogli, che ivi fu tumulata.

Cappelle sul lato D: della nave principale.

Ia Cappella dedicata a S. Lorenzo ed a S. Lodovico; Affreschi di Dono  p19 Dono di Asisi. Vòlta formata da quattro vele recante — I maggiori Profeti e le Sibille cui son presso degl'Angioli recanti cartelle con motti scritturali. Parete dell'altare — Finestrone binato e doppio con figure di Santi ed ornamenti a colori: opera grandiosa di Angiolo da Gubbio. Parete S: — La disputa del Santo levita nella sinagoga. (Nella estremità D: il ritratto del Doni). Sopra l'arco d'ingresso — S. Stefano cacciato a furia i popolo da Gerusalemme. Lateralmente in basso — La Carità e la Prudenza. Parete D: Il martirio del Santo.

Nell'andito (tra la Ia e la IIa Cappella) a D: — Il martirio di S. Lorenzo: opera di Pace da Faenza: al disotto in mezze figure — S. Rufino, S. Giovanni Battista e S. Vittorino.

IIa Cappella dedicata a S. Antonio da Padova: Affreschi del Sermei e del Marinelli. Vòlta decorata nei costoloni con festoni di frutte —. Nelle vele quattro figure di Santi —. Finestrone binato e doppio con figure di Santi ed ornati. Negli spazi principali dodici istorie di S. Antonio. Opera condotta con maravigliosa accuratezza! Le pareti presentano due ordini di istorie. Ordine superiore; parete D: S. Antonio predica innanzi la corte pontificia. Sopra l'arco d'ingresso — Due miracoli del Santo. Nella parete S: — La mula s'inginocchio innanzi al Sacramento. Questi dipinti sono del Sermei. Ordine inferiore — quattro miracoli di S. Antonio: opere del Martinelli.

IIIa Cappella dedicata a S. Maria Maddalena ed a S. Bonaventura; fondata dal Vescovo Pontani che ivi fu tumulato. Il Vasari attribuisce le pitture di questa Cappella a Buffalmacco; a parecchi artisti ed a noi sembra riconoscervi la maniera di Taddeo Gaddi. Arco d'ingresso; reca dodici battaglia figure di Santi a S: — S. Caterina e S. Agata — S. Andrea e S. Giorgio — S. Matteo e S. Pietro: a D: S. Agnese e S. Rosa — S. Niccolò e S. Paolo eremita — S. Paolo Apostolo ed un Santo monaco. Volta: in quattro tondi — Gesù, S. Maria Maddalena, S. Marta e S. Lazzaro. Finestrone binato e doppio con fini ornati a colori e sedici istorie della Santa. Le pareti presentano due ordini d'istorie. Ordine inferiore: parete S: — La Maddalena unge i piedi di Gesù in mente del Fariseo — La risurrezione di Lazzaro. Parete D: — Cristo appare alla Santa in semblianza di ortolano — La Maddalena approda a Marsiglia con Lazzaro, Marta, Marcella e Massimino: innanzi v'è un episodio dalla morte della Principessa di Marsiglia. Ordine superiore: sopra l'ingresso — La Santa riceve una veste da un Santo eremita. A S: — La Maddalena comunicata da S. Massimino. A D: — La Santa trasportata dagli Angeli nel cielo. In alcuni spazi inferiori miransi — S. Rufino con ai piedi il committente Pontani — La Maddalena con innanzi l'istessa figura genuflessa — Un'Angiolo recante il pane eucaristico.

Cappelle sul lato D: della nave principale — Ia Cappella dedicata a S. Pietro d'Alcantara (non fu mai dipinta attesa la sua irregolarità) — Finestrone binato con invetriata a colori. Parete S: Tavola a tempra — Maria che cuopre del suo manto i fedeli: opera di scuola perugina — Croce sagomata, Tavola a tempra — Crocifisso ed ai lati ad intiere figure Maria e Giovanni: opera attribuita a Giunta da Pisa.

IIa Cappella dedicata a S. Martino ed a S. Lucia. Fondata dal Cardinale  p20 Gentile Partico da Monte Fiore. Il Vasari attribuisce le pitture di questa cappella a Puccio Capanna; ma con noi molti artisti opiniano sieno di Simone e Lippo Memmi. Arco d'ingresso — S. Francesco e S. Antonio da Padova — S. Caterina e S. Maria Maddalena — S. Luigi Re e S. Lodovico (in abiti di frati minori) — S. Chiara e S. Elisabetta regina (Le due ultime, singolarmente belle!) Tre binati finestroni a vetri colorati dan luce a questa cappella. In questi sono effigiate diciotto intiere figure maestrevolmente eseguite cui la robustezza delle tinte aggiunge pregio. Le pareti laterali e l'arcone che serve di volta offrono dieci istorie del santo. Ordine inferiore: a S:Ia S. Martino porge il suo mantello ad un povero — IIa Cristo appare al Santo con il mantello donato al mendico. A D: IIIa L'Imperatore Costanzo cinge la spada ai fianchi di S. Martino — IVa Il Santo offre di battersi nelle prime file contro gl'Alemanni. Ordine superiore a S:Va Il Santo ammesso nel Clero si comiaa da S. Ilario vescovo di Poitiers; a D:VIa Il Santo in ritiro in Albenga. Nel vòlto — VIIa S. Martino predica in Chartres — VIIIa Il Santo al funere di S. Liborio Arcivescovo di Tours — IXa S. Marino innanzi all'Imperatore Valentiniano — Xa Morte del Santo e suo transito in paradiso. Parete interna dell'ingresso — Mirasi un'ambulacro e nel centro sotto vaga tribuna S. Martino che offre la destra al Cardinale [ALT dell'immagine: missing ALT][ALT dell'immagine: missing ALT] Gonfalone ai suoi piedi.

