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Toffia

Questa pagina riproduce una parte dell'
Indice-Guida dei Monumenti . . . dell'Umbria

di
Mariano Guardabassi

pubblicato da G. Boncompagni e C.,
Perugia, 1872

Il testo è nel pubblico dominio.
Le eventuali foto a colori sono © William P. Thayer.

Questa pagina è stata attentamente riletta
e la credo senza errori.
Ciò nonostante, se vi trovate un errore,
vi prego di farmelo sapere!

seguente:

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Trevi

 p339  Torri in Sabina

Nota di W. Thayer: Torri in Sabina, in provincia di Rieti, fa parte oggi del Lazio; ma quando scriveva il Guardabassi, e fino al 1927, apparteneva all'Umbria.

Opere romane. In casa Celestini — Due iscrizioni lapidarie ambedue rinvenute in un terreno a Sud-Ovest della Chiesa di Vescovio; una di esse (sebbene frammentata) è la seconda a nostra cognizione, dopo quella citata dal Fabretti, dall'Olstenio ed altri, che parla di Fòro-Novo, e  p340 che viene a convalidare la località di questo Municipio. Presso Torri. Fuori di porta romana a metri 500 circa nel predio vocabolo Pozzillo proprietà di Carolina Maggi — Resti di un fonte di forma piramidale rastremata a gradini per la mostra delle acque. Nel territorio di Rocchette sul piano detto di S. Nicola — Avanzi di grandiose terme delle quali anche oggi sul lato Ovest percorresi una corsìa vasta e ben conservata; vi rimangono i cunicoli degli acquedotti e porzione dei pavimenti a spina. All'Est di Torri nell'incrociamento dell'antica Via Salaria con quella provinciale nel predio vocabolo Levarano proprietà dei fratelli Berardi — Rudere di monumento sepolcrale. Verso Terni nel casale S. Valentino, proprietà Polidori — Piccola fabbrica a guisa di edicola ad opera reticolata, ora unita alla casa colonica. In Monte-Calvo nella villa del Barone Camuccini — Una interessante raccolta di resti di figuline scolpite e scritte, di sculture ed iscrizioni in pietra fra le quali rinvenimmo, sebbene mutilata, quella da noi citata poco sopra pubblicata dal Fabretti. Nella pianura presso la Basilica di Vescovio — Resti dell'antica Città di Fòro-Novo. Il Tulliano, proprietà del Barone Camuccini — Preziosi ed ampi resti di una villa. Veggasi, Chiesa S. Salvatore detta Vescovio.


[ALT dell'immagine: Una piccola croce di Malta]
	Chiesa di S. Egidio

Interno. Parete S: IIo Altare, Tela ad olio — S. Francesco in atto di ricevere le stigmate; in basso a D: leggesi Furnius romanus faciebat. Artista del XVII secolo, miglior disegnatore che colorista.


[ALT dell'immagine: Una piccola croce di Malta]
	Chiesa di S. Giovanni Battista

Interno. Altare maggiore, Tela ad olio — Maria in mezza figura con Gesù; opera della miglior maniera del Cav. Vincenzo Camuccini. Abside, nel centro Tela ad olio — In alto la Vergine seduta sulle nubi con Gesù, in basso a S: il Battista ed a D: S. Giovanni Evangelista; opera del XVII secolo di scuola romana. Parete D: IIo Altare, Tela ad olio — Il Crocifisso; copia d'uno scolare del Camuccini da quello di Wandyk.

Chiesa di S. Niccolò di Bari

Interno. Sopra l'ingresso, Tavola a tempra con cornice architettata e finita a sesto semicircolare — Nella lunetta superiore mirasi Cristo seduto sulla tomba ed ai lati quattro Angioletti genuflessi, due in atto di bacciargli le mani ed altri due sostenenti i simboli della Passione. Nel dipinto inferiore, Maria seduta in centro con Gesù in atto d'innanellare S. Caterina locata a S: ed a D: S. Nicola, a piè della Vergine, tre Serafini; il fondo è occupato da una linea di paese. Opera di scuola umbra del XV secolo che ricorda la maniera di Matteo a Gualdo. Tela ad olio — Stendardo recante da un lato l'Assunta e dall'altro la Madonna del riscatto; da questa parte in basso leggesi Eq. Hieronimus Troppa fe. p. sabinus, anno jubilei 1700. (Notato per la sola istoria dell'arte!).

 p341  Oratorio di S. Giovanni Battista
ora locale delle scuole Comunali

Esterno. Sulla parete Est, in alto in un rincasso rettangolare finito a semicircolo, Affresco — S. Giovanni innanzi ad una veduta campestre; a piè del Santo leggesi 1565. Bella opera che tiene ancora della buona scuola perugina.

