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Nota di W. Thayer: Fara, in provincia di Rieti, fa parte oggi del Lazio; ma quando scriveva il Guardabassi, e fino al 1927, apparteneva all'Umbria.
Interno. Parete S: Io Altare Tela ad olio — S. Antonio nel deserto, in basso sulla D: leggesi Angelus Maria Camponeshisº fecit Rome 1790. IIo Altare p67 Tela ad olio — Gesù crocifisso ed ai lati Maria e S. Giovanni; d'un imitatore di Guido Reni. IVo Altare Tela ad olio — S. Anna in atto d'istruire al lavoro Maria; opera del Manenti. Parete D: IIo Altare Tela ad olio — La Madonna del Rosario ed in basso S. Domenico e S. Margherita; pittura del XVII secolo. Io Altare Tela ad olio — L'Epifania (copia). Presso l'ingresso alla Chiesa, nicchia. — Crocifisso formato con pelle umana, lavoro orientale del quale un tempo facevasi barbaro commercio; questa preparazione presenta la specialità di avere imbottite pure le falangi, cosa che in genere non usavasi. (Vedi Perugia, Chiesa della SS. Annunziata).
Interno. Altare maggiore Tela ad olio — Maria in seggio con Gesù ed ai lati due Santi; opera del XVII secolo; sotto il piede di S. Biagio leggesi V. S. R. F.
Coro, Tela ad olio — Gesù defunto in braccio di S. Giuseppe d'Arimatea a S: Maria in atto di dolore, in basso semibusto di Sisto V, che sembra orare; opera del secolo XVII.
Pubblico pozzo circoscritto da benintesa ed elegante opera architettata recante la data 1588.
Fu fondata nel 420 da S. Lorenzo Siro e per ben cinque volte fu distrutta e riedificata, finalmente nel XVI secolo fu nuovamente ammodernata la Chiesa ed il convento.
Esterno. Antiporta nella corte che immette alla chiesa. — Questo ingresso è decorato di sculture ornamentali eseguite in marmo da artista teutono vissuto nel XV secolo. Al disopra dell'architrave nel sesto ogivale, Affresco — Maria seduta all'orientale con Gesù sulle ginocchia ed ai lati S. Isacco e S. Giovanni monaci e sulla D: un piccolo monaco orante, probabilmente il committente; opera di pittore Alemanno.
Facciata della chiesa. Le linee architettoniche della quinta ricostruzione perdettero ogni bel carattere coll'ammodernamento subito nel XVI secolo; non rimane che l'ingresso pur esso scolpito in marmo e simile nello stile all'altro già accennato, l'affresco che ne orna la lunetta rappresenta in mezze figure — La Vergine con il Divin figlio in atto di benedire il committente genuflesso innanzi a lui; a S: S. Lorenzo ed a D: S. Susanna di lui sorella; opera di scuola umbra.
Interno. Basilica a tre navi, quella di centro è sorretta da venti colonne antiche, parte di granito e parte di marmo comunemente chiamato cipollino. p68 Parete interna dell'ingresso Grandiosa Pittura ad olio che ne occupa l'intera superficie. — Il giudizio finale; da una iscrizione ivi apposta sappiamo che l'artefice fu fiammingo e che dipinse nell'anno 1561. La nave di centro è decorata di affreschi sulla maniera degli Zuccheri e presso l'arcone del presbiterio nel bel soffitto mirasi una iscrizione che ne ricorda il restauro fatto eseguire dal cardinale Battista Orsini nel 1494. Nave S: Ia Cappella Tela ad olio — Maria in trono con Gesù ed ai lati S. Giovanni Battista, S. Anna e S. Giovacchino, in basso a D: il busto di una giovinetta; opera che ricorda la maniera degli Alfani. IIIa Cappella Tela ad olio — Il martirio dei santi Pietro e Paolo; opera del XVII secolo. Braccio S: della crocera, Tela ad olio. — Maria seduta sulle nubi con Gesù, ed in basso S. Lorenzo e S. Mauro, nell'angolo S: leggesi Ferd. Platner fecit Romae 1858.
Presbiterio, innanzi all'Altare maggiore — Resti di Mosaici alessandrini; fra quelli in una piccola lapide marmorea leggesi Magister Rain : hoc opus fec: (L'archivio farfense forse potrà dare dei lumi su questo artefice!) Altare maggiore: È questo intarsiato di rari marmi e decorato di quattro colonne di verde antico; nel centro quasi coperta da lamina d'argento cesellato vedesi una Tavola a tempra — Maria con Gesù e due Angioli; lavoro di stile bisantino. Nella parete posteriore alla mensa v'è scritto Hoc opus fecit Stephanus Minucchi reatinus A.D. 1765, si riferisce all'artista che eseguì l'altare. Abside, nella parete opposta all'altare v'è dipinta ad olio — Maria Annunciata e lateralmente S. Lorenzo e S. Mauro; sembra opera dell'istesso pittore che condusse il giudizio finale. Vòlta — Affreschi con rabeschi e nelle quattro lunette i Profeti maggiori. Parete D: — La flagellazione. Braccio D: della crocera; nell'Altare Tela ad olio — Apparizione della Vergine a S. Tommaso Savoiardo; opera del XVII secolo. Parete S: Tavola a tempra dipinta da ambe le parti, da un lato — S. Benedetto e dall'altro — S. Lorenzo. Parete D: tavola simile alla precedente, da un lato — S. Placido, dall'altro — S. Tommaso; queste due opere ricordano la scuola perugina. Nave D: IIa Cappella nell'Altare Scultura in marmo a basso rilievo. — Il volto di Gesù; lavoro del XV secolo. IIIa Cappella Tela ad olio — Gesù crocifisso ed in basso Maria sorretta dalla Maddalena ed a D: S. Giovanni; opera del XVII secolo.