Altare maggiore, a capo della nave principale. Opera di Lapo — Il piano della mensa è sostenuto da venti colonnette fra i cui spazio hannovi degli ornamenti a mosaico. Nel XIVo secolo fu isolato quest'altare a mezzo di un recinto decorato di dodici marmoree colonne sulle quali è infissa una bella cancellata di ferro; al disopra gira una cornice architravata. Il tabernacolo in centro dell'Altare è in rame alzato a cesello sul modello dato da Giulio Danti. Nella crocera sovrastante l'Altare per ordine di frate Giovanni de Murro dipinse Giotto quattro temi allegorici ispirati ad esso dal sommo Alighieri che formano il trionfo di S. Francesco. Vela Ia a S: — L'Obbedienza, la Prudenza e l'Umiltà. Vela IIa — La Povertà. Vela IIIa — La Castità, le Fortezza, la Purità e la Penitenza: sull'estrema S: veggonsi i ritratti dell'Alighieri e del Generale dell'ordine, Murro. Vela IVa (verso il Coro) — La glorificazione del Santo. Bastano queste opere per eternare la fama di Giotto.

Coro. La volta dipinta dal Sermei nel 1620 presenta — Il Giudizio finale. I due ordini di seggi eseguiti ad intagli e tarsie sono opere di Maestro Apollonio di Giovanni da Ripatransone e di Tommaso d'Antonio fiorentino. Il finestrone di centro rappresenta — S. Francesco che riceve le stigmate: opera firmata Ioanne Bertini fecit 1842.

Braccio D: della Crocera. Grande arco dell'ambulacro che immette nella Cappella di S. Niccolò. La volta semicircolare è divisa in sezioni ciascheduna delle quali presenta tre ordini di pitture. Sezione D: opere di Taddeo Gaddi ordine superiore — La visita di S. Elisabetta — Il Presepe. Ordine medio — L'Epifania — La presentazione al Tempio. Ordine inferiore — Il Crocifisso al Calvario. Siegue l'Altare della Concezione sopra il quale mirasi in Tavola a tempra — Maria con Gesù e quattro Angioli: opera creduta di Cimabue. Ancora a D: — S. Francesco stante. In basso sulla parete S: i Memmi (padre e figlio) dipinsero — tre mezze figure di Santi.  p21 Sezione S: come dicemmo divisa in tre ordini di pitture dei quali i due primi spettano al Gaddi ed il terzo a Giotto. Ordine superiore — La fuga in Egitto — La strage degli innocenti. Ordine medio — La disputa coi dottori — Il ritorno della Sacra Famiglia in Nazzaret. Ordine inferiore — Una giovinetta caduta da una loggia salvata dalla morte per miracolo di S. Francesco. Pareti laterali alla Cappella; le istorie sono opera di Giotto e le mezze figure sono attribuite ai Memmi. Parete S: — Allegoria relativa alle resurrezioni operate da S. Francesco. Parete D: in alto — L'Annunciazione. Sulla parete media — Un giovinetto perito sotto un cadente edificio ritornato alla vita da S. Francesco — Nella parte inferiore cinque mezze figure di Santi.

Cappella dedicata a S. Niccolò ed al S. Sacramento fondata dal Cardinale Napoleone Orsini. Le pitture sono attribuita a Tommaso Stefani. Arco d'ingresso; dodici figure di Santi a S: — S. Niccolò e S. Rufino — S. Vittorino e S. Sabino — S. Caterina (?) e S. Chiara; a D: — S. Antonio e S. Francesco — S. Albino e S. Giorgio — S. Agnese e S. Cecilia. Danno luce a questa Cappella tre binati finestroni colorati recanti diciassetteº intiere figure. L'interno reca lateralmente le istorie di S. Niccolò, e sopra la linea inferiore è occupato dalle figure degli Apostoli. Parete D: Ordine superiore — Ia S. Niccolò risuscita un giovinetto perito nelle fiamme — IIa (ordine medio) Il Santo libera un devoto dalla schiavitù — IIIa (ordine inferiore) Il Santo presenta libero il figlio ai genitori. Parete S: ordine superiore — IVa S. Niccolò staffilato per ordine di Licinio Imperatore. (Mancano tre istorie da questo lato). Nell'arco; lato D:VIIIa Il Santo reca la dote a tre fanciulle. — IXa (perduta) — Xa S. Niccolò eletto vescovo di Mira — XIa La Consacrazione. Lato S: XIIa Il Santo salva da morte 3 condannati — XIIIa Il Santo conduce a salvamento una nave — XIVa S. Niccolò appare in sogno all Imperatore Costantino. Parete interna dell'ingresso. Sopra l'arco — Cristo in mezzo ai Santi Francesco e Niccolò che sono in atto di raccomandare Napoleone e Giovanni Orsini. Lateralmente all'arco — S. Francesco e S. M. Maddalena.

Braccio S: della Crocera. Grande arco dell'ambulacro che immette nella Cappella di S. Giovanni Battista. La volta semicircolare è divisa in due sezioni, la D: presenta tre ordini di pitture; e la S: uno solo, queste sono attribuite a Puccio Capanna. Sezione D: ordine superiore — Ingresso di Cristo in Gerusalemme — Il Cenacolo. Ordine medio — La lavanda — La cattura di Cristo. Ordine inferiore — La morte di Giuda — S. Francesco riceve le stimmate: opera attribuita a Giotto. Sezione S: ordine superiore — La flagellazione di Cristo — L'uscita da Gerusalemme per avviarsi al Calvario. La sottostante parete è occupata da un grandioso affresco commesso dal Duca d'Atene a Pietro Cavallini, rappresentante — Il Calvario, l'opera più insigne di questo valente Maestro. Pareti laterali alla Cappella — La deposizione — La tumulazione — La resurrezione — Il Redentore al Limbo.

