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Opere etrusche. Di quell'epoca rimane a noi solo la Necropoli; a nostra cognizione è questa la più vasta di quante siansene scoperte fin quì, essa occupa i colli al Sud ed all'Ovest di Orvieto. Presentemente contansi oltre cento cinquanta tombe disotterrate, e chi sa quante ne furono per lo innanzi visitate e distrutte. La maggior ricchezza che emerse da queste fu in orificerie e lavori in bronzo.
A chilometri due da Orvieto sul colle Ovest, due tombe scoperte da Domenico Golini nel 1863 nel predio vocabolo Sette Camini sul punto detto Poggio del Rocolo. — Ia tomba. Essa come tutte le altre fu scavata nel tufo ed è di forma quadrata. In corrispondenza dell'ingresso e sull'istesso livello v'è un pianetto a fine del quale per due gradini si ascende al piano della tomba la quale presenta nel suo centro una parete di avancorpo che si avanza fin presso il secondo gradino superando di poco la metà dello spazio longitudinaleº e formando da quel punto due distinte celle. Le pareti di questa tomba come dell'altra sono coperte di un grosso intonaco di calce completamente ornate di pitture policrome condotte all'incausto, le quali sebbene non presentino i rilievi prodotti dal chiaroscuro, pure sono condotte con singolare perizia di disegno, gusto nella distribuzione dei gruppi e somma dignità nelle figure dei protagonisti. Le rappresentanze ricordano il modo nel quale gli etruschi onoravano la memoria dei loro estinti, il giudizio degli Dei sul loro ultimo destino ed alcune allusioni alla eterna dimora delle anime. IIa tomba; è di forma rettangolare ed il piano dell'ingresso prosiegue a ricorrere internamente in una fascia di centimetri 80, seguendo le pareti; mentre il piano centrale della camera formando uno scalino uniforme affonda per circa centimetri 35. La fascia del gradino era ornata di pitture come vedesi da alcuni resti e similmente le pareti; però qui pure la maggior p148 parte di esse deperirono. Dai frammenti può riconoscersi, una processione funebre ed un funebre banchetto. Queste due tombe ora di proprietà nazionale furono illustrate dal chiarissimo Conte G. C. Connestabile.
Veggasi — Fabbrica del Duomo. — Palazzo Episcopale. — Palazzo Faina. — Palazzo Ravizza. — Seminario. — Residenza Municipale.
Opere romane. Veggasi — Abbazia di S. Severo e Martirio. — Fabbrica del Duomo. — Residenza Municipale.
Interno. Parete S: presso l'ingresso, Affreschi — Nella parte superiore, il Crocifisso con ai lati Maria e Giovanni; opera sulla maniera giottesca. Nella parte inferiore Maria attorniata da sei Serafini, a S: S. Giovacchino ed a D: S. Anna; scuola del Signorelli. Presso l'ingresso a D: Affreschi divisi in due compartimenti — 1o L'adorazione dei Magi — 2o Il Presepe; fra i due partimenti e superiormente — La SS. Trinità. Nel grossezza del pilastro S: Affresco (frammento) — La presentazione di Gesù al tempio. Nella grossezza del pilastro D: (frammento) — S. Giovanni; opere che ricordano la maniera di Ugolino di prete Ilario.
Interno. Presenta tre navi sorrette da otto colonne di granito. Nel X secolo Papa Benedetto VII fece mettere a mosaico il pavimento, ne abbiamo ancora i frammenti innanzi all'Altare maggiore. Circa il 1220 Onorio III incoronò in questo luogo Pietro Conte d'Artois Re di Gerusalemme, questi a memoria del fatto fè fabbricare il campanile (del quale non rimane traccia) e fè ornare l'intiera chiesa di pitture con le istorie dell'antico e nuovo testamento, opere pur queste deperite. Nel pilastro S: presso l'Altare maggiore, Affresco — La Madonna delle grazie; bella opera di scuola perugina. Presso l'ultimo pilastro a D: Scultura in marmo — Monumento sepolcrale con lo stemma dei Monaldeschi entro il quale vedesi un'Affresco: rappresentante — Maria in seggio con Gesù ed ai lati S. Giovanni Battista e S. Paolo; opera sullo scorcio del XIII secolo. Presso il Io pilone a D: — Pergamo ornato di mosaici; opera del X secolo.
Interno. Pitture su vetro eseguite ad olio — La Via Crucis; opere che ricordano la maniera di Mario dei Fiori.
Interno. Altare maggiore, Affresco — Nella lunetta superiore Maria con Gesù e quattro Angioli; reca la data del 1493. Nella parte inferiore — S. Antonio Abate; quest'ultimo dipinto può apporsi al Signorelli.
