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Opere romane. L'antica città occupava il lato Sud-Ovest del colle su cui fu eretta la nuova; però ivi pure riscontransi costruzioni romane. Tutti sanno qual fruttuosa messe scaturì dalle escavazioni intraprese da Papa Pio VI e che ora fa bella mostra di sè nel Museo Vaticano. Gran parte degli antichi edifici resta ancora, noi ci limiteremo ad accennarne alcuni incominciando da un braccio della via Flaminia che conduceva alla città. Sull'ultimo tratto della via — Avanzi di dodici monumenti sepolcrali. Introducendosi nella via che porta alla città — Resti del carcere delle belve. Segue — L'anfiteatro, la cui arena misura nei diametri maggiori dell'elissi metri 67 per metri 45, a questi debbonsi aggiungere metri 17 occupati dalla gradinata, dal podio e dal portico esterno. Da ciò può dedursi che contenesse circa 14,000 spettatori. Discendendo al piano della p160 città — La Cloaca massima. Proseguendo verso Est — Residui di due monumenti sepolcrali. Di contro ad essi ed a poca distanza — Vasto sotterraneo. Incaminandosi verso Nord-Est sulla linea della via principale — Grandioso palazzo decorato di fronte architettonica verso il giardino.
Proseguendo — Antico ingresso. Più oltre — Conserve d'acqua. Volgendo ad Ovest. — Le Terme, nelle quali si rinvenne il famoso mosaico ora in Vaticano. Proseguendo verso Nord-Est — Mura di sostruzione alla via che conduce alle — Scuderie. Al disotto — Piazza per l'equitazione. Appresso — Il Teatro; questo edificio corrisponde degnamente all'Anfiteatro occupando un diametro di metri settantasei, dei quali metri sei erano occupati dall'emiciclo della loggia, metri tre dalle due precinzioni, metri quattordici dalle due gradinate di otto scalini ciascheduna, ed infine metri trenta formavano il diametro dell'orchestra. Della scene e parascenio rimane solo a Nord-Ovest un muro.
Il colle che conduce alla moderna città fin quasi a due terzi della sua altezza, è sparso di reliquie di pubblici e privati edifici e molti di queste località conservano i bagni. Nel predio le Civitelle — Resti di vie e camere sotterranee delle quali parlammo nei cenni sull'epoca preistorica. Nel predio S. Nicola, tien luogo di termine di demarcazione di confine un — Cippo con iscrizione. A meno di mezzo chilometro da Otricoli presso la chiesa di S. Vittore — Resti di basi e di capitelli. L'ingresso è composto pur esso con antichi frammenti e nello stipite S: e nella soglia miransi avanzi di iscrizioni.
Dentro l'odierno Otricoli. Palazzo Squarti — L'ingresso è composto da due resti di ornati che formano gli stipiti (epoca della decadenza) e serve d'architrave un avanzo di cornicione di bello stile. Nell'interno sulla parete di fronte all'ingresso — Cippo con iscrizione. Piazza maggiore nella casa al civico no 5, ai lati dell'ingresso — Due are marmoree. Via di S. Severino nella casa al civico no 7. — Iscrizione. A porta S. Sevrino,º nella piazza esterna — Cippo con iscrizione. Presso la porta sulla D: via — Frammento di basso rilievo marmoreo con tre figure muliebri; opera di valente artefice (decora lo stipite di un ingresso). Nella parete esterna D: della Chiesa di S. Maria; basso rilievo in marmo — Testa colossale di Medusa; lavoro di buona epoca. Vi fu collocato al disotto un grandioso festone di frutta parimenti eseguito in marmo.
Interno. La pianta di questa Chiesa ricorda una fabbrica del XIII secolo.º È di forma basilicale con portico esterno ed abside quadrato; le innovazioni distrussero ogni altra vestigia e perfino la cripta fu ridotta a semplice camera sotterranea. Nave S: Ia Cappella, sulla parete dell'Altare, Tela ad olio — Il Cenacolo; opera di scuola romana del XVII secolo. Parete S: del presbiterio a circa metri tre di altezza su due lastre di marmo infisse nella parete veggonsi due iscrizioni del XIII secolo. Tribuna — Scultura in pietra risultante di quattro svelte colonne a sostegno di un cornicione recante in luogo del fregio una scritta; opera del XVI secolo. p161 Nave di centro. Parete D: presbiterio, Scultura in marmo — Arca dell'Olio Santo; somiglia nella forma ad un piccolo tempio, i due pilastri recano ornati a basso rilievo e sopra il cornicione v'è raffigurata — La Pietà. La chiudenda è di rame alzato a cesello e reca la figura del Battista; lavori eseguiti nei primordi del XVI secolo. Nell'Altare a capo della nave D, Tavola a tempra — Maria stante in atto di cuoprire col suo manto un gran numero di pie donne genuflesse ai suoi piedi; dall'alto scendon due Angioli ad incoronare la Vergine con corona di rose, lateralmente ad essa veggonsi a S: S. Fulgenzio ed a D: S. Antonio daº Padova; opera che può attribuirsi al Rainaldi di Calvi. Sacrestia. Scultura in argento dorato — Croce alzata a cesello ad alto rilievo; dal lato del Crocifisso in alto il Pellicano a S: S. Giovanni, a D: S. Matteo ed in basso Maria (mezze figure). Nel rovescio, in centro a tutto rilievo la statua (a cesello) di S. Vittore, in alto Dio benedicente, a S: S. Lucia, a D: S. Marco ed in basso S. Fulgenzio. La palla a sostegno della Croce è d'ugual materia e dell'istesso artefice; nella fascia di centro a bassissimo rilievo ed in mezze figure vi sono effigiati S. Pietro, S. Paolo, S. Caterina, S. Barbera, Maria con Gesù e S. Vittore. Questa opera di orificeria può stare a paragone delle migliori che uscirono dagli artisti che toccarono la fine del XV secolo.
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