Cappella dedicata a S. Giovanni Battista ed al Nome di Gesù. fu fondata dalla famiglia Orsini; però non giunse a decorarla di pitture. Danno luce a questa Cappella tre binati finestroni con figure a colori; due  p22 d'opera antica ed uno eseguito dal Bertini. Parete S: Tavola a tempra — Maria in trono con Gesù; a S: S. Elisabetta, S. Francesco e S. Caterina; a D: S. Lodovico, S. Chiara e S. Antonio: in alto due Angioli in adorazione ed in basso la data MCCCCXVI. Bella opera dello Spagna. Parete di centro sopra l'Altare Affresco — Maria con Gesù ed ai lati il Battista e S. Francesco; opera di scuola senese (?).

Interno. Chiesa sotterranea

Nel 1818 fu rinvenuto il sepolcro di S. Francesco e nel 1822 col disegno dell'architetto Pasquale Belli di Roma fu edificata la terza chiesa. Dalla Basilica inferiore per doppia scala vi si discende; essa ha forma di croce greca e nel centro presenta la roccia che custodisce l'urna — Le due statue dei pontefici Pio VIIo e Pio IX ed i bassirilievi infissi nelle pareti sono opere del Gianfredi scultore romano.

Sacrestia

Le chiudende della porta d'ingresso sono opera del 114s.

Interno. Nella volta — Pitture del Sermei e nelle pareti Affreschi del Giorgietti. Santo degni di ammirazione alcuni piccoli quadri — un orologio del XVIo secolo donati dall'Imperatore Leopoldo Io — due sculture in avorio opere del XVIIo secolo.

Sacrestia segreta o camera del Tesoro. Parete interna alla porta d'ingresso: Tavola a tempra — In centro S. Francesco stante ed ai lati quattro prodigi del Santo opera attribuita Giunta. Le altre tre pareti sono decorate di grandiosi armadi con sculture del XVIo secolo: essi racchiudono sacri e preziosi arredi: noi ricorderemo solo quelli che hanno merito d'arte — Croce sagomata balzata a cesello del XVo secolo — Croce in argento con palla di sostegno: opera del XVIo secolo eseguita a cesello — Tavola a tempra Il nome di Gesù e due piccole istorie, l'una — L'Annunciazione, l'altra — S. Francesco che riceve le stigmate — Croce detta di S. Bonaventura, lavoro in metallo ornato di smalti e d'intagli non che di pietre dure; vi si veggono pure coinnestate delle miniature in pergamena: opere di varie epoche messe insieme da artefice del XVIIo secolo — Arazzo donato da Sisto IVo, pregevolissima opera del XVo secolo: in alto Maria con Gesù en un nimbo ai lati S. Lodovico Vescovo e S. Bernardino, nell'ordine medio S. Francesco che riceve le stigmate ed ai lati S. Chiara e S. Antonio, S. Errico e S. Elisabetta, nell'inferiore in centro Papa Sisto IVo cui son presso Niccolò IVo ed Alessandro IVo, S. Bonaventura e Pietro Aureoli — Messale di S. Lodovico Vescovo di Tolosa, con fine miniature — Cofano di avorio con bassi rilievi: opera del XIIIo secolo — Calice donato da Papa Niccolò IVo; decorato di nielli. — Paleotto istoriato; dono dell'istesso Pontefice — Calice donato a S. Francesco dall'Abate del monastero di Monte Subasio.

Torre delle campane. Fu questa cm dicemmo probabilmente costruita con disegno di Giotto, e fu condotta a termine nel 1218: si eleva  p23 dal basamento metri 53.50. Presenta cinque ordini di logge e fino alla prima metà del XVIo secolo era decorata di una guglia. Sacro Convento

Anche questo gigantesco edificio fu eretto da fra Elia nel 1227 con l'autorizzazione di Papa Gregorio IXo e con disegno di Lapo.

Chiostro maggiore. Fu architettato da Baccio Pontelliº per ordine di Sisto IVo; i lavori di scalpello sono opere di Franceschino Zampa, quale in un capitello sul lato S: della tribuna incise 1476. Gli Affreschi del loggiato inferiore rappresentano venticinque istorie di S. Francesco a divisione delle quali figurano in ventisette buste di vari Santi dell'ordine. Le pitture del loggiato superiore proseguono con le istorie del Santo e contansene ventotto interposte da ventisette medaglioni con ritratti di Santi dell'ordine.

Antico Capitolo. Una parete di esso reca un Affresco attribuito allo Stefani — Gesù crocifisso fiancheggiato da sei Serafini ed in basso da otto figure di Santi.

Camere di S. Giuseppe da Copertino. Oltre tre ritratti del Santo miranvisi due pianete da esso indossate ed un breviario con miniature — Varie lettere autografe conservansi nell'Archivio.

Refettorio piccolo. Sulla parete dicontro al maggiore ingresso; Affresco — L'ultima cena del Redentore; nel pilastro D: leggesi — A. D. M. D. LXXIII. Ricorda il Cenacolo del già convento delle monache di Foligno in Firenze.

Refettorio grande, (lungo metri 57.90, largo metri 11.14). Parete D: dell'ingresso, Tela ad olio — Il Cenacolo; opera del Solimene.

Loggione o Calcio. Grandiosa opera architettonica che forma un contraforte su tutto il lato Ovest dell'edificio; dalla gran loggia si ha il delizioso spettacolo della valle dell'Umbria da Perugia a Spoleto.


[ALT dell'immagine: Una piccola croce di Malta]
	Chiesa di S. Giacomo

Interno. Parete S: Nell'Altare Tela ad olio — In alto S. Giuseppe, S. Anna ed una santa martire; in basso S. Chiara ed altra santa: opera di Flavia Rossi da Bologna — 1766. Altare maggiore Tela ad olio — Crocifisso tra S. Benedetto e S. Scolastica: attribuita al Sermei. Parete D: Tela ad olio — Madonna del buon consiglio: di Suor Flavia Rossi — 1766.

Chiesa di S. Maria Maggiore

Esterno. La fronte con molta semplicità ricorda il XIIo secolo; bella per forma e solidità di costruzione è la torre campanaria, opera del XIVo secolo.