Interno. Altare maggiore, Tavola a tempra — La Madonna seduta in trono con Gesù in grembo, ai lati S. Pietro, S. Paolo, S. Francesco e S. Bernardino; opera che ricorda la maniera di Sinibaldo Ibi.
Interno. Parete S: presso l'ingresso, Affresco — Maria con Gesù; opera di maniera bisantina. Tela ad olio — L'incoronazione di Maria; opera del Lanfranco.
Interno. Parete S: Cappella di S. Pietro martire, Affreschi — Maria in seggio con Gesù; opera recante in basso la data del 1430. A S: S. Giovanni e S. Domenico; a D: S. Pietro martire e S. Antonio; opera di scuola umbra. Parete D: presso la crocera, Scultura in marmo — Resto di monumento sepolcrale eretto al Cardinale Guglielmo de Braye morto nel 1290. Giace il defunto in un letto del quale gli accoliti alzano le cortine, il fondo della parete è ornato di finissimi mosaici; al disopra entro una nicchia mirasi Maria con Gesù in trono e lateralmente S. Domenico e S. Guglielmo cui è presso il Cardinale genuflesso; sotto la Vergine v'è una iscrizione che termine con le parole, Hoc opus fecit Arnulfus.
Questo bel monumento dopo il restauro commesso dal Governo al Prof. Guglielmo Ciani, sarà collocato nel Duomo.
Interno. Altare maggiore, Tavola a tempra — La Vergine con Gesù in braccio; opera del XV secolo.
Esterno. Parete S: — Ritratto in marmo di Rinaldo Bovi di Bologna Potestà d'Orvieto nel 1277.
Interno. La sua costruzione rimonta allo scorcio del XIII secolo. Presenta tre navi quali furono completamente ricoperte di Affreschi, alcuni di stile greco ricordano l'epoca della fondazione della Chiesa. Sulle navi laterali al disotto degli affreschi, di cui è parola, veggonsi pitture del XIV secolo ed ammontano a trentaquattro le varie rappresentanze. La nave di centro fu nuovamente dipinta nel XVI secolo con varie istorie sopra un grandioso fregio, quali pitture son tuttavia coperte di bianco. Nell'Altare maggiore Tavola a tempra — Maria con Gesù ed ai lati S. Severino p150 e S. Giovenale, nella superiore lunetta Gesù fra due Angioli, e nella predella tre istorie dei santi Severino e Giovenale; questo dipinto ricorda la scuola umbra del XIV secolo. Sotto l'Altare nel marmoreo sarcofago vedesi inciso Guido Abbas A.D. 1170.
Esterno. L'architettura ricorda il XV secolo. La fronte sembra non sia ultimata, essa ha tre ingressi simili, ma quello di centro è più grande e più decorato. Ivi nel sesto semicircolare sopra l'architrave, Scultura in marmo — L'emblema del Battista; opera di buono stile. — Internamente questa Chiesa fu rinnuovata nello scorso secolo.
Interno. Altare a sinistra — Tavola a tempra (centro di trittico). — I martiri Innocenti volti al Redentore in gloria con Dio Padre tra Angioli Serafini e Profeti; in basso leggesi Lutius Fr. Bernardini Inv.: Andreas Io. Stosiofri Pin. A.D. 1410.
Esterno. Opera che data dall'XI secolo (guasta per cattivi restauri). Nella lunetta sopra la porta d'ingresso, Affresco — Madonna, Bambino e due Santi; della scuola del Signorelli.
Interno. A tre navi con tribuna semicircolare. La Chiesa era intieramente coperta da finissimi Affreschi; notiamo quelli che ora rimangono. Lato S: Ia colonna — S. Brigida e S. Lorenzo. IIa colonna — S. Guglielmo Abate; pitture del XIV secolo. Nave di centro — La condanna data a S. Lorenzo. — Il martirio del Santo e due miracoli; opera sulla maniera del Giunta da Pisa. Abside — Cristo in seggio fiancheggiato da Maria e Giovanni, cui son presso un Santo monaco e S. Lorenzo; pittura simile alla precedente.
Interno. Pergamo, Scultura in legno — Tre istorie di S. Giovanni Battista; opere pregevoli del XIII secolo. Nell'antico Oratorio, sulla parete dell'Altare maggiore, grande Affresco — Maria seduta sulle nubi con Gesù circondati da Serafini e da Angioli, in basso nel lato S: S. Agnese e S. Sebastiano, nel D: S. Francesco e S. Girolamo; sui lati estremi in piccole figure parecchi devoti e al di là delle figure un vago paesaggio; opera della scuola del Signorelli. Scultura in legno — Statua di S. Agnese; opera messa a colore, del XIV secolo.