Presso Torri

Chiesa di S. Salvatore detta Vescovio

Esterno. Nell'architrave dell'antiporta leggesi "Ecclesia Cathedralis Sabinorum" di quì la volgare denominazione di Vescovio. Fu edificata questa Chiesa all'Est di Fòro-Novo sopra altro romano edificio. Tolto il sotterraneo che indubitatamente servì di cripta, al presente non rimangono che pochi marmi accennanti a costruzioni anteriori al XIV secolo; da ciò deduciamo che un'incendio o qualche altra catastrofe distruggesse completamente l'antica Chiesa. Nella ricostruzione fu abbandonato il carattere basilicale ed il costume di un'elevato presbiterio. Torre campanaria. Elevasi a D: del riguardante decorata di cinque belli ordini diºlogge; opera pur questa del XIV secolo; presso all'ingresso, Scultura in marmo — Grande urna cineraria, ornata sulla fronte di baccelli scanalati e recante nel centro una cartella con scritta cristiana. Nel pavimento resto di iscrizione romana.

Interno. Costruito a forma di croce latina ad una sola nave e senza ornamenti architettonici. Parete d'ingresso. Sopra la porta, Affresco — Cristo seduto su ricco seggio; dietro su campo rosso, figurano gli emblemi della Passione: il tutto è compreso da nimbo. Questo dipinto ricorda la maniera della scuola di Cimabue e la Chiesa ne ha piene le pareti coperte di bianco, meno una figura da noi discoperta. Sul pavimento a D: dell'ingresso, Scultura in marmo — Sarcofago recante in centro a basso rilievo una figura maschile ed altra di donna in atto d'impalmarsi, fra le due teste altra ne appare dietro, di carattere feminino; a piè dei coniugi (?) ed in centro, v'è un genietto appoggiato sulla rovesciata sua face. Lateralmente al basso rilievo ricorrono due origini di baccelli serpeggianti divisi da una fascia. Sulla estrema D: entro una nicchia v'è scolpito un uomo con tunica succinta e gambe coperte da calzari, tiene sul dorso un'agnello e sulla D: una siringa, dietro ad esso altra pecora. A S: mirasi un pastore seduto che trae latte da altra pecorella; il lato estremo S: è mancante. Accennammo i soggetti scolpiti in quest'urna ritenendola di grande interesse per l'archeologia cristiana. Sulla parete S: nell'angolo che forma la crocera — Pulpito sorretto da tronco di colonna di granito e formato di grandi lastre marmoree recanti ad incavo vari nodi che un tempo furono fregiati di mosaico; resto forse della Chiesa primitiva! — Le crocere recano entro una specie di architetto alla gotica dei dipinti  p342 in affresco del XVI secolo, che furono contrafatti per cattivi restauri. Il pavimento del presbiterio è ricco di marmi di varie specie, senza forma e senza ordine connessi. Altare maggiore. Nel gradino su cui posa la mensa, due scritte l'una a S: e l'altra a D: recante la data MCCCCXX; che accenna ad un restauro. Sopra l'Altare Tavola a tempra — Maria stante in mezza figura, con Gesù seduto nel braccio S: il quale regge una cartella recante una scritta; opera condotta alla greca con massima accuratezza da artista vissuto nel XV secolo. Sotterraneo. Debbonsi qui rimarcare due costruzioni distinte, l'una di epoca romana e l'altra del XIV secolo. Nel punto in cui le due pareti del tempio si uniscono al presbiterio si ha adito per due piccoli ingressi al sotterraneo. Dopo brevi scale trovasi il visitatore da ambo i lati in celle bipartite da pilastri su cui posano le vòlte, e queste sembrano dell'istessa costruzione della sovrastante Chiesa; sul lato S: (aperto all'epoca del restauro) si ha ingresso ad una corsìa semicircolare nella quale vedesi una stupenda costruzione a grandi massi travertini, con una bella cornice a finimento della parete ed a sostegno del soffitto, formato da grandi pietre cuneiformi dell'istessa materia, quali sieguono perfettamente l'andamento della curva. A mezzo del semicircolo apresi verso il centro altro braccio rettilineo troncato da posteriori costruzioni delle quali sarebbe lungo il dire; basterà fare avvertire, che i due ingressi a D: nei cui soffitti rimangono le incassature dei cardini delle chiudende, l'andito semicircolare e parte del braccio rettilineo sono opere romane: aggiungiamo, non reputando inutile l'osservazione, che in tutto il resto della fabbrica non trovasi costruzione a travertino.


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