Chiesa di S. Maria della Minerva
(Vedi Tempio di Minerva)

Interno. Nella camera tra la chiesa e la sacrestia: Tela ad olio — S. Francesco  p24 consulta il Vangelo per additare la vita che debbon tenere due suoi discepoli — opera di scuola veneta del XVII secolo. Sacrestia: Tela ad olio — Ia concezione di Maria tra gloria di Angioli ed in basso S. Filippo genuflesso: vi si legge Balthaxar Orsinus Perusinus . . . Pingebat. (Pittura che può solo interessare la storia degli artisti!)


[ALT dell'immagine: Una piccola croce di Malta]
	Chiesa abaziale di S. Paolo

Esterno. Sopra l'ingresso: Affresco — S. Benedetto, S. Paolo e S. Lorenzo Giustiniani: opera del Doni.

Interno. Parete in fondo alla chiesa, Affresco — Maria con Gesù in seggio e due santi: reca la data del MCCCCLXXV, e ritiensi opera di Matteo da Gualdo. Sulla parete interna dell'ingresso all'abazia v'è una lapide che ricorda la sua fondazione nell'anno 1074.

Chiesa dei Pellegrini
(Antico ospedale)

Esterno. La fronte un tempo fu completamente decorata di Affreschi — ora rimangono, a S: — Frammento d'una figura colossale rappresentante S. Cristoforo; nel centro fra i medaglioni che sostengono la tettoia — Otto mezze figure di Angioli in atto di suonare istrumenti, ed inferiormente entro un bel compartimento architettonico, vedesi in centro Dio padre benedicente e presso il nimbo che lo attornia otto figure di Angioli con istrumenti musicali e più in alto quattro di essi genuflessi e recanti cartelle; in basso ai lati del Padre eterno a S: S. Giacomo ed a D: S. Antonio abate. Questi dipinti possono ritenersi di Matteo da Gualdo.

Interno. La chiesuola è di forma quadrata con volta a vele, essa è completamente decorata di Affreschi. Volta — I quattro dottori della chiesa. Parete d'ingresso, lunettone sopra la porta — In centro Dio benedicente entro nembo edº ai lati due Angioletti, poco più in basso quattro Angeli genuflessi, ed alle estremità due putti alati con targhe. Parete S: laterale all'ingresso — S. Giacomo stante. Parete D: S. Antonio abate e S. Ansano. Parete S: Ia istoria — S. Antonio miracolosamente provveduto di viveri per se e per i suoi monaci. IIa istoria — Il Santo fa la carità ai poveri. Parete D: Ia istoria — S. Giacomo sorregge l'impiccato. IIa — I genitori del condannato ricorrono al giudice il quale vedendo resuscitare due polli nel suo tavolo, riman persuaso della innocenza del loro figlio. Nella tovaglia leggesi Petrus Antonio de Fulgineo pinxit. Le pitture fin qui descritte nell'interno di questa Cappellina furon condotte da questo maestro. Parete dell'altare. Superiormente ed in centro apresi una casa finestra decorata di figure di Angioli e negli spazi laterali — L'Annunciazione di Maria. Inferiormente la parete è divisa in cinque compartimenti — nel Io a S: — Angelo che sostiene un candeliere, al disopra in un cartello leggesi Hoc opus factum fuit sub anno Domini millesimo quattrocentesimoº octavo die primo junii. Macteus de Gualdo pinsit. Nel IIo compartimento — S. Giacomo. Nel IIIo — Maria in trono con Gesù benedicente, ai lati quattro Angeli in adorazione ed altri sei in figure di suonare. Nel IVo compartimento —  p25 S. Antonio e nel Vo — Un'Angiolo simile al primo. I dipinti delle quattro pareti figurano sopra un bel basamento architettonico.

Chiesa di S. Pietro

Esterno. Presenta tre ingressi, i lateralmente angusti e senza ornamenti, quello di centro grandioso e decorato di sculture. Sulla fascia che gira al disotto della cornice media della fronte v'è una lunga scritta in cui ricordasi un restauro fatto fare dall'Abate Rustico nel 1268. Ornano la parte superiore tre ampli e belli finestroni circolari ed è terminata la facciata da una cornice che ricorre in piano su tutta la linea.

Interno. A tre navi formate da tre arconi retti da pilastri, quali hanno limite al presbiterio che elevasi circa un metro. Nel presbiterio poi figurano altri quattro grandi archi a sostegno di una piccola cupola. L'Abside da principio rettangolare termina a semicircolo. Nave S: — tre marmorei monumenti sepolcrali; a capo di nave — Resti d Affreschi. Crocera S: — Parecchi avanzi di pitture giottesche. Nel pilone del presbiterio — Frammento di lapide romana. Nave D: — Altri tre marmorei monumenti sepolcrali. Chiostro — Resti di sculture romane e del X secolo.

Confraternita di S. Crispino

Interno. Nell'Altare maggiore — Gesù in croce; opera attribuita all'Alunno.

Confraternita di S. Lorenzo

Esterno. Gran nicchia semicircolare sopra la porta d'ingresso a D: della chiesa, Affresco — In centro su ricco trono siede la Vergine con Gesù in piedi a D: lateralmente a S: S. Lorenzo edºD: S. Francesco cui son presso otto piccole figure di devoti. In alto ai lati del trono di Maria leggesi chola:º pictor: (maniera ed abilità simile ai Memmi di Siena!). Nell'introdosso dell'arco — Gruppo di nove Serafini in mezzo ai quali Dio padre a metà coperto da una nube; sulle pareti a S: — S. Rufino ed a D: Lodovico. (Le figure del S. Lorenzo e del S. Rufino sono deperite quasi in totalità).

