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Entrando, lasceremo a sinistra l'oscura Via del Tempio di Diana, alla quale dettero nome i resti d'un tempietto nella cui ara si vedeva scolpito un cacciatore con un'asta e una pelle di cerva, e ci potremo appena soffermare, nella Via Consolare, dinanzi alla casa n. 21 e 23 (8), che sulla facciata medioevale ha caratteristiche decorazioni architettoniche della fine del quattrocento, tra cui più specialmente notevoli quelle delle sei finestre che sarebbero a croce guelfa se la mancanza del braccio p24 inferiore (come nel Palazzo Municipale di Iesi) non le rendesse più ariose e più comode.
Ara funeraria Romana, ora pila per l'acqua santa, nella chiesa di S. Maria Maggiore. (Fot. I. I. d'Arti Grafiche). |
Tavola del Pintoricchio,
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Autoritratto del Pintoricchio,
(Fot. Alinari) |
p29 Il maggior tesoro di questa ricca chiesa è la Cappella Baglioni, tutta dipinta da esso Pintoricchio. A sinistra è figurata l'Annunziazione, nei grandiosi portici d'un suntuoso edifizio, a un pilastro del quale figura appeso l'autoritratto del pittore, come nella Sala del Cambio a Perugia quello del Perugino, a cui è molto superiore per profondità di tono e per espressione; nella parete centrale l'Adorazione dei pastori; nella parete a destra la Disputa di Gesù coi dottori, nella quale tra le molte figure è quella d'un uomo dalla barba a punta, che tiene in mano un rotolo di carta su cui è scritto Pintoricchio; nelle quattro vele della volta a crociera, quattro Sibille — la Tiburtina, l'Eritrea, l'Europea e la Samia — sedute in trono fra due lapidi in cui si leggono motti scritturali. In che anno il pittore cominciasse questi affreschi, molto superiori alla loro fama, non si sa: potè metterci mano nel 1500, quando il Vannucci finiva la Sala del Cambio, o forse, per la sua molta sollecitudine, potè cominciarli e finirli nello stesso anno 1501, facendovi lavorare, al solito, scolari ed aiuti, fra cui dovette aver molta parte Eusebio di San Giorgio.
Particolare della volta a crociera, della Cappella Baglioni,
(Fot. Alinari) |
La Disputa di Gesù coi dottori, del Pintoricchio,
(Fot. Alinari) |
Il Pergamo di fina pietra arenaria posa sopra un più antico mensolone, retto da un bellissimo gigantesco mascherone, e per l'originale disegno fa onore a m. Simone da Campione che dovè finirlo nel 1545, quando fu collaudato dal Mosca da Settignano.
Ciborio di Rocco da Vicenza,
(Fot. I. I. d'Arti Grafiche). |
Ora passiamo, a sinistra, nella Cappella del Sacramento (già sagrestia, costrutta nel 1478), e sull'altare vedremo un bel Tabernacolo, di Gian Domenico da Carrara (1562), il quale non si sa se utilizzasse un disegno che per un tabernacolo dello stesso p32 uso aveva dato Simone Mosca nel 1517. Intorno al presbiterio gira uno Scanno con belle tarsie del 1503‑5, e dietro al secondo dossale a sinistra, mastiettato come uno sportello, resta nascosto un bell'angelo, probabilmente di mano del Pintoricchio e già incorniciato nella parte superiore di un Lavabo di caciolfa che potrebbe attribuirsi a m. Girolamo, aiuto di Rocco, e che ora si trova in uno stanzone attiguo alla Sagrestia nuova. — In un ripostiglio sull'angolo destro, a cui fa da portella un altro dossale del detto Scanno, si conserva una Croce capitolare, rivestita di lamina d'argento, con figure mirabilmente cesellate, con graziosi fregi sur un fondo azzurro di smalto e con una scritta donde si trae che fu lavorata nel 1398 da Paolo Vanni di Perugia. Una porticina a sinistra mette nell'Oratorio già accennato, e quivi, sopra la Tavoletta p33 de' Magi, si ammira una Madonna di soavissima espressione, che qualcuno ha creduto dello Spagna, ma deve attribuirsi, con più ragione, al Pintoricchio. Di altre minori opere d'arte nelle stanze attigue alla nuova Sagrestia, non è qui il luogo di parlare: dirò solo che presso questa chiesa di s. Maria Maggiore, come indica pure la catena dinanzi alla casa priorale, finiva il Terziere di Porta Chiusa e cominciava quello di Mezzota. La divisione della città in Terzieri par che rimonti al sec. XIII: a capo di ciascuno v'era un governatore; e nelle frequenti ostilità si sbarrava la strada con le pesanti catene che si conservano ancora. La prima, poco sopra la Porta Consolare, serviva in caso di guerra con quelli di fuori.
La Pietà, con ai lati S. Giovanni e la Maddalena:
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La Madonna tra S. Biagio e S. Caterina
(Fot. Alinari) |
Croce capitolare in argento smaltato,
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Particolare
(Fot. Alinari) |
Frammento di balaustro
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Affresco
(Fot. Alinari) |
Immagini con bordi conducono ad informazioni: più spesso il bordo più ampie le informazioni. (Dettagli qui.) | ||||||
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Pagina aggiornata: 23 ago 05