Interno. Allorchè costruivasi la nuova Chiesa avemmo occasione di rimarcare sulla destra dell'antico edificio i seguenti Affreschi votivi. 1o — p151 Madonna addolorata. 2o — S. Michele Arcangiolo. 3o — Maria in seggio con Gesù. 4o — S. Michele. 5o (in mezze figure) — In centro Gesù col globo in mano e lateralmente S. Antonio e S. Giacomo; opere del XVI secolo. Tavola a tempra — La Vergine con Gesù in trono ed ai lati due Angioli con giglio in mano; opera del XII secolo di stile bisantino.
Interno. Abside, Affresco — In alto Cristo seduto che scaglia fulmini, esso è circondato da un nimbo di Serafini, in basso sotto un'elegante portico mirasi in centro Maria in trono con Gesù ed ai lati S. Rocco, S. Sebastiano, S. Agostino e S. Francesco; opera assai deperita che ricorda la maniera di Sinibaldo Ibi.
Fu elevato con disegno di Lorenzo Maetani da Siena nel luoghi ove esistevano le chiese di S. Costanzo e S. Maria Prisca. Papa Nicolò IV nel 1280 pose la prima pietra.
Fronte principale. Per un'ampia gradinata si ascende al piano della Chiesa dal quale si eleva un basamento che ricorre su tutta la linea seguendo l'andamento della pianta; avvertiamo fin d'ora che quanto v'è d'architettonico, fu eseguito in marmo. A mezzo di quattro piloni che assumono l'aspetto di torri finite da guglie, la fronte è divisa in tre distinti spazi corrispondenti alle interne navi. I pilastri per circa un sesto della loro altezza sono ornati di bassi rilievi in marmo de' quali succintamente diamo le rappresentanze seguendo l'ordine da S: a D.
Nel Io — La creazione degli animali. — La creazione della donna. — Il paradiso terrestre. — L'espulsione di Adamo ed Eva. — Il primo sacrifizio di Caino e di Abele.
Nel IIo — Abramo giacente. — I giudici che condannano il popolo d'Isdraello. — David unto Re da Samuele. — Gedeone. — Salomone. — Mosè. — Il Re Roboamo. L'incoronazione di Abramo con Melchisedech. — Il Re Abia. — La visione d'Ezechiello. — Il Re Hasa. — Giosafat. — Giuditta ed Oloferne. — Baldassare. — La vergine Maria. — L'arcangiolo Gabrielle che annuncia a Zaccaria la nascita del Battista. — Il Salvatore. — Il Crocifisso. — S. Matteo.
Nel IIIo — Giacobbe. — I Profeti maggiori e minori. — La Vergine annunciata. — La Visitazione. — Il Presepe. — L'Epifania. — La presentazione di Cristo al tempio. — La fuga in Egitto. — La strage degli innocenti. — La disputa di Cristo coi dottori. — Il Battesimo. — Gesù nel deserto. — Il suo ingresso in Gerusalemme. — La preghiera nell'orto di Getsemani. — La Flagellazione. — La Crocifissione. — Maria al sepolcro. — L'apparizione di Gesù alla Maddalena.
Nel IVo — La resurrezione dei morti. — Il giudizio finale. — L'inferno. — La gloria dei giusti.
Queste opere si credono eseguite da Arnolfo di Lapo, Niccolò e Giovanni, p152 pisani e fra Guglielmo da Pisa ai quali vuolsi che s'unissero alcuni maestri lombardi. Al disopra di queste sculture come negli introdossi degli ingressi ricorre una ricca cornice sulla quale in corrispondenza dei centri dei piloni sporgono gli emblemi degli Evangelisti eseguiti in bronzo.