Confraternita della Stigmate

Esterno. Affresco nella gran nicchia al disopra della porta — In centro, Cristo che per l'intercezione della Vergine accorda a S. Francesco l'indulgenza del Perdono. (Su questo dipinto s'ispirò Ovverbeck pel suo affresco in s. Maria degli Angeli!) Nel alto S: del quadro già menzionato in piccole figure vedesi Papa Onorio IIIo cui S. Francesco presenta una corona di rose. Nell'opposto lato, parimenti in piccole figure v'è il Santo condotto dagl'Angeli alla Porziuncola. Sulle pareti che costituiscono l'introdosso dell'arco della nicchia vedesi a S: il Santo uscir dal rosario chiamato da due Angioli, ed a D: la pubblicazione dell'indulgenza fatta da esso assistito da sette Vescovi; questi dipinti ricordano la maniera di Pier Antonio da Foligno.

 p26  Convento di S. Quirico

Esterno. Sopra la porta d'ingresso: Affresco — Maria, Gesù e S. Anna circondati da gloria di Angioli: attribuito a Pierantonio da Foligno. Sopra la porta del chiostro: affresco — Cristo a metà fuori dell'avello cui son presso quattro Angeli: ritiensi opera di Pierantonio da Foligno.

Duomo dedicato a S. Rufino


[image ALT: missingALT del Duomo S. Rufino ad Assisi (PG).]

Foto © William P. Thayer 2004.

Sotterraneo. Innanzi alla costruzione di questa chiesa, esisteva un'oratorio le cui sotteranee vestige sono ancora visitabili, ed occupano quasi per intiero la fronte del tempio. Per una iscrizione infissa nel antica Cappella di S. Cessidio (in parte coperta da una moderna costruzione) si sa che il Vescovo Ugone fece fabbricare questa Cattedrale su disegno di Maestro Giovanni da Gubbio e che fu compiuta nel 1140.

Esterno. La fronte è distribuita in tre parti, l'inferiore è munita di quattro pilastri fra i quali figurano delle fasce che compongono dei semplici rettangoli; le tre porte che immettono alla Chiesa sono identiche nella forma e solo variano nei dettagli, quella di centro, maggiore e più ricca delle altre, reca nello spazio semicircolare superiore un antico e prezioso basso rilievo bizantino. Divide la parte inferiore dalla media un'elegante ballatoio formato da un piccolo portico sorretto da mensole e da archetti; sulla parte media ricorrono i quattro pilastri e nei centri veggonsi tre rotondi finestroni de' quali quello di mezzo presenta speciali ornamenti. La terza parte costituita dal timpano reca un grande rincasso nel centro che probabilmente dovea esser decorato d'un dipinto a mosaico. Corrisponde alla severa maestà di questa architettura la gran torre delle campane che s'innalza a S: del riguardante.


[image ALT: missingALT del Duomo S. Rufino ad Assisi (PG).]

Facciata di S. Rufino: mensole e archetti. Le tre figure in alto sorreggono il rosone centrale.

Foto © William P. Thayer 2004.

Interno. Quel bell'esempio dei primi tentativi del risorgimento dell'italiana architettura la quale già veniva sbarazzandosi della maniera gotica e bizantino, che tanto si gusta sull'esterno di detto edificio, non può seguirsi nell'interno rinnuovato nel 1572 con disegno di Galeazzo Alessi il quale vi sostituì lo stile de suoi tempi cagionando uno spiacevole contrasto. La chiesa ha forma di croce latina in centro alla quale elevasi una bella cupola. Crocera della nave S: sull'Altare Tavola ad olio — La Crocifissione. Sotto a questo quadro v'era una predella che ora conservasi in sacrestia con in centro S. Lorenzo attorniato da devoti e sulla D: leggesi anno salutis nostrae MDLXIII. Dee classarsi questo dipinto fra i capolavori di Dono Doni. Coro ornato di seggi decorati di bellissimi intagli, nel Io stallo a S: leggesi la data MDXX. Sappiamo dell'archivio che furon eseguiti da Giovan Jacopo da Sanseverino. Crocera la nave D: sull'Altare Tavola ad olio — La Deposizione dalla croce. Sotto v'era altra predella pur conservata nella sacrestia, in essa v'è rappresentato S. Gregorio Papa cui fan corona dei devoti vestiti di cappa, sulla D: leggesi A. D. MDLXIII. Anche questa opera è del Doni. Nave D: Io Altare Tavola ad olio — Cristo in gloria tra S. Giacomo e S. Giovanni Evangelista, in basso cinque figure di Santi e due Angioli atteggiati a preghiera; opera del Doni.  p27 IIIo Altare Tela ad olio — S. Giuseppe con in basso otto figure di devoti; stile della scuola perugina. In una camera del Capitolo, trittico (attualmente scomposto e mancante della parte superiore nella tavola di mezzo) — In centro, Maria in seggio sostenente Gesù in piedi sulla D:, essi sono attorniati da due Serafini e da quattro Angioletti. Sotto il gradino del seggio leggesi Opus. Nicolai de Fulgineo MCCCCL. . . . Lato S: nel pinacolo quattro Serafini ed in mezza figura l'Angiolo annunciante nel centro; in basso S. Cessidio e S. Rufino. Lato D: nel pinacolo quattro Serafini e Maria Annunciata nel centro, in basso S. Pier Damiani e S. Giovanni Evangelista. Nella predella manca la parte di centro; quella S: rappresenta il corpo di S. Rufino trasportato processionalmente dal Vescovo Ugone; su quella D: figurano due istorie la Ia il martirio del Santo condannato a bruciare in una fornace e la IIa l'invenzione del suo corpo nel torrente Chiagio.

Orfanotrofio di S. Ildebrando
(detto la Benedetta)

Esterno. Sopra l'ingresso vedesi un'Affresco entro una nicchia — Di fronte v'è Maria in seggio con Gesù, a S: S. Francesco ed a D: S. Girolamo, indietro un paesaggio. Nell'introdosso della nicchia a S: (deperito) a D: S. Bernardino, sul vòlto un'ornato recante in centro il nome di Gesù; opera di scuola perugina rimarcabile per vaghezza di colorito.

Palazzo del Capitano del Popolo e torre del Comune

Esterno. Costruzione semplice e severa del XVI secolo; il centro della sua fronte è decorato di varie targhe che ricordano persone e famiglie istoriche.

