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Spello (2)

Questa pagina riproduce una parte di
Spello, Bevagna, Montefalco

di
Giulio Urbini

stampato dall'Istituto Italiano d'Arti Grafiche
a Bergamo
1913

Il testo è nel pubblico dominio.
Le eventuali foto a colori sono © William P. Thayer.


Se vi trovate un errore, vi prego di farmelo sapere!

seguente:

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Spello (4)
 p23 

Spello

(3a parte di 6)

Entrando, lasceremo a sinistra l'oscura Via del Tempio di Diana, alla quale dettero nome i resti d'un tempietto nella cui ara si vedeva scolpito un cacciatore con un'asta e una pelle di cerva, e ci potremo appena soffermare, nella Via Consolare, dinanzi alla casa n. 21 e 23 (8), che sulla facciata medioevale ha caratteristiche decorazioni architettoniche della fine del quattrocento, tra cui più specialmente notevoli quelle delle sei finestre che sarebbero a croce guelfa se la mancanza del braccio  p24 inferiore (come nel Palazzo Municipale di Iesi) non le rendesse più ariose e più comode.


[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di un'ara romana nella chiesa S. Maria Maggiore di Spello, nell'Umbria.]

Ara funeraria Romana, ora pila per l'acqua santa, nella chiesa di S. Maria Maggiore.

(Fot. I. I. d'Arti Grafiche).

Oltrepassaremo anche la chiesetta di S. Bernardino, che pur s'adorna di affreschi da potersi attribuire a uno de' migliori scolari del Pintoricchio; e altre cose minori dovremo trascurare per affrettarci alla chiesa di S. Maria Maggiore, dove sono i più celebri tesori artistici della città. Nel 1025 la detta chiesa apparteneva ai Camaldolesi; nel 1187 era già collegiata sotto la protezione di Enrico VI, e finalmente nel 1285 ne fu terminata la fabbrica; allungata però nel 1644 col rifar più innanzi la facciata che fu ricostruita da un m. Belardino e da un suo nipote, in gran parte coi materiali antichi, tra cui, quasi a incorniciare la porta, i pezzi d'un bel fregio romanico con rabeschi e animali a bassorilievo; il qual fregio decorava forse anche l'antica facciata  p25 e potrebbe attribuirsi a quei maestri Binello e Rodolfo architetti e scultori, verosimilmente umbri, che hanno lasciato il loro nome in due importanti basiliche a Bevagna. Pare che questa chiesa avesse prima il nartece, con a destra il fonte battesimale. Quello che si vede ora, appena entrati, fu scolpito fra il 1510 e l'11 da m. Antonio di m. Gasparino da Val di Lugano e collaudato da m. Andrea fiorentino; ma più tardi barbaramente diviso in due parti addossate al muro nei lati dell'ingresso. — Dalla culla alla tomba. Voltandoci, attrae subito la nostra attenzione un'Ara funeraria romana di marmo, ornata d'eleganti bassirilievi, la quale con un incavo nella parte superiore è stata ridotta a uso di pila per l'acqua santa. — Nel primo altare a destra vi son due tavolette, col Presepio e la Presentazione al tempio, appartenenti alla predella d'un trittico del quale bisogna cercare qua e là le altre parti. Compie la predella una terza tavoletta con l'Adorazione dei magi, ora in una cappelletta dell'antica sagrestia; le fiancate, con due santi per ciascuna e nei pinnacoli l'Annunziazione, opere tutte del secolo XV, sono invece nella sagrestia nuova. E la tavola centrale? Trovo notizia che nel centro v'era una Madonna la quale fu ridipinta tutta, molto liberalmente, dal Pintoricchio ed è quella stessa che su fondo antico si vede ora nel secondo altare a sinistra, e ha veramente tutti i caratteri d'un'opera giovanile di lui e corrisponde, in parte, a un disegno del Museo di Francoforte, già attribuito a Raffaello, ma riconosciuto per uno studio di mano di Bernardino.

[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta del portale della chiesa di S. Maria Maggiore a Spello, nell'Umbria.]
		
[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta della chiesa di S. Maria Maggiore a Spello, nell'Umbria.]

Portale della chiesa di S. Maria Maggiore.

Chiesa di S. Maria Maggiore.

(Fot. Alinari)


[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]
		
[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]

Tavola del Pintoricchio,
nella chiesa di S. Maria Maggiore.