Dei tre ingressi i due laterali e minori finiscono a sesto archiacuto, mentre quello di centro termina con forma semicircolare; essi sono riccamente decorati con modinature architettoniche alle quali dan maggior risalto liste di mosaici a vari disegni. Le porte sono simili tra loro, però le laterali essendo più piccole di quella di centro permisero all'architetto di troncare la gran cornice e così adattarvi superiormente due finestre. Sulle trabeazioni dell'architrave delle due porte posano le basi a sostegno di due marmorei Angioli. Nel maggiore ingresso la cornice non è interrotta e sopra essa nel sesto semicircolare mirasi un baldacchino le cui tende sono sollevate da sei Angioletti (opera in bronzo) e sotto il quale siede su trono la Vergine con Gesù in grembo (scultura in marmo). Tre pinacoli veggonsi sovraposti agl'ingressi, a capo di quello di centro v'è l'emblema del Battista (opera in bronzo) nel S: e nel D: due Angioli. Pinacolo di mezzo, mosaico — L'assunzione di Maria; mirasi la Vergine entro un nimbo sostenuto da sei Angioli, in basso a S: un devoto e sotto leggesi Ioannes, a piè un'albero sul lato D: v'è la data del MCCCLXVI. Nei triangoli formati dalla parete di centro — Gli Apostoli ed i Santi Cirillo e Bernardo. Pinacolo S, mosaico — Il battesimo di Cristo. Sui triangoli della parete — L'Angiolo e Maria annunziata. Pinacolo D, mosaico — La nascita di Maria ed in basso due mezze figure di Profeti; vi si legge, Ioannes et Ugolinus de Urbeveteri MCCCCLV. Sui triangoli della parete — L'Angiolo che appare a S. Gioacchino ed a S. Anna. Al disopra di questi dipinti v'è un loggiato che ricorre su tutta la linea apparentemente interrotto dai pilastri; questa elegante architettura serve di sostegno alle tre parti finali della fronte. Le laterali in due grandi mosaici recano a S: — Lo sposalizio di Maria. A D: — La presentazione di Maria al tempio. La parte di centro acquista maggiori proporzioni mercè lo sviluppo di un compartimento architettonico circoscritto ai lati da sei rincassi con le statue marmoree dei dodici Profeti minori, e superiormente da dodici nicchie con entro le statue degli Apostoli. Nell'interno figura una bella cornice sul cui sesto apresi un sorprendenteº finestrone rotondo e negli spazi laterali figurano a mosaico — I Dottori della Chiesa. Il pinacolo di centro reca mosaico — L'incoronazione di Maria; opera moderna sull'antico disegno di Sano di Pietro da Siena eseguita negli anni 1836 e 1837 dal Cocchi e dal Castellini e da altri. Giova avvertire che le opere antiche in mosaico sono solo quelle che recano i nomi degli artefici e che le altre furono rinnovate in epoche posteriori alla fabbrica con disegni che mal corrispondono allo scelto stile di essa, meno l'ultimo citato. Le statue al disopra del finestrone circolare sembranci eseguite sul volgere del XVI secolo.
Pareti laterali. Anche queste sono rivestite di marmo a zone orizzontali bianche e nere. Una serie di contraforti di forma poligona dà ad esse la maggior solidità e questa varietà di linee ne forma il più bell'ornamento, a ciò si unisce l'alternato sviluppo delle curve che chiudono in alto p153 le finestre, ora semicircolari ed ora archiacute. Mirasi un ingresso per lato, quello a S: semplicemente ornato è finito a sesto ogivale ed in quel punto è decorato d'un Affresco — Maria con in braccio Gesù; opera del XV secolo. L'ingresso a D: ha il medesimo sesto però è riccamente decorato; dell'affresco non rimangono che tracce e sotto quello, appunto nell'architrave mirasi un pregevole basso rilievo in bronzo in cui è rappresentato — Il Redentore seduto in mezzo agli Apostoli; opera dell'epoca della costruzione della Chiesa. A capo di queste pareti sporgono due Cappelle, l'una del Corporale edificata nel 1356, opera probabilmente condotta da Maestro Matteo d'Ugolino, l'altra della Madonna di S. Brizio, che credesi fondata sul cominciare del XV secolo.
Parete dell'Abside. È rivestita come le laterali di marmi a zone bianche e nere; essa è fiancheggiata da due alte torri e non reca altro ornamento che un grandioso finestrone.
Parete della Cappella S: Siegue in questa la decorazione delle altre, nel suo centro presenta una bella finestra riccamente decorata ed in corrispondenza di quella avvenne un'altra di sesto ovale che per metà è compresa da un piccolo timpano. Quella del lato D: o non seguiva l'istesso disegno o fu manomessa.