Interno. Restano ancora parecchi Affreschi con stemmi di coloro che occuparono la carica di Capitano del Popolo, allorchè Asisi reggevasi in libero Municipio.

L'attigua torre s'innalza come gigante a lato del piccolo tempio di Minerva e misura in altezza circa metri 50.

Residenza Municipale

Interno. Dal salone d'ingresso passando alla prima sala a S: Resti di lapidi e di sculture romane; notiamo di queste le più interessanti eseguite in marmo — Ia Resto di statua virile, stante; per al delicatezza delle sue forme e per una impiombatura sul fianco S: ove può credersi fosse fermata la lira, ritiensi figurasse un Apollo (manca del capo e di parte delle braccia!). — IIa Frammento di figura virile con toga e penula alla maniera consolare, pur essa mancante delle estremità superiori. — IIIa Tronco inferiore di statua muliebre seduta e coperta da una ricca veste in parte nascosta dal manto. — VIa Medaglione con in basso rilievo una test giovanile di donna.

Sala dell'incipiente Pinacoteca. Pitture in affresco (trasporti in tele) Parete d'ingresso da S: a D:Io S. Girolamo, attribuito a Tiberio Ranieri  p28 di Asisi — IIo S. Antonio, frammento del XV secolo — IIIo Dio benedicente — IVo Maria seduta sulle nubi in atto di adorare Gesù adagiato sulle sue ginocchia, ambedue son compresi da un nimbo ornato di sei Serafini, sull'indietro figurano alcune linee di paese; pregevole opera attribuita ad Andrea Aloigi detto anco l'Ingegno. Parete S: Vo S. Rufino, attribuito al Ranieri — VIo Angiolo, opera di Matteo Gualdo — VIIo Maria con Gesù seduta in ricco trono ed ai lati S. Giacomo e S. Antonio, innanzi al trono quattro figure in atto di preghiera; papa di Matteo da Gualdo — VIIIo Angiolo; pur questo lavoro di Matteo distaccato con gl'altra=i dalla fronte dell'antico ospedale dei Pellegrini — IXo S. Orsola con piccola figura pregante a suoi piedi; scuola di giorni. Parete di fronte all'ingresso — 10roLa Vergine in trono col divin figlio, a S: S. Francesco ed a D: S. Chiara; opera da alcuni creduta dell'Ingegno — XIo Frammento di santo. Parete D: XIIo Maria con Gesù (frammento!) — XIIIo Maria sostiene Gesù ambedue compresi da nimbo, ai lati due Serafini; attribuito al Ranini (in parte mancante!) — XIVo S. Vescovo, scuola giottesca — XVo Padre eterno, dell'istesso pennello — XVIo L'orazione di Cristo all'orto; dell'istesso autore — XVIIo S. Lucia; altra opera di Matteo da Gualdo — XVIIIo Maria con Gesù in seggio e santi, del XV secolo XIXo Busto di una santa, XVII secolo.

In questa sala furono provvisoriamente collocati gli oggetti rinvenuti dalla società archeologica; vi sono molti saggi di intonachi romani con frammenti di pitture all'encausto tra le quali una quasi completa figura di soldato; vari resti di sculture in marmo ed in terra cotta per uso decorativo: degli avvanzi di figuline ed una interessante raccolta di vetri che formarono domestici utensili. In fine miravansi le piante delle località messe allo scoperto e gl'acquarelli dei mosaici rinvenuti.

Rocca

Attualmente la parte più antica di questo pittoresco edificio crediamo rimonti all'epoca del Legato Albornoz; Papa Pio IIo fece ampliare i punti di difesa e munì l'estremità D: di solida torre; pochi anni appresso Paolo III vi fece altre addizioni. L'abitazione interna fu manomessa nel secolo attuale per rapirne il materiale da costruzione.

Tabernacolo nel vicolo di S. Stefano

Consiste in una delle soliteº nicchie decorate di Affreschi — Sulla parete esterna vedesi l'Annunciazione di Maria, ed in quella interna vi sono i resti di un Cristo in croce con ai lati Maria e S. Giovanni Evangelista. Sull'archivolto dell'introdosso: Dio padre e due Profeti, sulla parete S: il Battista ed in quella a D: S. Caterina; opera della scuola di Giotto.

 p29  Presso Asisi

Chiesa di S. Benedetto (Resti della)

Interno. Cripta. Ha forma di croce latina ed è spartita in tre navi sostenuta da colonne ornate di rozzi capitelli, toltone uno corintio il quale sembra datare dall'epoca della decadenza dell'impero romano; lo stile della fabbrica è bizantino. Nella nave di centro figura un'antico altare innanzi all'abside. Sul pavimento — Una figura grafita ricorda il romano Abate Pietro.

Chiesa e Convento di S. Damiano

Esterno. Nel chiostro d'ingresso, a D: entro rincasso: Affresco — Maria in trono con Gesù ed ai lati S. Chiara e S. Francesco; nella grossezza del muro, i Santi Cosma e Damiano e sull'archivolto Dio benedicente; opera di scuola giottesca. Cappella esterna: affresco di forma semicircolare — Nel mezzo Maria in trono con Gesù in grembo, due Angioli scendono ad incoronarla ed altri due veggonsi genuflessi: ai lati del trono a S: S. Francesco e S. Chiara, a D: S. Girolamo e S. Bernardino da Siena; in basso leggesi la data MDXVII. Reputasi il miglior lavoro di Tiberio d'Asisi.