Autoritratto del Pintoricchio,
in S. Maria Maggiore.

(Fot. Alinari)

 p29  Il maggior tesoro di questa ricca chiesa è la Cappella Baglioni, tutta dipinta da esso Pintoricchio. A sinistra è figurata l'Annunziazione, nei grandiosi portici d'un suntuoso edifizio, a un pilastro del quale figura appeso l'autoritratto del pittore, come nella Sala del Cambio a Perugia quello del Perugino, a cui è molto superiore per profondità di tono e per espressione; nella parete centrale l'Adorazione dei pastori; nella parete a destra la Disputa di Gesù coi dottori, nella quale tra le molte figure è quella d'un uomo dalla barba a punta, che tiene in mano un rotolo di carta su cui è scritto Pintoricchio; nelle quattro vele della volta a crociera, quattro Sibille — la Tiburtina, l'Eritrea, l'Europea e la Samia — sedute in trono fra due lapidi in cui si leggono motti scritturali. In che anno il pittore cominciasse questi affreschi, molto superiori alla loro fama, non si sa: potè metterci mano nel 1500, quando il Vannucci finiva la Sala del Cambio, o forse, per la sua molta sollecitudine, potè cominciarli e finirli nello stesso anno 1501, facendovi lavorare, al solito, scolari ed aiuti, fra cui dovette aver molta parte Eusebio di San Giorgio.


[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]

Particolare della volta a crociera, della Cappella Baglioni,
decorata dal Pintoricchio, nella chiesa di S. Maria Maggiore.

(Fot. Alinari)


[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]

L'Annunziazione, del Pintoricchio,
nella Cappella Baglioni, a S. Maria Maggiore.

(Fot. Alinari)


[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]

L'Epifania, del Pintoricchio,
nella Cappella Baglioni, a S. Maria Maggiore.

(Fot. Alinari)


[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]

La Disputa di Gesù coi dottori, del Pintoricchio,
nella Cappella Baglioni, a S. Maria Maggiore.

(Fot. Alinari)

Il Pergamo di fina pietra arenaria posa sopra un più antico mensolone, retto da un bellissimo gigantesco mascherone, e per l'originale disegno fa onore a m. Simone da Campione che dovè finirlo nel 1545, quando fu collaudato dal Mosca da Settignano.


[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]

Pulpito di pietra, di Simone da Campione.
nella chiesa di S. Maria Maggiore.

(Fot. Alinari)


[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di un'ara romana nella chiesa S. Maria Maggiore di Spello, nell'Umbria.]

Ciborio di Rocco da Vicenza,
nella chiesa di S. Maria Maggiore.

(Fot. I. I. d'Arti Grafiche).

 p30  Dinanzi all'abside s'erge una magnifica Tribuna, o tabernacolo, come alcuni dicono, o Ciborio, al dir dei committenti e dell'autore, Rocco da Vicenza (1515). È di pietra detta "caciolfa", molto tenera appena cavata e che molto deve al tempo, alla polvere, al fumo dei ceri e degl'incensi la sua gradevole tinta grigia, assai calda. Forse è soverchia, nell'interno, l'inclinazione dei pennacchi sotto al tamburo, sebbene per la poca luce non dia molto nell'occhio; ma del resto non si può che ammirare, come notava anche un architetto e critico insigne, la scelta delle più graziose proporzioni, il taglio netto dei profili, in qualche parte gagliardamente sporgenti, la forza ben calcolata dei rilievi, i magici effetti d'ombre, gli ornamenti suntuosi, fini, accurati. Le otto teste di profeti, che sporgono da altrettanti tondi nei triangoli mistilinei degli archi, sono di terracotta e non le modellò Rocco, ma vi furono aggiunte nel 1562 da m. Gian Domenico da Carrara. Non ho trovato in che anno fosse sconciamente sovrapposto alla cupola un grossolano tabernacolo di legno, che è stato saviamente rimosso, sebbene non sia pienamente accertato da qual altro finimento debba esser sostituito. — Questa Tribuna, che alcuni credono il capolavoro di Rocco, in origine aveva, come ora, due soli gradini: nel terzo, che vi era stato male aggiunto, forse per ragioni liturgiche, brillava di smaglianti colori, torno all'altare, un pavimento di terracotta invetriata, con la scritta 1566 F. D. (cioè Fabbrica di Deruta); ma lo strano disordine in cui si trovavano i disegni e parecchie altre ragioni mostravano che in origine questo pavimento non doveva stare nel detto gradino, e mi suggerirono l'ipotesi che fosse stato commesso per la Cappella Baglioni, nella quale infatti è stato trasportato, ma, secondo me, con cattivo consiglio, perchè quei pochi resti non vi fanno bella mostra e si rovineranno sempre più. — Questa Tribuna è fiancheggiata  p31 da due piccoli altari con due mediocri affreschi del Perugino, che appena si credebbero suoi se non li autenticasse un documento notarile e se in quello a sinistra non vi fosse la sua firma con la data 1521, in due cartelle pendenti ai lati del trono. — L'abside, rimasta quasi intatta nel barocco rimodernamento della chiesa, era tutta istoriata d'affreschi d'epoca giottesca, poi coperti con bianco di calce, ed è adorna d'un Coro tutto a intagli e tarsie di m. Pier Nicola da Spoleto (1512 e 1520).