Presenta tre navi; le pareti ed il colonnato delle navi sono formati a zone bianche e nere. Le quattordici colonne che sostengono la nave di centro sono decorate di belli e variati capitelli. Lungo la nave di mezzo veggonsi le statue dei dodici Apostoli (opere moderne). A capo della nave S: v'è il fonte battesimale disegnato e scolpito nella tazza da Luca di Giovanni da Siena e nella guglia da Sano di Matteo che ci scolpiva i seguenti versi:
Millequatercentum septenis ydus aprelis Mactei Sanus hec edit origine Senis. |
Presso il Fonte della nave S, Affresco — Madonna e Bambino; opera (guasta!) di Gentile da Fabriano. Lateralmente ed innanzi di giungere all'Altare maggiore, due statue affrontate l'una di Maria e l'altra dell'Angiolo annunciatore; opera di Francesco Mochi. Abside. Coro con tre ordini di seggi messi ad intagli ed a tarsie finissime tra le quali contansi trentatre figure di Santi; questa grandiosa opera fu condotta e diretta da Giovanni di Iura dell'Ammannato, il quale ebbe a compagni Giovanni Talini, Menzio Nuti ed altri senesi, poscia fu condotta a termine da altri valenti maestri (il leggio corale ed il trono episcopale veggonsi alla Fabbrica).
Pareti dell'abside, Affreschi nei lunettoni della vòlta. 1o — La gloria d'Iddio Padre. 2o — La gloria di Maria. 3o — La gloria di Cristo. 4o — La gloria dello Spirito Santo; opere di Ugolino di prete Ilario. Nelle pareti veggonsi l'Assunzione, i Profeti, gl'Apostoli, gli Evangelisti ed i Dottori della Chiesa. Il S. Luca ed il S. Marco come pure il S. Ambrogio ed il S. Gregorio, sono opere del Pinturicchio. — Ventisei quadri in Affresco p154 rappresentano figure ed istorie dell'antico e nuovo Testamento, la maggior parte opere di Ugolino. Finestrone in centro del coro; presenta una invetriata a colori con quarantaquattro riquadri recanti — Le istorie della Vergine, di Gesù e di vari Santi; opera di Francesco da Orvieto e di Morichetto da Viterbo. A capo delle navi laterali. Due altari scolpiti in marmo sul disegno del Sammicheli ed eseguiti dai Mosca, ad e figlio. Essi rappresentano l'uno — L'adorazione dei Magi e l'altro — La visita di S. Elisabetta, in basso rilievo; opera di gran merito per la esecuzione!
Cappella del SS. Corporale. Sulla parete d'ingresso a S: monumento del Vescovo Vanzio del 1571. A D: altro monumento a Sebastiano Gualterio Vescovo di Orvieto. Le pareti laterali della cappella sono decorate di Affreschi con fatti inerenti al miracolo avvenuto in Bolsena nel 1265. Nel lato S: presso l'altare leggesi, Hanc Capellam depinsit Ugolinus pictor de Urbeveteri A.D. 1364. Nel maggiore altare — Tabernacolo in marmo a vari colori sul quale a basso rilievo figurano la Pietà, la Madonna, le tre Marie e S. Giovanni; opera del XIV secolo; questo tabernacolo racchiude il famoso reliquiario del Santo Corporale, lavoro in argento del peso di chilogrammi 33, alto metri 1,39 largo metri 0,63. È questo eseguito parte a fusione e parte a cesello con fine incisioni ed un gran numero di smalti a colori de' quali il fondo più di sovente è azzurro. Le istorie sono tolte dai fatti della vita del Redentore, e da quelli del miracoloso Corporale; parlando dei primi troviamo — L'annunciazione. — La nascita di Cristo. — L'Epifania. — La presentazione al tempio. — La fuga in Egitto. — La disputa. — Il battesimo. — Gesù tentato da Lucifero. — L'ingresso di Cristo in Gerusalemme. — L'ultima cena. — La lavanda. — Il discorso di Cristo dopo la cena. — L'orazione all'orto. — La cattura di Cristo. — Cristo presentato ad Anna. — Gesù innanzi Caifas. — Pietro rinnega Cristo. — Pilato interroga Cristo. — Gesù innanzi Erode. — La flagellazione. — Pilato lava le mani. — Cristo incamminato al Golgota. — La crocifissione. — L'intombamento. — La resurrezione. Nel timpano maggiore — Cristo in gloria. Di ciò che più riguarda il Corporale, mirasi — La celebrazione della messa nella chiesa di S. Cristina in Bolsena. — Urbano IV cui il prete narra il miracolo. — Giacomo Vescovo di Orvieto innanzi ad Urbano IV. — Il Vescovo prende in S. Cristina il Corporale. — Il trasporto del Corporale ad Orvieto. — Urbano IV va incontro alla reliquia movendosi da Orvieto. — Papa Urbano mostra la reliquia al popolo. — Il Papa decreta universale la festa del Corpus Domini; finalmente — La glorificazione del S. Corporale. — Sulla base di questo reliquiario gira una scritta che termina . . . Per magistrum Ugolinum et Socios Aurifices de Senis factum fuit sub anno Domini MCCCXXXVIII. Sull'Altare a S: della Cappella Tavola a tempra — La Madonna dei raccomandati; essa è in centro attorniata da tredici Angioli ed in basso ai lati molte donne ed uomini in preghiera; vi si legge, Lipus de Sena nat: nos pinx: amena.º