Chiesa. Parete S: Io Altare Sculture. Ia — Tabernacolo di rame, donato da papa Innocenzo IV a S. Chiara. IIa — Croce di rame, donata da S. Bonaventura. IIIa — Calice di stagno con patena. IVa — Campanella dentata con cui la Santa adunava le Suore. IIo Altare Scultura in legno — Crocifisso: opera di fra Innocenza da Palermo. Su parte della parete D: e sull'altra in corrispondenza dell'ingresso: AffreschiIo S. Francesco rimproverato dal Padre d'avergli sottratte delle querce per restaurare la chiesa di S. Damiano. — IIo S. Francesco offre il danaro ritratto al sacerdote che custodiva la chiesa. — IIIo Il Santo prega innanzi all'altare del Crocifisso. Figura votiva — S. Agnese. Tutte queste opere sono di scuola giottesca. Oratorio di S. Chiara: Tavola a tempra — In alto mirasi un Crocifisso, in basso S. Francesco rimproverato dal padre pel furto commesso: opera del XV secolo. In quest'oratorio veggonsi alcuni dipinti di scuola giottesca e di Tiberio d'Asisi. Dormitorio: parete D: Tavola a tempra — Maria in trono con Gesù ed a D: un piccolo frate orante: scuola senese del XV secolo. Refettorio: due Affreschi Io nella parete principale — Crocifisso attorniato da Angioli e Santi. — IIo S. Chiara benedice la mensa innanzi al Pontefice: opere mediocri! Chiostro d'ingresso al convento, di fronte alla porta Affresco — S. Francesco riceve le stigmate: nella cornice del basamento leggesi — Eusebius Perusinus pinxit A. D. MDVII. Sulla parete del mura della chiesa, Affresco — Maria annunciata; attribuito ad Eusebio.

Chiesa di S. Maria degli Angeli

Papa Pio Vo dedicò alla Vergine questo tempio con disegno del Vignola e fu incominciato nel 1569: successero al Vignola Danti ed Alessi  p30 ambo architetti, e dopo essi, il Martelli ed il Giorgietti. Nel 1832 per terremoto pericolò parte della Chiesa ed il restauro fu affidato all'architetto Poletti di Roma che di suo stile rinnuovò la facciata!

Esterno. Degna di ammirazione è la bella cupola che s'eleva nel centro della crocera.

Interno. Ia Cappella della nave S: sull'Altare Tela ad olio — S. Diego guarisce gl'infermi: opera di fra Filippo da Coceto. Pareti laterali due Tele ad olio — L'approvazione della indulgenza del Perdono. — La pubblicazione di quest'indulgenza: nel S: quadro leggesi Franciscus Cavallucci perusinus fecit. A. D. 1803. (Si cita per la sola istoria dell'Arte!) — La volta fu dipinta dall'Appiani. IIa Cappella. Sull'Altare Tela ad olio — S. Francesco riceve le stigmate; opera del Giorgietti; lateralmente altre due Tele ad olio — Girolamo d'Asisi si convince della realtà delle stigmate; del Giorgietti — Il Corpo del Santo trasportato in S. Damiano; opera del Sermei — Gli affreschi furono eseguiti dai citati Artisti. IIIa Cappella. Sull'Altare Tela ad olio — La Deposizione dalla Croce; di Baldassarre Croce — Le tre istorie in affresco furono dipinte dal Salimbene. IVa Cappella. Nell'Altare copia in Tela ad olio — L'incoronazione di Maria, l'originale, ora in vaticano, esisteva nel monastero di Monteluce in Perugia; opera firmata da Ciburri; lateralmente altre due Tele ad olio — L'estasi di S. Francesco e di S. Chiara. — Un miracolo di S. Diego; questo dipinto reca in basso — Simeon Ciburrius perusinus faciebat . 1603 — Le altre pitture che ornano questa Cappella sono dell'istesso pennello. Va Cappella. Sull'Altare Tela ad olio — Maria in seggio con Gesù; opera di Domenico Muratori — Gli affreschi sono del Morelli d'Asisi, come anche le due tele laterali. Crocera S: Cappella S: sull'Altare Scultura in terra cotta verniciata a smalto bianco ed azzurro; entro un ben'architettato scomparto veggonsi sei istorie disposte in due ordini, nel superiore a S: — S. Francesco riceve le stigmate, in centro — L'incoronazione di Maria, a D: — S. Girolamo nel deserto. Ordine inferiore, a S: — L'annunciazione; in centro — Il Presepe ed a D: — L'Epifania; meravigliosa opera di Luca della Robbia. Cappellina a D: nel presbiterio, ove morì S. Francesco. — Le pareti sono ornate di mezze figure di Santi e Beati dell'ordine minoritico; opere in affresco di Giovanni Spagna. Nell'Altare Scultura in terra cotta rappresentante — La statua di S. Francesco; opera dei Della Robbia.

Cappella delle reliquie, sulla parete D: Tavola a tempra — Croce sagomata recante nel centro il Crocifisso, e nelle estremità in mezze figure S. Giovanni Evangelista, la Vergine, S. Giovanni Apostoloº e la Maddalena; in basso leggesi Ivncta Pisanvs . . . . . me fece . . . . . A lato di questa croce veggonsi due Tavole a tempra recanti — Due Angioli; di scuola Perugina.

Nave D: Va Cappella, sull Altare Tela ad olio — L'annunciazione di Maria; opera del Maggeri — Gli Affreschi sono lavoro del Circignani. IIIa Cappella, sull'Altare Tela ad olio — La nascita di Maria; attribuita al Circignani.

Cappella in centro alla Chiesa, detta della Porziuncola. La venerazione di quest'antica chiesuola restaurata da S. Francesco e più tardi da S. Bernardino ispirò i devoti all costruzione di questo grandioso Tempio. Fronte  p31 della Cappella sopra la porta d'ingresso, affresco — La concessione del Perdono; opera di Federico Owerbeck (1829).

Parete esterna a D: — resti di Affreschi votivi di scuola fiorentina.

Parte posteriore, due Affreschi ai lati dell'Abside rappresentanti — L'Annunciazione. la parte superiore, altro Affresco — La Crocifissione; opere attribuite al Perugino. Interno. Nell'Altare Tavola a tempra recante tre istorie la Ia a S: — S. Francesco pubblica l'indulgenza. — IIa L'Annunciazione di Maria. — IIIa S. Francesco condotto da due Angioli alla Porziuncola; leggesi —, . . . Anno Domini MCCXCIII . . . . . presbiter Hilarius de Urbeveteri . Pinxit. Di fronte alla Cappella nel pilone D: della nave di centro, Scultura in marmo — Monumento sepolcrale della principessa Grillo Panfili; opera firmata da Tommaso Grilli romano. 1762.