[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]
		
[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]

Particolare del ciborio (Rocco da Vicenza)

(Fot. Alinari)

Ora passiamo, a sinistra, nella Cappella del Sacramento (già sagrestia, costrutta nel 1478), e sull'altare vedremo un bel Tabernacolo, di Gian Domenico da Carrara (1562), il quale non si sa se utilizzasse un disegno che per un tabernacolo dello stesso  p32 uso aveva dato Simone Mosca nel 1517. Intorno al presbiterio gira uno Scanno con belle tarsie del 1503‑5, e dietro al secondo dossale a sinistra, mastiettato come uno sportello, resta nascosto un bell'angelo, probabilmente di mano del Pintoricchio e già incorniciato nella parte superiore di un Lavabo di caciolfa che potrebbe attribuirsi a m. Girolamo, aiuto di Rocco, e che ora si trova in uno stanzone attiguo alla Sagrestia nuova. — In un ripostiglio sull'angolo destro, a cui fa da portella un altro dossale del detto Scanno, si conserva una Croce capitolare, rivestita di lamina d'argento, con figure mirabilmente cesellate, con graziosi fregi sur un fondo azzurro di smalto e con una scritta donde si trae che fu lavorata nel 1398 da Paolo Vanni di Perugia. Una porticina a sinistra mette nell'Oratorio già accennato, e quivi, sopra la Tavoletta  p33 de' Magi, si ammira una Madonna di soavissima espressione, che qualcuno ha creduto dello Spagna, ma deve attribuirsi, con più ragione, al Pintoricchio. Di altre minori opere d'arte nelle stanze attigue alla nuova Sagrestia, non è qui il luogo di parlare: dirò solo che presso questa chiesa di s. Maria Maggiore, come indica pure la catena dinanzi alla casa priorale, finiva il Terziere di Porta Chiusa e cominciava quello di Mezzota. La divisione della città in Terzieri par che rimonti al sec. XIII: a capo di ciascuno v'era un governatore; e nelle frequenti ostilità si sbarrava la strada con le pesanti catene che si conservano ancora. La prima, poco sopra la Porta Consolare, serviva in caso di guerra con quelli di fuori.


[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]
		
[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]

La Pietà, con ai lati S. Giovanni e la Maddalena:
affresco di Pietro Perugino,
nella chiesa di S. Maria Maggiore.

La Madonna tra S. Biagio e S. Caterina
affresco di Pietro Perugino,
nella chiesa di S. Maria Maggiore.

(Fot. Alinari)


[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]
		
[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]

Croce capitolare in argento smaltato,
di Paolo Vanni da Perugia,
nella chiesa di S. Maria Maggiore.

Particolare
della croce di Paolo Vanni,
nella chiesa di S. Maria Maggiore.

(Fot. Alinari)


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[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]

Frammento di balaustro
o di candeliere del sec. XVI,
nella chiesa di S. Maria Maggiore.

Affresco
attribuito al Pintoricchio
in S. Maria Maggiore.

(Fot. Alinari)


[ALT dell'immagine: [ALT dell'immagine: missing ALT]. Si tratta di uno scorcio di Spello, nell'Umbria.]

Particolare di un pavimento di maiolica,
nella chiesa di S. Maria Maggiore.

(Fot. Alinari)


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Pagina aggiornata: 23 ago 05