Cappella della Madonna di S. Brizio. Essa è completamente decorata di Affreschi. Vòlta divisa in numero otto compartimenti: 1o — Cristo Giudice circondato da Angioli. 2o — Gl'Angioli con gl'emblemi della passione. 3o — La Vergine con gli Apostoli. 4o — I Profeti. 5o — I martiri. 6o — p155 Le Vergini. 7o — I Patriarchi. 8o — I dottori della Chiesa con i fondatori dei quattro ordini de' mendicanti. Frate Angelico dipinse il 1o ed il 4o, il resto è opera del Signorelli. Parete d'ingresso — Il finimondo che mostra le convulzioni della terra e l'abbrutimento degli uomini. (Questo dipinto occupa le parti laterali e superiori alla porta). Parete S: Io quadro — La predica dell'Anticristo ed alcuni suoi fatti; si vogliono in questo quadro raffigurati Dante, Nicolò, Paolo e Vitellozzo Vitelli, Giovanpaolo ed Orazio Baglioni. Nel IIo quadro — La gloria dei giusti. Parete dell'Altare: Negli spazi laterali ai due finestroni miransi a S: — Gli Angioli che guidano gli eletti in Paradiso. A D: — Gli Angioli che cacciano i reprobi all'inferno. Il quadro dell'Altare è in Tavola a tempra con la figura della Vergine; opera di stile greco del XI secolo. Parete D: Io quadro — L'inferno. IIo quadro — La resurrezione dei morti. Tutti questi dipinti figurano sopra alto basamento e fra scomparti e ornate candeliere eseguite a chiaroscuro, quà e là compresi da fregi architettonici veggonsi ornamenti a colori su fondo d'oro ed in mezzo a questi dei tondi con ritratti di Ovidio, Virgilio, Claudiano e Dante, ed in altri piccoli tondi delle composizioni su vari temi tratti dai loro poemi. Sulla istessa parete D: mirasi sotto un'arco altro Affresco — La deposizione della croce. Tutti questi maravigliosi dipinti debbonsi all'insuperato genio del Signorelli! Scultura in marmo — Gruppo della deposizione dalla croce; — opera dello Scalza.
Sotto all'abside del Duomo. Cappella di S. Maria della Stella. Di contro alla porta, Affresco — Il Crocifisso, vari Santi ed alcuni incappati in atto di preghiera; in basso leggesi . . . A.D. 1380 . . . Colaus Petruccioli pinxit amena.º Nel Cimitero — Sulla parete D: dell'abside; altri Affreschi del XIV secolo.
Interno. Degli oggetti qui conservati meritano essere ricordati i seguenti. Tarsie ed intagli in legno — Il leggio corale. — Il grande stallo della cuspide del trono episcopale. — Due statue; oggetti appartenenti al coro del Duomo e con uguale perfezione condotti. Terra cotta (tegola) dipinta da ambe le parti in Affresco — Da un lato il ritratto del Signorelli e dall'altra quello del Camerlengo; opera del Signorelli con data del 1503. Tavola a tempra (centro di trittico) — Dio Padre tra Angioli e sotto Maria con Gesù; opera di Simone da Siena. Tavola ad olio — Madonna Bambino e due Santi; scuola umbra. Tabernacolo intagliato in legno e dorato; opera del XV secolo; in centro Pittura a tempra — Gesù; opera di scuola perugina. Scultura in argento e metallo dorato — Reliquiario di S. Giovenale; opera quasi completamente coperta di smalti recante varie figure ed alcune storie del Santo; sul basamento leggesi, Vgolinus et Viva de Senis fecieruntº istum Tabernaculum. Tavola a tempra. S. Agostino. Tavola ad olio (stallo di centro d'un trittico) — Madonna Bambino e quattro Santi; opera della scuola del Giotto. Numero tre pergamene con bozzi architettonici del XIV secolo. Frammento di bronzo sopra tronco di colonna — Mano con due anelli ed armilla; lavoro etrusco. Tavola ad olio — La Maddalena; p156 opera del Signorelli. Mosaico antico — In centro (mezza figura) Maria incoronata. Numero due Tavole a tempra, S. Pietro e S. Paolo; opera di scuola perugina. Varie sculture marmoree del XIV secolo. Scultura in marmo a basso rilievo — Una cerimonia di epoca romana. Paramenti liturgici appartenuti al Vescovo Vanzi. — Un pluviale, due Dalmatiche ed una Pianeta. Libri corali miniati. — Numero due graduali del 1300 l'uno, e l'altro sul finire del XV secolo. Un antifonario del 1300. Sigilli del medio evo numero quattro. Anelli episcopali numero tre. Numero due Anfore legate in argento. Tavola a tempra divisa in cinque compartimenti — In centro Maria con Gesù ed ai lati S. Pietro, S. Paolo, S. Domenico e la Maddalena; sotto leggesi, Simon de Senis me pinxit . . . MCCCXXI.