Sacrestia — La parte decorativa in affresco è di Girolamo Martelli d'Asisi. Armadi — Grandiosa decorazione intagliata in legno. Sono degni di rimarco i seguenti dipinti in Tela ad olioIa Maria con Gesù; opera bizantina — IIa Presepio; scuola veneta. — IIIa Apparizione di Cristo in Emaus. — IVa L'Annunciazione; scuola del Maratta. — Va Maria addolorata; del Brozzini. VIa La visita a S. Elisabetta. — VIIa La fuga in Egitto. — VIIIa L'apparizione dell'Angiolo a S. Giuseppe; opera del Marinelli. Tela a tempraIXa Cristo in mezza figura; pittura attribuita allo Spagna. Opera ad olio su rame — Xa Maria con Gesù in grembo. — XIa Il Volto Santo. — XIIa Lo sposalizio di S. Caterina. Cappella della Sacrestia, Tavola a tempra — S. Francesco stante; opera attribuita a Giunta.

Cappella detta delle rose. Questa dividesi in due parti, nell'atrio e nella edicola, ambedue decorate di Affreschi nell'ordine che siegue. Atrio parete D: Ia Istoria — Visione di S. Francesco mentre castiga il proprio corpo. — IIa Il Santo condotto da due Angeli alla Porziuncola. Parete S: IIIa La concessione del perdono. — IVa Onorio IIIo approva l'indulto. — Va Pubblicazione dell'Indulgenza. Sull'arco della porta maggiore a fine di una breve scritta leggesi . . . A . D. MCCCCCXVI. Tiberius de Asisio pinxit.

Edicola; nel vòlto — Dio benedicente attorniato da Serafini. Parete dell'altare — S. Francesco co' suoi dodici compagni. Parete D: — S. Elisabetta e S. Chiara. Parete S: — S. Antonio da Padova — S. Lodovico Vescovo — S. Bernardino — S. Bonaventura. Refettorio, Affresco di forma semicircolare — Il Calvario; opera del Doni, reca la data 1561.

Chiesa di S. Masseo (Resti della)

Interno. Cripta. Opera del XI secolo; due ordini di rozze colonne dividono in tre spazi l'ambiente ed in quello di centro mirasi l'altare con al disopra un Crocifisso scolpito in legno, opera del XIIIo secolo.

Castello di S. Angiolo della Rocca

Chiesa Parrocchiale

Interno. Abside, AffreschiIo La sacra famiglia si rifugia in Egitto.  p32 IIo Presentazione di Gesù al tempio. — IIIo La disputa coi Dottori; tali opere reputansi della scuola di Giotto. Nell'Altare Affresco — In alto Dio benedicente ed ai lati due Angioli, in basso Maria in seggio con Gesù fiancheggiati da S. Francesco e S. Antonio, lavoro del XV secolo. Lungo le pareti rimangono parecchie pitture votive, e tra l'altra alcuni frammenti di un grandioso Affresco della scuola di Giotto. Tavola a tempra — Croce sagomata recante un Crocifisso, opera del XIV secolo.

Castel S. Giorgio

Chiesa Parrocchiale

Interno. Parete S: Affresco — L'annunciazione di Maria ed a lato quattro figure di Santi. Parete dell'Altare Affresco — La Vergine stante in atto di coprire del suo manto due piccoli gruppi di devoti, lateralmente ad essa un Santo Vescovo e S. Francesco. Parete D: AffreschiIo S. Lucia. — IIo S. Sebastiano. — IIIo monaca seduta con in grembo Gesù. — IVo S. Rocco. — Vo S. Rocco. Opere mediocri di scuola perugina.

Castel del Palazzo

Chiesa Parrocchiale

Interno. Trittico in tavola a tempra — Nel centro siede su trono la Vergine con il Divino infante cui è presso un'Angiolo in atto di suonare un liuto, ai lati del trono a S: S. Sebastiano ed a D: S. Francesco; opera attribuita all'Alunno.

Castel di Petrignano

Chiesa Parrocchiale

Interno. Parete D: dell'ingresso, Affresco — La Vergine seduta sulle nubi con Gesù in grembo ambedue compresi da nimbo fregiato di sei Serafini, lateralmente S. Rocco e S. Sebastiano e dietro un vago prospetto di paese; reca la data MCCCCII. Opera attribuita a Giannicola Manni.

Fuori del Castello nel casale detto il Mulinaccio, entro una nicchia Affresco — Maria con Gesù ed ai lati S. Sebastiano e S. Maria Maddalena; opera attribuita al Caporali.

Castello di Torre d'Andrea

Chiesa di S. Bernardino

Interno. Nell'Altare maggiore Tavola a tempra — La presentazione al Tempio; innanzi a questa rappresentanza v'è S. Bernardino orante ed ai lati alcuni  p33 della famiglia Baglioni e vuolsi pure il ritratto di Bernardino Pinturicchio che questa tavola condusse per loro commissione. Nelle pareti laterali sugli altari due Tele ad olio — Il Crocifisso con vari Santi — La Circoncisione; opere attribuite a Dono Doni.

Chiesuola di S. Simone

Interno. Affreschi votivi Io Maria con Gesù in seggio. — IIo S. Antonio. — IIIo Maria in seggio con Gesù. — IVo S. Rocco. — Vo Madonna e bambino. — VIo La Triade. — VIIo S. Lodovico. — VIIIo S. Rocco. — IXo S. Antonio da Padova. — Xo S. Rufino. — XIo S. Rocco. — XIIo Maria con Gesù in seggio. — XIIIo S. Anna. — XIVo S. Giovanni Evangelista. — XVo La Vergine con Gesù in grembo. opere tutte di scuola umbra tra le quali varie attribuite a Tiberio d'Asisi.


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Pagina aggiornata: 1 apr 08

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