Monastero. Nel corridoio del Io chiostro a D: sotto la sesta vela, al disopra di una porta scolpita in marmo da artista alemanno, basso rilievo a forma di pinacolo. — Entro un disco Cristo benedicente; inferiormente due Angioli sostengono un elisse entro cui figura la Vergine in atto di preghiera; opera del XIV secolo probabilmente di scuola toscana. Esistono in questa Abazia — Un sarcofago che un tempo racchiuse le ceneri dell'abate Serando, e vari resti di lapidi sepolcrali e tronchi di colonne di ricercati marmi.
Opere di greco scalpello. Puteale, monolite marmoreo, scolpito ad alto rilievo. — Combattimento tra greci ed amazzoni; lavoro maestralmente condotto! Sarcofago marmoreo. — Trasporto funebre d'un Eroe; composizione ricca di figure modellate ad alto rilievo; nei fianchi dell'urna altre rappresentanze analoghe al fatto principale; opera assai pregevole!
Opera umbro-pelasgica. Dista questo monumento chilometri otto da Fara e per l'istessa distanza da Corese; trovasi tra il Tevere ed i torrenti Farfa e Corese. Sopra un'altipiano s'elevano gli avanzi della vasta costruzione poligonare probabilmente edificata a difesa della prossima celebratissima Curi. Le mura sono costruite con grandi massi di breccia calcare e taluno di essi è alto metri 2,20 e largo metri 2,40. La forma esterna della trincera è rettangolare (metri 96 × 93) ed internamente si conservano i corridoi delle feritoie e molti altri ambienti di costruzione posteriore. Facciamo osservare che il recinto nei quattro angoli è composto di pietre squadrate rettangolari e che sull'angolo Nord-Ovest rimangono due sculture con gli emblemi della fedeltà e della forza.a
All'Ovest di Fara. Nel primo ripiano (Nord-Ovest) — Avanzi di vasto recinto romano e d'una cisterna. Salendo trovasi l'antico Cenobio restaurato nel XVI secolo, ed ora diruto; solo la cripta scavata nello scoglio conserva tre piccole nicchie; quella di centro con i seguenti Affreschi, nei piloni laterali — S. Benedetto e S. Minorita, nelle pareti della nicchia — S. Giovanni Battista, e S. Catterina e sull'Altare — Maria con Gesù in seno. Sopra la porta che era d'ingresso entro la sovrastante lunetta, Affresco — Il Crocifisso con Maria e Giovanni; queste opere sono tutte di scuola umbra del secolo XV. Nella sovrastante chiesa dedicata a S. Martino, non restano che le pareti con l'abside. Nel Cenobio una sola pittura rimane — Il crocifisso con ai piedi S. Girolamo, S. Onofrio, Maria e S. Giovanni; scuola umbra di discreto pennello. A metri sessanta circa al Sud dell'abside — Avanzo di un monumento sepolcrale romano, ove figurano ancora quattro grandi nicchioni. Proseguendo a salire il monte verso Nord-Est, vi è il Romitorio la cui cappella è dedicata a S. Girolamo. Nell'interno della cappella rimane una lapide che ricorda un restauro del 1610. — Il terreno sottostante conserva grandi traccie di costruzioni, vi sono delle camere, delle vie e delle corsie ancora accrescibili, queste costruzioni sono di recente data e sorprende di vederle sotterra. Sulla vetta del monte mirasi l'avviamento di costruzione che doveva formare la Chiesa abbaziale di S. Maria. Non giunsero a costruire che la cinta, parte di due torri che fiancheggiano la fronte che volta a Nord e la cripta in luogo del presbiterio che doveva quindi ricoprirla; in questo, d'architettura sarà non vi sono che le forme generali, mentre in effetto è un bastione fortificato. L'epoca in cui fu incominciata questa fabbrica crediamo possa rimontare al XV secolo.
Opera romana. Dalle Grotte di Torri a circa metri 300 sulla via che conduce a Farfa sopra un piccolo colle — Vestige di un edifizio. Quasi in prosecuzione di via a metri 250 sull'altipiano a S: — Forno panario scavato nel banco breccioso.
a G. B. Giovenale, I monumenti preromani di Lazio (Roma, 1900), pp42‑48, citato da H. H. Armstrong, AJA 15:56 (1911), ritiene che si trattarebbe di imitazioni, di epoca romana.
Immagini con bordi conducono ad informazioni: più spesso il bordo più ampie le informazioni. (Dettagli qui.) | ||||||
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