Questo grandioso e bell'edificio presenta due fronti Nord e Sud la prima è bastantemente conservata, non avviene così della seconda che era la principale, essa fu in varie epoche manomessa. L'insieme architettonico e lo squisito gusto delle decorazioni ci inducono a credere che questo edificio sia stato architettato da Angelo da Orvieto sulla metà del XIV secolo.
Nella torre mirasi una campana fusa a spese dei Maestri delle Arti e reca gli stemmi delle maestranze. Internamente la sala era ornata di stemmi gentilizi dipinti in affresco, alcuni ancora discernibili. Nella parete di fronte all'ingresso, Affresco — Gesù crocifisso; opere tutte del XV secolo.
Nel cortile — Urna romana con iscrizione.
Quartiere superiore. Collezione di oggetti antichi e numismatici — Preziosa raccolta di armi di pietra dell'epoca neolitica. — Utensili e armi dell'epoca del bronzo — Collezione di opere in plastica d'arte greca ed etrusca, vasi istoriati a basso rilievo e dipinti, alcuni recanti iscrizioni etrusche. — Vasi arcaici orientali tra i quali uno pregevolissimo per finezza di pittura. — Numerosa raccolta di oggetti in bronzo d'arte etrusca. — Vari oggetti etruschi ed egiziani in vetro. Aes-grave e frazioni etrusche e romane cui fa seguito una raccolta di monete d'oro, di argento e di bronzo dell'epoca della repubblica e dell'impero romano. Questa interessante raccolta debbesi all'intelligente operosità del defunto Conte Mauro Faina.
Ornano un'intiero quartiere dei grandi cartoni della scuola di Pietro da Cortona. In una sala del piano nobile v'è una raccolta di quadri dei quali notiamo solo i migliori di scuole antiche. Tavola a tempra — Ritratto di donna; opera di Holbein. Tavola a tempra — Piccolo trittico del XIV secolo. Nella Cappella, Affresco — S. Michele Arcangiolo; opera attribuita al Signorelli.
Vi si conserva una piccola raccolta di quadri dei quali citeremo i migliori. Tavola a tempra (a forma di trittico) — Nel centro Maria con Gesù, ai lati S. Elisabetta, e Maria Maddalena, il Battista e S. Paolo; nelle cuspidi, in centro Cristo ed ai lati quattro Angioli; opera ritenuta di Simone Memmi. Tavola a tempra — Maria con Gesù ed ai lati il Battista e S. Giuseppe; opera creduta di Guidoccio Cozzarelli. Quattro Tavole a tempra — 1a Nel timpano S. Giovanni Evangelista, in basso S. Antonio Abate. 2a S. Nicola di Bari. — 3a In alto l'Annunciata ed in basso S. Stefano. 4a — In alto l'Angiolo annunziatore, ed in basso un Santo; opere di scuola senese del XIV secolo. Due Tavole a tempra (sesto rotondo) — S. Pietro e S. Paolo.
Nella Cappella. Sopra l'Altare Tavola a tempra — Maria seduta in trono con Gesù sulle ginocchia ed ai lati quattro Angioli; presso il trono S. Giovenale, S. Savino, S. Agostino e S. Girolamo, sul gradino veggonsi seduti due putti che suonano l'uno l'arpa e l'altro la chitarra; opera di scuola umbra recante la data del 1470.
Nell'andito dell'ingresso — Affreschi nella vòlta terminati da un fascione ornato a chiaroscuro. Nella parete di contro alla porta, altro Affresco — L'Annunciazione di Maria; opera attribuibile al Pinturicchio.
Esterno. Questa bella e severa fabbrica fu lasciata in abbandono già da molto tempo: noi la ricordiamo impressionati che possa essere stata architettata del valente Angiolo da Orvieto.
L'intelligente proprietario conserva due buste di belle orificerie etrusche nelle quali veggonsi — Numero due fibule. — Numero due pendenti grandi con filograne. — Un'anello con mani in fede. — Numero due fibule (mortuarie!). — Un'anello inciso. — Numero due bellissimi pendenti con figurine muliebri, appese. — Altro paio di pendenti con due vittorie appese — Anello con scarabeo (pasta!) — Altro grande anello con zampe di leone che fissano lo scarabeo (pasta!).
Da Clemente VII commesso al Sangallo nel 1527. Di forma cilindrica con doppia spira di scalini a cordonata ed illuminati da 72 finestroni; ogni cordonata conta 248 gradini.
Interno. Nella segreteria Affresco (segato dal muro) — S. Sebastiano cui è presso un'Angelo che gli reca la palma del martirio, sotto il ritratto (in piccola figura) del committente, dietro alcuni arcieri. Opera attribuita a Girolamo Genga. Cappella. Parete D: Tavola a tempra — Il Crocifisso Maria e S. Giovanni; dipinto di scuola giottesca. Scultura in marmo Piccola urna cineraria romana con festoni a basso rilievo; ora ad uso di acquasantiera. Nel salone dei famigli — Urna sepolcrale romana ad alto rilievo, festa nunziale; composizione di dieci figure. Nel terrazzo della loggia — Architrave di pietra tufacea con iscrizione etrusca.
Cippo con scritta etrusca.
Esisteva questo edificio fino dal 1100, ora esso è completamente diruto e solo conservasi intatta la bella torre decagona a doppia cinta di mura entro la quale gira la scala.
Chiesa. Ad una sola nave con pavimento a mosaico alessandrino condotto su disegno bisantino. Altare maggiore. Sculture in marmo che tengon luogo dei pilastri della mensa — Due fregi romani rappresentanti due aquile che reggono un festone di frutte cui è sopra un nastro svolazzante: opere di buono stile. In una cappella, forse l'antica sacrestia, a D: dell'Altare nella parete S: d'un arco che la divide, Affresco — L'Annunciazione di Maria, da un lato la figura della committente ricordata nella sottoposta scritta; opere di scuola giottesca. Presso all'Altare Scultura in marmo — Davanzale di un pulpito con ornamenti a basso rilievo da ambe le parti; lavoro che ricorda l'epoca della fondazione della Chiesa. Sopra la porta d'uscita, Affresco — Maria in trono ed ai lati S. Agostino e S. Severo; opera del XIV secolo. Nel lato S: in un pilastro, Affresco — L'Annunciazione; opera dell'istesso stile. Nell'oratorio, dietro l'Altare maggiore occupa la parete un grande Affresco — Nel centro Cristo crocifisso in grandi proporzioni, sopra quattro Angioli in atto di dolore; in basso a S: S. Giovanni Evangelista, S. Elisabetta, il Battista e S. Martirio, a D: S. Severo, S. Agostino, la Maddalena e Maria; dietro le figure vedesi un anfiteatro; opera apponibile a Giunta Pisano. In una sala sovraposta alla Chiesa, entro una nicchia Affresco — Il Crocifisso con ai lati due Angioli ed in basso quattro figure di Santi; opera che ricorda la maniera di Giunta Pisano.
Nella corte del palazzo abbaziale vedesi sulla parete S: un doppio loggiato del quale il piano superiore mostra la ricchezza ed il buon gusto del XIV secolo.
Esterno. Sembra edificata nel XIV secolo e la sua fronte è condotta con la massima semplicità. Sull'architrave dell'ingresso v'è una lunga iscrizione latina, e nello stipite sinistro altra in ebraico.
Interno. Abside, Affresco — L'annunciazione di Maria; opera di scuola umbra recante la data del 1421.
Benedetto XI edificò ai Benedettini questa Chiesa nel 1034. Fu ammodernata sul finire del XV secolo e della primitiva costruzione non rimane alcun vestigio.
Interno. Parete S: Affresco — S. Bernardino incoronato da due Angioli, a D: S. Antonio e S. Pietro ed a S: S. Paolo e S. Lodovico; nella parte superiore del quadro una gloria di Serafini; opera ritenuta del Pinturicchio. Parete D: Affresco — Maria in seggio con Gesù, a S: S. Bonaventura e S. Giuseppe ed a D: S. Giovanni e S. Girolamo; nella parte superiore due Angioli fra gloria di Serafini in atto d'incoronare Maria; opera pur questa apposta al Pinturicchio.
Il Cardinale Girolamo Simoncelli pronepote di Papa Giulio III, cittadino e Vescovo d'Orvieto, edificò questo palazzo sulla metà del XVI secolo. Nel piano terreno esistono tre sale dipinte in affresco con fatti mitologici e sacri, quali pitture ricordano la scuola del Domenichino.
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Pagina aggiornata: 3 mar 08